«Andiamo a fare un giro sabato pomeriggio?». «No, grazie, purtroppo non posso: devo tagliare l’erba, come ogni sabato…». È una corvée che tocca buona parte dei proprietari di un giardino con tappeto erboso da maggio fino a settembre. Eppure, a volte, potrebbe essere evitata, riducendo l’impegno a due volte al mese o addirittura a nessuna…
Non vi stiamo consigliando di avvalervi di un giardiniere (peraltro, un escamotage possibile se si ha disponibilità economica), ma di pensare a soluzioni alternative, legate a un diverso approccio al problema o a nuove macchine o anche a una sostituzione dell’erba con specie decisamente più funzionali e materiali inerti.
Perché tagliare l’erba
Innanzitutto: perché bisogna tosare il prato? La risposta più ovvia è: "Per non trovarsi con l'erba alta", ed è indubbiamente corretta, visto che bisogna evitare che le graminacee fioriscano, indebolendosi e imbruttendosi. Inoltre, una tosatura regolare durante il periodo di crescita stimola lo sviluppo dell'erba in larghezza (cioè l’accestimento) e quindi in densità, per ottenere un manto fitto e compatto: ne consegue che le graminacee del prato occupano tutti gli spazi vuoti, impedendo alle infestanti e al muschio di invaderli. Ma tutto questo non significa che lo sfalcio debba avvenire sempre e comunque una volta a settimana.
Non esiste infatti una regola fissa sul numero di volte in cui il prato va tosato. La frequenza dipende infatti dalle specie graminacee che costituiscono il prato (per es. loglio perenne e festuca richiedono più tagli della poa), e dall'utilizzo dello spazio (ornamentale, calpestabile, sportivo ecc.). E poi su queste costanti influisce il tasso di crescita del prato, che varia a seconda della temperatura e dell'umidità, ma anche in base alle concimazioni e irrigazioni.
Se proprio volete dei numeri, ovviamente generici, si può dire che è preferibile intervenire abbastanza spesso (ogni 7-14 giorni), tagliando poco (1-2 cm) in modo da mantenere sempre una sufficiente massa fogliare che consenta il buon funzionamento delle singole piantine d’erba. Per semplificare ulteriormente, si può aggiungere che la tosatura è necessaria quando le foglioline si sono allungate di almeno 3 cm rispetto al taglio precedente.
Ma su queste regolette generiche si innestano le variazioni legate alla stagione.
Cosa fare mese per mese
Le operazioni di tosatura, sospese da novembre a febbraio, si ripresentano puntuali con la ripresa vegetativa primaverile. Il primo taglio si effettua in marzo, a inizio mese al Sud e alla fine nel Nord Italia, quando l'erba ha superato i 6-7 cm d'altezza e la temperatura si è stabilizzata sui 15-16 °C. Serve per stimolare la ripresa dopo il lungo letargo, a patto di non rimuovere nel complesso più del 30% dell'altezza totale dell'erba, cioè solo i nuovi getti.
In aprile e maggio la temperatura sempre più dolce e le benefiche piogge primaverili favoriscono una vistosa crescita degli steli. Ne discende che bisogna abbassare il livello di taglio (lasciando dai 2 ai 5 cm d'altezza degli steli, a seconda delle specie), asportando fino al 40% del tessuto vegetale.
In giugno il ritmo deve cambiare: il solleone colpisce maggiormente l'erba tagliata bassa, che soffre di più per il caldo e la siccità. Quindi, sino all’inizio di settembre nel Nord e alla fine del mese nel Sud, bisogna alzare il livello di taglio di 2-4 cm, diradando gli interventi (ogni 10-20 giorni).
In settembre e ottobre, con le prime piogge e l'attenuazione del calore, la tosatura si riassesta sulle indicazioni primaverili.
L'ultimo taglio prima dell'inverno, da svolgere tra fine ottobre-inizio novembre, cioè quando l'erba ha quasi smesso di crescere, va effettuato piuttosto basso (1-2 cm in meno rispetto alla primavera e autunno), per migliorare la resistenza dell'erba al freddo e alle intemperie.
