Coriandolo, coltivare l’aromatica della cucina orientale

Il coriandolo si coltiva facilmente, per ricavarne le foglioline e i semi, largamente usati nella cucina orientale. Ecco come si fa

Il coriandolo (Coriandrum sativum) deve il nome alla denominazione greca della cimice, il cui odore per alcuni somiglia a quello della piantina.

Questa Apiacea o Ombrellifera proviene dall’Europa meridionale e Mediterraneo orientale, da dove raggiunse India e Cina e, grazie ai Romani, l'Europa nord-occidentale; oggi si coltiva dalla Russia ai Balcani, in Marocco, e dagli Stati Uniti al Sud America.

Com’è fatto il coriandolo

Pianta erbacea annuale con fusto eretto (40-60 cm) ramoso e striato, con foglie basali dal picciolo lungo e suddivise in tre foglioline dentate, foglie superiori simili a quelle del prezzemolo, color verde chiaro; tutte emanano un odore forte e sgradevole. In maggio-luglio compaiono piccole ombrelle di fiori bianco-rosati. Anche i frutti acerbi, piccoli acheni di colore giallo-bruno uniti a formare una sfera, hanno sentore sgradevole che, a maturazione, si trasforma in aroma di agrumi.

Dove e come si coltiva

Si coltiva in tutta Italia indifferentemente in vaso o in piena terra.

Si pone in vaso di plastica di almeno 20 cm di diametro per pianta. Non presenta particolari esigenze di terreno, ma la posizione deve essere ben soleggiata. Le annaffiature devono essere regolari in estate. Non serve la concimazione.

Si semina in maggio direttamente a dimora in terra o nel vaso interrando a circa 2 cm i semi, dopo aver lavorato bene il terreno e mantenendo tra le file una distanza di circa 30 cm; al comparire della quarta foglia si dirada. Teme le gelate tardive: tenete a portata di mano teli di non tessuto da usare all’occorrenza. Non ha altri nemici.

Come si usa il coriandolo in cucina

Le foglioline entrano fresche nella cucina orientale, dal Marocco alla Grecia, dalla Turchia all'India, dalla Cina al Giappone, sparse su insalata e verdure cotte, in minestre e stufati, e nello yogurt.

Più conosciuto è l'impiego del frutto (o seme), tostato e macinato, abbinato in Gran Bretagna a marinate, insaccati, bolliti, selvaggina, sottaceti, birra e liquori (gin); mentre nei Balcani si usa per pane, pasticcini, torte, salse, aceto e curry.

Il termine inglese "curry" riguarda una miscela di nove spezie diverse: cannella, cardamomo, chiodi di garofano, coriandolo, cumino, curcuma, noce moscata, pepe, zenzero; la diversa quantità di ciascuna di esse crea le numerosissime varianti di sapore esistenti (Ceylon, Madras, English, Vindaloo ecc.), più o meno piccanti, indispensabili nella cucina indiana, dove il curry si sposa con riso, pesce, crostacei, salse a base di panna e spezzatini di carne; la polvere, sciolta in una tazzina d'acqua calda, va unita alla preparazione all'inizio perché l'aroma si sprigiona durante la cottura.

Vi regaliamo la squisita ricetta dei Falafel di piselli al coriandolo in crema di carote.

Contro l’alitosi masticate 3-4 frutti essiccati.

Per approfondire

AROMATICHE PER TUTTI
Sul balcone, in terrazzo, in giardino
31059 - Ultima modifica: 2020-04-01T18:41:49+02:00 da Elena Tibiletti
Coriandolo, coltivare l’aromatica della cucina orientale - Ultima modifica: 2020-04-28T07:56:26+02:00 da Redazione GI