È un classico regalo per un invito a Pasqua, e per la Festa della mamma, complice l’azione benefica a favore dell’Airc (Associazione italiana ricerca contro il cancro), e in effetti è irresistibile: l'azalea ora è una nuvola di fiori bianchi, rosa o rossi con qualche tocco di verde scuro, le foglie, che spunta qua e là. La acquistiamo, ma dentro di noi sappiamo che mantenerla in fioritura non sarà facile, e ancora meno assicurarle la sopravvivenza per più di qualche mese. Eppure, l’azalea (Rhododendron) è una pianta rustica e robusta, solo un tantino “puntigliosa” riguardo ad alcune semplici regole di coltivazione. In poche parole, se si trova bene, prospera rigogliosa, ma in caso contrario è vero che defunge ineluttabilmente e rapidamente.
Azalea da interni o da esterni
Intanto esistono due gruppi di azalee: quelle da interni e quelle da esterni. La distinzione precisa è appannaggio dei botanici: a noi basti sapere che tutti gli esemplari in vendita in fiore fra febbraio e maggio, di dimensioni medie o piccole (max 25 cm di diametro della chioma), in vasetti piccoli (max 20 cm ø), spesso tenuti all’interno del punto vendita finché fa freddo, sono azalee da interni.
Il nome però non significa che le piante si possano tenere in casa a 20 e più gradi: quelle in fiore a febbraio e inizio marzo provengono dalla serra fredda e quindi possono stare all’aperto con temperature superiori a 5-6 gradi, ma vanno ricoverate in una stanza fresca di notte; quelle invece acquistate dopo la metà di marzo devono rimanere in esterni (salvo gelate), quindi su davanzali, balconi o terrazzi.
Se le teniamo in casa al caldo, soffocheranno presto anche bagnandole molto. L’unico sistema per farle sopravvivere almeno sino a fine fioritura, nell’attesa di metterle in esterni a temperature non polari, consiste nell’incrementare l’umidità. Se l’azalea deve vivere in casa, prendiamo un sottovaso di almeno 3 misure in più del vaso, versiamoci uno strato di palline di argilla espansa e aggiungiamo un dito d’acqua, che non deve coprire fino alla loro sommità le palline. Appoggiamo sopra alla ghiaia il vaso con l’azalea fiorita: l’acqua evaporando regalerà la giusta umidità alla pianta. Ricordiamoci però di rabboccarla ogni giorno! Quando sarà sfiorita, se non possiamo metterla fuori, vaporizziamola ogni giorno con acqua demineralizzata (del ferro da stiro o del condizionatore). Attenzione, però: la vaporizzazione quotidiana va bene solo a fine fioritura, perché rovina terribilmente i petali, soprattutto quelli bianchi.
Naturalmente poniamo l’azalea in un punto molto luminoso ma senza raggi solari diretti, e ben lontano da fonti di calore.
L’azalea da esterni è un rododendro: il confine tra le due specie è piuttosto sfumato, e si basa sul numero degli stami, dieci nel rododendro e cinque nell’azalea, e sulla perennità delle foglie, generalmente decidue nell’azalea.
Cosa fare appena comprata
Ovunque la mettiamo appena acquistata, non rinvasiamola fintanto che fiorisce: lo shock sarebbe letale. Ci penseremo a fine fioritura, dandole un vaso in plastica di 2 misure in più, con un dito di argilla espansa sul fondo e un buon terriccio per acidofile.
Annaffiamola con regolarità: la siccità fa appassire subito i fiori e seccare i boccioli e le foglie, che cadono miseramente. Usiamo acqua decalcificata: una oligominerale con Ca (calcio) non superiore a 25 mg/l va benissimo. Versiamola direttamente sul terriccio, ogniqualvolta si sta asciugando (ma non è ancora asciutto). Indicativamente la quantità è di circa mezzo bicchiere a giorni alterni per un vasetto da 8-10 cm ø. Una volta a settimana, diamole anche un cucchiaino di tè non zuccherato o d’aceto, diluito nell’acqua d’annaffiatura: contribuisce ad acidificare la terra.
Finché è in fiore, e fino a luglio, ogni 7 giorni aggiungiamo all’acqua d’annaffiatura una dose di concime liquido per acidofile: le gemme fiorali per l’anno prossimo si formano all’inizio dell’estate.
Quando le giornate si intiepidiscono, e la fioritura incomincia a calare o è già terminata, la pianta può essere spostata all’aperto, sempre che le notti non siano ancora fredde, in un punto a mezz’ombra o in ombra. Se le radici fuoriescono, procediamo al rinvaso. Continuiamo ad annaffiare regolarmente per tutta l’estate e concimare sino alla fine di luglio. All’arrivo dei primi veri freddi (sotto gli 8 °C), l’azalea da interni deve tornare in casa: rifiorirà ad aprile, l’epoca naturale per questa specie.
SOS AZALEA
L’azalea entra in crisi quando:
- ha troppo caldo. Le foglie si ammosciano, i fiori appassiscono, i boccioli si seccano.
- ha troppo poca acqua. Oltre ai sintomi appena elencati, le foglie si seccano e cadono, la pianta rimane spoglia. Spesso compare anche il ragnetto rosso: le foglie appaiono puntinate di giallo e avvolte da sottili ragnatele.
- ha troppa acqua. Il terriccio è fradicio, su fiori e foglie appaiono macchie brune e poi nere, le foglie si ammosciano senza mai cadere.
- ha terriccio e/o acqua calcarei. Le foglie scoloriscono, la pianta prende un aspetto sofferente, i boccioli cadono o non si formano più, le foglie cadono senza seccarsi, fino al deperimento totale.
- Purtroppo, a differenza di altre specie di piante, quando l’azalea entra in crisi non ci sono soluzioni efficaci e la pianta defunge.
Attenzione: nel linguaggio dei fiori regalare un’azalea significa dichiararsi superando una grande timidezza e aspettandosi una risposta positiva...