C’è una pianta spontanea che è conosciuta con il nome di “erba dei cantanti” perché ha proprietà benefiche sulle prime vie respiratorie: si chiama erisimo (Erysimum = Sisymbrium officinale), ed è “fratello” dell’Erysimum linifolium dai fiori viola che si coltiva nei giardini a scopo ornamentale (vedi in fondo), e “cugino” delle ben più note violacciocche (Erysimum = Cheiranthus cheiri, Matthiola incana).
Perfino il nome erisimo si riferisce alle sue proprietà indiscusse: deriva dal greco eruo = io salvo e oimos = canto. Altri nomi popolari con cui è chiamato sono erba del cantante, sisimbro ed erba cornacchia.
Nota fin dall’antichità, solo nel XVI secolo cominciò a essere studiata “scientificamente” per le sue proprietà officinali. L’erisimo divenne, fin dal ‘700 la pianta dei cantanti, degli attori di teatro e degli oratori. Si dice che nel 1951 il tenore Tito Schipa, due ore prima di uno spettacolo, fosse completamente afono e che, solo dopo aver assunto una tisana di erisimo, fosse riuscito a esibirsi con una buona performance.
Com’è fatto l’erisimo
Pianta annuale della famiglia delle Crucifere o Brassicacee, è spontanea e diffusa in tutta Europa, dalle coste all’alta collina, nelle zone incolte, lungo muri, macerie e strade. Piantina erbacea, ha un fusto eretto e ramificato, alto fino a 60 cm. Le foglie basali sono piccole e pennate con lobi dentati, quelle superiori sono astate e intere. I piccoli fiori (ø 0,6-0,8 cm) di colore giallo frittata, a 4 petali come per tutte le Crucifere, sono portati in infiorescenze apicali a racemo, da marzo sino a ottobre.
Come si raccoglie
Si raccoglie la pianta intera fiorita in maggio-giugno, tagliando gli ultimi 15-20 cm dei fusti. Si riuniscono a mazzetti e si fanno essiccare all’ombra e all’aria. Poi si staccano le sommità fiorite e si conservano in vasetti di vetro al buio. Questa la tecnica di essiccazione, tuttavia si consiglia l’uso della pianta fresca, perché l’essiccazione porta a una perdita importante dei principi attivi. In alternativa ci si avvale della tintura madre che viene preparata a partire dalla pianta fresca, con un titolo del 65°.
Le proprietà dell’erisimo
La pianta contieneglucosinolati, flavonoidi, tannini, cumarine e steroli che la rendono antinfiammatoria, calmante della tosse, fluidificante del muco, emolliente delle vie respiratorie e digerenti, antibatterica. Serve quindi contro l’abbassamento di voce, la raucedine, la tosse da fumo, la laringite, la faringite e la tracheite.
Attenzione: per precauzione evitare in caso di ipotiroidismo, in gravidanza e in allattamento.
Rimedi naturali con l’erisimo
- Contro la tosse: infondere 1 cucchiaio di erba secca in una tazza di acqua bollente per 15 minuti, filtrare e bere 2-3 tazze al giorno, eventualmente addolcito con miele di timo o lavanda.
- Contro laringite, faringite, tracheite: 60 gocce di tintura madre idroalcolica in un bicchiere d’acqua 1-2 volte al giorno dopo i pasti.
- Prima di cantare, recitare, parlare in pubblico: 5 gocce su un cucchiaino di miele.
Cosmesi all’erisimo
- Bagno decongestionante della pelle: infondere 50 g di fiori secchi in 1 litro d’acqua, filtrare e aggiungere all’acqua del bagno.
L’erisimo in cucina
Si utilizzano le foglie giovani e i boccioli non ancora aperti, entrambi dal sapore amarognolo. Si aggiungono crudi alle insalate o cotti al posto degli spinaci.
Erysimum linifolium, il “fratello” da fiore
L’Erysimum linifolium è una pianta ornamentale perenne dai fiori viola chiaro da maggio a settembre, perfetta per bordure, roccaglie, muri a secco e anche per il vaso, sempre in posizione assolata (in ombra non fiorisce). Resiste dal mare all’alta montagna perché tollera temperature fino a –15 °C. Non ha preferenze in fatto di terreno, che può essere leggermente acido, neutro o basico, purchè sia fertile e molto ben drenato per evitare marciumi.
In estate in vaso va annaffiata almeno 2 volte a settimana, mentre in giardino solo se non piove per più di 15 giorni. Nelle restanti stagioni l’irrigazione non è necessaria. Gradisce due concimazioni annuali, in aprile e in settembre, con un concime organico (es. stallatico pellettato).
Si può riprodurre da seme, seminando a febbraio in una seminiera al caldo e trapiantando a dimora dopo circa 2 mesi.
Ne esistono alcune varietà floricole, profumate come la violacciocca.