Fagioli, come coltivarli al meglio

Coltivare i fagioli è veramente facilissimo, nelle varietà nane e in quelle rampicanti che necessitano di più spazio nell'orto

Già coltivato diecimila anni fa dalle civiltà precolombiane, il fagiolo (Phasoleus vulgaris), è un vegetale della famiglia delle Leguminose, ricco di proteine, vitamine (A, C, E), fibre e minerali. La sua coltivazione richiede alcuni attenzioni fondamentali, ma si tratta di una pianta facile da coltivare.

Com'è fatta la pianta dei fagioli 

Caratteristica del fagiolo è la capacità di associarsi in simbiosi a batteri del genere Rhizobium per assorbire l’azoto dell’atmosfera. Questo rende poco utile la concimazione del terreno in cui la si coltiva. Si presenta con un fusto molto sottile, necessario è quindi il supporto, e foglie trilobate. Il frutto è costituito da un baccello che contiene i semi commestibili.

Esistono numerose varietà, appartenenti a due grandi gruppi. Il primo comprende le varietà rampicanti, a crescita indeterminata, che possono superare i 4 metri di altezza e hanno un portamento avviluppante; il secondo comprende invece le varietà nane, cespugliose, a crescita determinata. Le varietà a crescita indeterminata sono senza dubbio più produttive in ragione dei cicli di coltivazione più lunghi, ma si rivelano più impegnative in termini di spazi e saranno quindi da preferire solo in presenza di una notevole disponibilità di spazio.

Esistono poi varietà a frutto piatto o arrotondato, verde o giallo, e ancora, a seme nero, porpora o rosso.

Tra le tipologie più conosciute, i fagioli piccoli di colore bianco comprendono i cannellini, caratterizzati da buona produttività, ciclo precoce e semi cilindrici o leggermente allungati con tegumento piuttosto tenero, indicati per essere sgranati secchi; e i borlotti, a cui fanno riferimento varietà nane e rampicanti con semi lunghi circa 2-2,5 cm di colore rossastro o screziato di rosso e violaceo. Tra i fagioli grandi a seme bianco sono di eccellente qualità i bianchi di Spagna. Meno diffusi ma di buone attitudini culinarie sono anche i fagioli dell'occhio, il cui nome deriva dal cerchio nero che circonda il punto in cui il seme si unisce al baccello.

L'ambiente


Il fagiolo si avvantaggia di climi temperati. Per la germinazione sono necessari almeno 12-13 °C, mentre in fase di accrescimento e fioritura sono ideali temperature di 15-16 °C nelle ore notturne e di 24-28 °C in quelle diurne. Predilige condizioni di buona luminosità e teme il vento eccessivo, mentre brinate o gelate tardive conducono a morte le piante.

Sono da preferire i terreni di medio impasto, freschi, profondi, relativamente poveri in calcio e con pH prossimo alla neutralità. Si possono ottenere buoni risultati anche su suoli leggermente sabbiosi, se assistiti da irrigazioni adeguate, o argillosi, purché venga assicurato lo smaltimento delle acque in eccesso. Elevate concentrazioni di calcio nel terreno possono provocare l'indurimento dei semi, rendendone difficoltosa la cottura.

L'impianto


La preparazione del terreno si effettua con una lavorazione principale (aratura o vangatura) a una profondità di 25-35 cm, seguita da interventi più superficiali di sminuzzamento (fresatura o zappatura) e livellamento del letto di semina.

Il terreno deve avere una buona fertilità residua, e in presenza di terreni carenti o mal strutturati è opportuno provvedere alla distribuzione, sulla coltura che precede nella rotazione, di 2-3 kg di letame ben maturo ogni 10 m2. Fosforo e potassio devono essere interrati poco prima dell'impianto, in dose rispettivamente di 70-100 g e 100-120 g ogni 10 m2. Le somministrazioni azotate (30-50 g/10 m2) sono consigliate durante le prime fasi del ciclo solo in caso di coltivazione su terreni poveri, eccessivamente umidi o in presenza di basse temperature.

Condizioni sfavorevoli ostacolano infatti lo sviluppo degli azotofissatori, microrganismi in grado di assorbire azoto dall'aria e cederlo alla pianta ospite in cambio di sostanze (carboidrati) indispensabili per la loro sopravvivenza.

Nella rotazione colturale il fagiolo viene perciò considerato una pianta miglioratrice, e può precedere con buoni risultati altri ortaggi, tra cui le Solanacee, particolarmente esigenti sotto il profilo nutritivo. Per evitare la stanchezza del terreno o la trasmissione di malattie, è sconsigliata la monosuccessione e la successione a cetriolo, zucca o altre Leguminose.

Come coltivare i fagioli


Nel Sud le semine del fagiolo iniziano già a febbraio-marzo, mentre nelle regioni settentrionali, più soggette al rischio di gelate tardive, gli impianti vengono posticipati di almeno un mese. Per avere una costante disponibilità di prodotto, le semine possono venire eseguite scalarmente, a intervalli di 8-10 giorni, fino all'estate inoltrata.