Se però il prato è infelicemente all'ombra, tutti i valori di taglio indicati vanno spostati di 1-2 cm più in alto durante l'intera stagione.
Come si taglia
La tosatura incide moltissimo sulla bellezza e salute del tappeto verde ed esistono alcune regolette che vanno rispettate. Innanzitutto, non bisogna sfalciare quando il terreno è secco e asciutto, ma neppure quando il prato è ancora bagnato, per la pioggia o l'irrigazione. Nel primo caso le piantine non potranno riprendersi subito dallo choc dell'operazione, mentre nel secondo si possono diffondere le spore dei funghi patogeni portate in giro dal tosaerba dentro a un velo d’acqua; inoltre l'erba bagnata e tagliata si impasta sulle lame. Il momento ideale della giornata è il pomeriggio, dalle 17 in poi durante l'estate e dalle 14 in poi nelle altre stagioni.
Le lame devono essere sempre perfettamente affilate, soprattutto se sono lame orizzontali (rotative): quanto più il taglio è impreciso, tanto più le foglioline appariranno sfrangiate, brutte e attaccabili da spore fungine.
Rispetto all'intervento precedente, sarebbe bene cambiare la direzione di tosatura, preferibilmente perpendicolare alla precedente.
Il tosaerba classico
Nuovo o vecchio che sia, il tosaerba è il re dell’operazione e va scelto con cura. I modelli con motore a scoppio sono adatti per superfici di media entità (400-1.000 mq), mentre per vasti tappeti erbosi (>1.000 mq) sono necessari rider o trattorini. Per piccoli spazi (<400 mq) sono perfetti i rasaerba elettrici, quando gli ostacoli nel prato sono pochi e si dispone di una presa elettrica facilmente raggiungibile, o quelli a batteria, privi dell’ingombro del cavo per aggirare qualsiasi ostacolo.
Il fronte di taglio deve essere adeguato alla superficie da tagliare: 30 cm per 3-400 mq, 40 cm per 5-600 mq, oltre 50 cm per spazi superiori.
Le macchine dotate di apparato di taglio elicoidale offrono la precisione di taglio, che risulta netto e non sfilacciato: l’erba rimarrà più forte e sana, riducendo il rischio di malattie fungine.
La capacità del cestello raccoglitore è determinante: quanto maggiore è, tanto minori saranno le interruzioni per svuotarlo, fattore apprezzabile soprattutto in superfici medio-grandi. Da valutare anche la facilità di sganciamento del cestello stesso. Interessante anche la presenza di un dispositivo compattatore, che mantiene contenute le dimensioni del cestello pur garantendo un’ampia capacità di raccolta.
La funzione mulching elimina la necessità di svuotamento del cestello, ma è poco consigliabile in zone umide e piovose, dove il residuo, anche finemente sminuzzato, può favorire la comparsa di malattie fungine, e in aree secche e assolate, dove il processo di decomposizione fatica a innescarsi, soffocando l’erba.
Le dimensioni dell’attrezzo, o la possibilità di smontarlo o ripiegarlo con facilità sono importanti perché gli spazi di ricovero sono spesso ridotti.
Bisogna poter provare a condurre l’apparecchio, così da valutarne la maneggevolezza e la leggerezza (vale soprattutto per chi è di corporatura gracile).
Sono preferibili modelli dotati di avviamento facilitato e manutenzione semplificata. Fatevi mostrare dal rivenditore come vanno compiute le principali operazioni di manutenzione ordinaria.
Ricordatevi che la vita dell’apparecchio si allunga se, dopo ogni intervento, viene accuratamente ripulito dai residui, se si effettua regolarmente la manutenzione a inizio e fine stagione, e se l’attrezzo viene sempre ricoverato al coperto.
Per grandi spazi il rider
Il trattorino tosaerba o rider è l’apparecchio più indicato quando l’erba da falciare si estende sopra i 1.000 mq: si lavora seduti, in tutta comodità, come se si guidasse una piccola macchina, che peraltro fa tutto da sola, una volta impostate correttamente le funzioni desiderate.
È un attrezzo versatile e facile da usare, a patto però che non lo si confonda con un go-kart. Per evitare incidenti a sé e agli altri, è consigliabile osservare alcune semplici regole di sicurezza prima, durante e dopo l’uso del mezzo.