La semina può essere effettuata da primavera a inizio estate, in quanto è una pianta che predilige sicuramente i climi caldi. I semi dovranno essere posizionati a una distanza di circa 30 cm uno dall'altro. Per le varietà rampicanti è necessario un tutore.

fagioli
Fagioli rampicanti su rete di plastica.

I sesti d'impianto variano in funzione delle tipologie di pianta: per le varietà nane le semine si eseguono su file distanziate di 50-70 cm, con piante, dopo il diradamento, a 5-10 cm sulla fila. Per le cultivar rampicanti, caratterizzate da taglia e vigoria vegetativa maggiori, le file vengono distanziate 90-120 cm, con piante a 15-20 cm sulla fila. La profondità di semina può variare da 2-3 cm nei terreni più tenaci e compatti fino a 5-6 cm nei suoli più sciolti.

 

Per facilitare l'emergenza delle piantine, si può praticare la pregerminazione, avvolgendo per alcuni giorni i semi con pezzuole di tela inumidite con acqua tiepida, mettendoli a dimora appena compaiono le radichette.

 

Le irrigazioni dovranno essere abbondanti, tranne che in periodo di fioritura, quando l’acqua in eccesso potrebbe compromettere l’allegagione del frutto. È infatti molto sensibile agli stress idrici e necessita di un terreno costantemente in tempera. Dopo la semina, irrigazioni regolari consentono un'emergenza uniforme delle piantine, mentre in fioritura la siccità causa gravi cascole fiorali, e altrettanto esigente è la fase d'ingrossamento dei baccelli. Le irrigazioni si possono eseguire per aspersione, che però predispone all'insorgenza di malattie fungine, oppure per scorrimento (soprattutto per varietà rampicanti) o tramite manichette.

Le sarchiature, eseguite superficialmente, garantiscono una buona aerazione degli apparati radicali e ostacolano lo sviluppo della vegetazione infestante.

La rincalzatura, effettuata con piante alte 15-25 cm, favorisce un miglior affrancamento ed è consigliata in caso di irrigazione per scorrimento. 

La raccolta avviene dopo circa 60 giorni dalla semina e prosegue per 2-3 mesi nelle varietà rampicanti, mentre il ciclo per le varietà nane è sicuramente più breve.

Ottimo consociarla con sedano, zucca e melone; ancora meglio con il mais, che svolge anche il ruolo di sostegno.

I tutori

 

Un sistema di sostegno è necessario per le varietà rampicanti, per es. costituito da canne o pali in legno di altezza compresa fra 2 e 3 m, da disporre in diversi modi: fissati a ogni singola pianta, con un migliore arieggiamento dell'impianto; a spalliera, con pali raccordati da fili di ferro fissati a robusti tutori posti all'estremità dei filari; a cavalletto, incrociandone due e fissandoli l’uno all’altro alla sommità.

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Disposizione dei tutori (rametti d'albero) per i fagioli rampicanti.

Si possono anche impiegare reti in materiale plastico, alte circa 2 m, che vengono distese in verticale nel senso del filare e sostenute all'estremità da robusti sostegni. Consentono un facile ancoraggio delle piante e, nonostante il costo superiore a quello dei normali tutori, possono essere utilizzate per diversi anni (se raccolte, pulite e ben conservate in luogo chiuso e asciutto a fine stagione), grazie alla robustezza e praticità.

 

Malattie e parassiti dei fagioli

Tra malattie e parassiti del fagiolo, l'antracnosi (Colletotrichum lindemuthianum) si manifesta a carico di diversi organi della pianta: sui baccelli, dove l'infezione è più evidente, provoca la comparsa di macchie depresse di colore bruno con bordi nerastri. L'infezione è favorita da condizioni di elevata umidità e può essere controllata impiegando varietà resistenti o tolleranti, adottando ampie rotazioni colturali, asportando e distruggendo i residui della vegetazione infetta o, nei casi più gravi, con applicazioni a base di sali di rame.

Queste ultime sono efficaci anche contro la ruggine (Uromyces appendiculatus), responsabile di ingiallimenti e necrosi delle foglie, e sono utili per contenere le batteriosi.

La muffa grigia (Botrytis cinerea) può causare seri danni nei cicli autunnali e nelle coltivazioni in coltura protetta: si riconosce per la presenza, su foglie e baccelli, del tipico micelio grigiastro.

Tra i parassiti animali, attenzione al tonchio, un coleottero le cui larve scavano gallerie all'interno dei semi, penalizzandone qualità e conservazione. I danni possono essere contenuti ritardando le semine, raccogliendo i baccelli con tempestività, intervenendo con derivati del piretro o conservando i semi non destinati alla semina nel congelatore.

Contro gli afidi è opportuno eliminare le infestanti presenti in prossimità delle aiuole e ricorrere, in caso di necessità, all'impiego di piretro o macerati d'ortica. Anche la consociazione con santoreggia sembra esercitare una buona azione di contenimento.

 

Ecco il nostro video tutorial sulla semina di fagioli e fagiolini:

Per approfondire

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31448 - Ultima modifica: 2020-04-17T13:05:49+02:00 da Elena Tibiletti
Fagioli, come coltivarli al meglio - Ultima modifica: 2020-05-06T07:57:45+02:00 da Redazione Passione In Verde