Innanzitutto il trattorino non va mai lasciato incustodito col motore acceso, né parcheggiato su terreni in pendenza senza aver prima frenato le ruote. Va avviato solo dopo essere saliti a bordo: sul mezzo deve salire solo il conducente, e quando si deve attraversare una strada o un marciapiede l’apparato di taglio va spento.
Durante la marcia il mezzo non va mai inclinato: le quattro ruote devono sempre essere a contatto del terreno. Se affrontate tratti scoscesi, lavorate sempre dall’alto verso il basso lungo la linea di massima pendenza, per evitare ribaltamenti laterali. Se però l’inclinazione fosse eccessiva, evitate l’uso dell’apparato di taglio e completate il lavoro con un decespugliatore o con una falce a mano.
A lavoro ultimato, attendete che l’apparato di taglio si sia fermato prima di scendere dal trattorino, e poi lasciate raffreddare il mezzo prima di intervenire per la pulizia e la manutenzione.
Per rifinire i bordi
Dopo l’intervento di tosatura, restano da effettuare i tagli di rifinitura lungo bordi, muretti, aiuole, vialetti, sentieri, recinzioni... Per raggiungere i punti meno accessibili senza danneggiare le piante o le pietre circostanti, sono due le soluzioni proposte sul mercato: le forbici da prato, manuali (consigliate quando le zone da rifinire sono limitate) o a batteria (per superfici lineari superiori a 200 m), e i trimmer o tagliabordi, bordatori, rifilabordi.
Quando la metratura è inferiore a 100 metri lineari, bastano le economiche forbici tagliaerba manuali, con lame lunghe che consentono di tagliare i fili d'erba negli spazi più angusti senza fare danni.
Le forbici a batteria, che eliminano sia la fatica fisica (e i crampi alle mani), sia il problema del cavo alimentatore, sono dotate di lama a pettine larga da 8 a 10 cm a seconda del modello e hanno un’autonomia variabile fra i 30 minuti (sufficienti per 600 m) e i 60 minuti (per 1200 m). L’impugnatura le rende comode da utilizzare anche a terra, ma quasi tutte le versioni possono essere dotate di manico telescopico (con lunghezza regolabile in proporzione all’altezza e alle preferenze dell’utente), che ne consente l’impiego in posizione eretta, come se si trattasse di un rasaerba, evitando di rimanere inginocchiati: opzione decisamente interessante soprattutto nel caso in cui si debba lavorare a lungo e su terreno irregolare.
Al momento dell’acquisto controllate che l’inclinazione del manico o delle lame sia regolabile per raggiungere le posizioni più impossibili, e che le lame siano facilmente sostituibili, quando necessario, preferibilmente senza uso di attrezzi (incastro a scatto). Anche il manico telescopico deve poter essere ruotato su entrambi i lati per consentire di raggiungere i punti meno accessibili. Il carter smussato agevola l’uso. Il pattino di scorrimento consente di spostare più facilmente l'attrezzo mantenendo sempre la stessa altezza di taglio. La lama in acciaio temprato è riaffilabile, quella protetta da rivestimento andiaderente è più scorrevole e ha lunga durata.
Il trimmer è analogo alle cesoie da prato, ma essendo disponibile in molteplici versioni, sia a batteria che elettriche, soddisfa le più svariate esigenze. Di aspetto simile ai decespugliatori, ma molto meno potente e più leggero e pratico da usare nei piccoli spazi, è anche molto più silenzioso, ottimo per mantenere buoni rapporti con il vicinato… Il motore infatti è elettrico ed è necessaria la presa di corrente; esistono però modelli a batteria, meno potenti. I modelli più evoluti hanno una larghezza di taglio di 30 cm e testa orientabile a 180° per ottenere un taglio orizzontale o verticale, taglio che avviene mediante il solo filo di nylon. Un accessorio importante è la slitta di protezione che evita il contatto fra il filo e oggetti quali alberi, piante o muri.
Al posto dell’erba
Se, nonostante l’allungamento degli intervalli di taglio e l’abbondanza di macchine che velocizzano l’operazione, vi siete stufati dell’erba da regolare periodicamente, non è necessario lastricare tutto il giardino, o seminarlo interamente con sementi di prato fiorito (che richiedono solo due tagli in tutto l’anno, in giugno e in settembre). C’è infatti una gradevole soluzione intermedia che fa al caso vostro.
Lastricate con pietre o legno i sentieri di passaggio e le zone di sosta (gazebo, ombrellone, solarium ecc.) e tutt’intorno mettete a dimora piantine tappezzanti, che sopportano solo sporadici calpestamenti, ma che non richiedono tagli né altre operazioni di manutenzione, salvo l’irrigazione.
All’ombra (dove comunque le graminacee danno spesso risultati insoddisfacenti) potete sperimentare Pachysandra terminalis, Ophiopogon (sin. Convallaria) japonicum, Lamium galeobdolon ‘Variegatum’, Tiarella cordifolia, Hepatica nobilis, Cyclamen europaeum, Lippia nodiflora tra le erbacee; Cotoneaster horizontalis, Hedera hybernica e Juniperus prostratus tra gli arbusti.
A mezz’ombra si consigliano invece Campanula poscharskyana, Convallaria majalis, Epimedium grandiflorum, le felci, Geranium macrorrhizum, Hypericum calycinum, Lonicera pileata e Vinca minor.
In assoluta sicurezza
Qualunque sia l’attrezzo prescelto e la frequenza con cui lo usate, la sicurezza deve sempre rimanere al primo posto.
Prima di avviare l’apparecchio, eliminate tutti gli eventuali oggetti presenti sul tappeto erboso, dai giocattoli agli ossi, fino a bottiglie e cartacce. Controllate il vostro abbigliamento: no agli abiti larghi o con parti pendenti perché si possono impigliare, nel migliore dei casi strappandosi, nel peggiore tirandovi a contatto con il motore o le lame.
Tutte le macchine a motore non vanno utilizzate con la testa altrove, anche se ormai sono sempre munite di dispositivi di sicurezza che prevedono l’arresto se adoperate in maniera scorretta. Soprattutto al primo impiego di un nuovo apparecchio, studiate il comportamento prima di lanciarvi nelle operazioni da espletare: non è detto che il tosaerba appena acquistato abbia le stesse reazioni del vecchio al quale eravate abituati.
Se usate una macchina elettrica, attenzione al cavo – è un attimo tranciarlo – e all’eventuale surriscaldamento del motore, che potrebbe innescare scintille foriere d’incendio. Meglio avvalersi di una presa esterna, installata da un elettricista, senza mai tirare il filo, che va posizionato sulla spalla, proprio per non falciarlo. Gli apparecchi moderni interrompono subito il funzionamento in caso di danni al cavo, ma accertatevi che l’impianto elettrico sia a norma di legge (con messa a terra e salvavita inseriti). Eseguite il lavoro calzando un paio di scarpe con suola in gomma. Alla fine, spegnete l’attrezzo mediante il pulsante sulla scocca, non staccando la spina. Non operate mai con la pioggia e fate attenzione nei pressi di rubinetti, vasche, laghetti.
Le cesoie andrebbero trasportate con un coprilama, mai infilate direttamente nelle tasche dei pantaloni: in caso di caduta potreste ferirvi seriamente. Sembra banale, ma attenzione a dove mettete le dita mentre tagliate!
Al taglio ci pensa il robot
I robot tosaerba, lanciati sul mercato una quindicina di anni fa, sono ormai macchine evolute, efficienti e affidabili. Ne esistono modelli in grado di soddisfare qualunque esigenza. L’unico neo? Il prezzo, ancora superiore rispetto a un rasaerba tradizionale. Ma volete mettere la comodità?
Con tutti i modelli basta delimitare con picchetti e cordino (forniti in dotazione) i confini dell’area da falciare: sarà il robot a evitare gli ostacoli (che non devono essere eccessivi) all’interno del perimetro assegnato grazie al sensore di sicurezza.
Tutti sono silenziosissimi ed ecologici perché funzionano a batteria ricaricabile. I robot tornano da soli alla stazione di ricarica quando si stanno scaricando, per poi ripartire se avevano lasciato il lavoro a metà.
Il display è largo e facilmente programmabile. Su alcuni modelli si imposta il taglio a cadenze fisse, altri invece vanno avviati manualmente, altri ancora sentono se il terreno è ancora umido e quindi possono risparmiarsi il turno, altri infine si programmano via iPhone o tablet.
Esistono modelli che tagliano da 200 a 20mila mq, quindi l’estensione del tappeto erboso è del tutto ininfluente sull’uso di questi factotum. Possono effettuare anche il mulching.
Quasi tutti sono dotati di antifurto, anche satellitare e di password di sicurezza.
Quando serve un decespugliatore
Lo dice il nome stesso, alludendo ai “cespugli”: è una macchina adatta per lavori di un certo impegno, e quindi eccessiva per un fazzoletto di prato intorno a una villetta. Per un prato pianeggiante fino a 1000 mq, un tagliabordi con motore elettrico, di cui si parla nell’articolo, è più che sufficiente.
Il decespugliatore, invece, è consigliabile per superfici superiori ai 1000 mq, soprattutto se sono presenti dislivelli e se ci sono erbe tenaci o piccoli arbusti. In teoria, fino a una superficie di 2000 mq, il decespugliatore potrebbe sostituire il rasaerba: in realtà la precisione di taglio è troppo approssimativa.
Tra i vantaggi del decespugliatore rispetto al tagliabordi ci sono l’assenza del cavo elettrico, la maggiore potenza, la grande versatilità d’uso perché, oltre alla testina a due o più fili, può montare lame tagliaerba a due o più denti, coltelli da boscaglia o seghe circolari per il taglio di piccoli cespugli.
I limiti sono l’esatto opposto: maggior peso, più rumore, presenza di gas di scarico, necessità di manutenzione (carburante, lubrificante, candele ecc.), maggior rischio nell’uso.
I decespugliatori si dividono tra i modelli ad asta rigida, con il motore posto all’estremità opposta rispetto alla lama, e i modelli spalleggiati, spesso usati a livello professionale: il motore è montato su una sorta di zaino, che l’operatore porta sulle spalle.
Due anche i tipi più diffusi di impugnatura: circolare (o “a omega”), di buona manovrabilità, e a manubrio, adatta a grandi superfici ma meno gestibile su forti pendenze o su terreni accidentati.
Su tutti i modelli attualmente in commercio, il movimento della lama si blocca all’istante non appena si rilascia il pulsante posto sull’impugnatura.
L’altezza di taglio
Ogni specie di erba da prato necessita di un taglio alla giusta altezza, determinata in base al buon funzionamento dell’organismo vegetale. Se si scende al di sotto del valore minimo, le piante si indeboliscono e offrono il fianco a malerbe e avversità.
Dall'alto verso il basso, il livello minimo di lunghezza degli steli raggiungibile è di 6 cm per Stenotaphrum secundatum, al di sotto del quale l'erba tende a diradarsi. Due graminacee a tessitura grossolana, come Festuca arundinacea e Lolium perenne, tollerano rispettivamente un limite di 3-5 cm e 4 cm d'altezza. Poa pratensis, una specie a tessitura più fine, non sopporta meno di 3 cm, mentre le agrostidi (Agrostis stolonifera, A. tenuis) e Festuca rubra resistono a una tosatura fino a 1 cm dal suolo.
Dopo il taglio
Terminata la tosatura "estensiva", rimane la rifinitura dei bordi e delle aiuole, da praticare con le apposite forbici o il rifilabordi.
Se il tosaerba è privo del cestello raccoglitore, il residuo di taglio rimane sul manto erboso, dal quale va rimosso accuratamente passando con il rastrello a denti stretti. Se si lascia sull’erba, ne provoca l’infeltrimento.
Inoltre alcune specie, come Festuca rubra, non sopportano limitazioni di aria e luce sulla loro superficie fogliare, che il residuo invece comporta.
Naturalmente, la prescrizione non riguarda chi possiede un tosaerba con sistema mulching, che sminuzza e polverizza il residuo restituendolo al prato sotto forma di concime.