legnaia neve
La legnaia deve proteggere la legna dall'umidità.
In inverno si tagliano gli alberi che non possono più rimanere lì dove sono. Come eseguire i diversi passaggi, fino al fuoco scoppiettante nel camino

In ordine alfabetico, tutte le voci che possono riguardare la legna, a partire dall'albero!

Abbattimento dell’albero: eseguibile con la scure o con la motosega. Operazione da studiare nei minimi particolari per i rischi che comporta la caduta della pianta. È consigliabile osservare diverse volte un professionista all’opera e, al momento del primo abbattimento, farsi assistere dall’esperto. Prendete tutte le misure di sicurezza necessarie alla propria protezione e a quella altrui (segnalare l’abbattimento in corso ed eventualmente bloccare il passaggio nei pressi). Create una via di fuga eliminando eventuali ostacoli (manufatti mobili, oggetti vari, cespugli o alberelli). Eliminate eventuali rami bassi che possono ostacolare l’operazione. Valutate in quale direzione far cadere l’albero: naturalmente laddove c’è più spazio aperto, ma tenete conto anche dell’eventuale inclinazione del tronco o del vento, se presente. Eseguite i tagli di caduta: il primo è inclinato verso il basso di 60° e profondo nel tronco per il 25% di esso; il secondo è orizzontale, sotto al precedente, fino a incontrarlo in profondità; in questo modo avrete eliminato un tassello avente la forma di un triangolo rettangolo; dal lato opposto eseguite un taglio di abbattimento in orizzontale, di qualche centimetro più in alto rispetto al precedente orizzontale, affondando fino al 65% del tronco, quindi lasciando un 10% circa di tronco intatto: è il cordone di collegamento che deve guidare la caduta. A questo punto si inserisce nel taglio di abbattimento un grimaldello (per alberi più piccoli) o un cuneo di legno o metallo, spingendolo dentro con una mazza, un colpo alla volta e ben direzionato, in modo da allentare progressivamente il cordone di collegamento e portare il tronco a cadere nella direzione desiderata.

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Nell'abbattimento il tronco deve cadere dalla parte opposta rispetto all'operatore...

Accendifuoco: cubetti di materiale petrolifero o di segatura pressata (ecologici, senza collanti e additivi, atossici, puliti e inodori) indispensabili per accendere velocemente stufe, caminetti e barbecue (ma per questi ultimi esistono anche numerosi prodotti specifici, inodori e atossici), senza dover lottare con pezzi di legna troppo grossi o umidi. Vengono commercializzati in confezioni di formato variabile: dalle tavolette da 24 pezzi fino alle scatole da 100 pezzi: vanno conservate in ambiente chiuso e asciutto.

Accetta: attrezzo costituito da un robusto e corto manico su cui si inserisce una lama  allargata nella parte tagliente e longitudinale rispetto al manico. Si utilizza con una mano sola, per compiere tagli su rami di alberi e arbusti del diametro max di 20 cm. Richiede una certa forza.

Ascia: accetta con manico lungo, da utilizzare per spaccare la legna appoggiando i pezzi su un ceppo di legno largo e basso. Oltre che forza, richiede attenzione perché la legna, spaccandosi, potrebbe schizzare via secondo traiettorie imprevedibili. Il suo uso richiede, oltre ai guanti antitaglio, gli occhiali di protezione.

Benzina: durante il funzionamento della motosega con motore a scoppio, anche nei modelli muniti di catalizzatore vengono prodotti gas di scarico nocivi, seppure inodori e invisibili. È bene quindi non lavorare mai in luoghi chiusi o poco ventilati. Dato poi che dall’apparecchio possono sprigionare vapori di benzina facilmente infiammabili, è raccomandabile evitare di fumare sia durante l’utilizzo, sia in presenza della macchina accesa o spenta da poco.

Caminetto: quello classico è aperto e munito di una cappa il cui tiraggio deve essere perfetto per far bruciare bene la legna e non inondare la stanza di fumo; ha il difetto di scaldare solo frontalmente, perché la maggior parte del calore se ne va attraverso la cappa, quindi la sua efficienza calorica è piuttosto bassa e può andare bene nelle serate fresche di mezza stagione; deve essere munito di alari su cui appoggiare i ciocchi di legna e di parascintille per evitare incendi. La stufa-caminetto è un inserto monoblocco a parete, dove uno sportello vetrato apribile permette di caricare la legna e di osservarne i giochi di fiamme mentre brucia, ma senza alcun pericolo di scintille. Se emana calore verso altre stanze attraverso condotte e bocchette appositamente predisposte, si tratta di un termo-caminetto, in grado di scaldare un intero, piccolo appartamento. Infine esiste anche il termo-caminetto con acqua calda sanitaria che, in più, riscalda anche l’acqua per il bagno, veicolandola nella stanza attraverso tubi dedicati.

Ceduo: bosco destinato al taglio periodico per ricavarne legname, generalmente da ardere. In genere il ceduo è stato creato dall'uomo proprio a questo scopo, utilizzando specie pollonifere (il cui apparato radicale emette più di un fusto, soprattutto se i fusti esistenti vengono tagliati), come querce, frassino, castagno, carpini, faggio ecc. Il taglio del ceduo avviene ogni anno tra l'estate e l'autunno, eliminando per ogni albero il tronco più vecchio e lasciando intatti tutti gli altri. Su una stessa pianta si ritorna solo dopo 10-15 anni.

Cenere: ottimo fertilizzante organico perché apporta buone quantità di fosforo e potassio e un poco di magnesio e di calcio, che rimangono disponibili per le piante per tre-quattro mesi. Non va utilizzata tale e quale, bensì incorporata alla terra durante l’ultima lavorazione nell’orto oppure mescolata al letame maturo oppure al compost durante la fermentazione. Le dosi sono di 20 kg/100 mq sul terreno e 1 kg/10 kg di compost. Deve essere cenere di sola legna, compresa quella derivante dalla bruciatura di potature, erba e foglie secche, oppure cenere di carbone di legna o di mattonelle di residui vegetali pressati (vinacce, panelli dell’olio, segatura); l’accendifuoco utilizzato deve essere quello ecologico. Vietatissima la cenere prodotta da mattonelle di residui petroliferi o da ovuli di carbon fossile: contengono metalli pesanti, nocivi alla salute. Attenzione: la cenere rende basico il terreno.

Cippatura: frantumazione dei residui di potatura e di manutenzione delle piante mediante un apposito apparecchio chiamato cippatore, per ricavarne materiali maneggevoli per dimensioni. La macchina è comunemente in uso presso le aziende agricole con alberi. I materiali cippati sono utili per pacciamature, concimazioni, combustione ecc., a seconda del grado di frantumazione.

Dispositivi tecnici di protezione: i migliori modelli di motosega hanno una serie di protezioni di serie, come il perno di sicurezza della catena, che la blocca se si sgancia o si rompe; il blocco del gas qualora non vengano premuti entrambi i pulsanti di funzionamento; il comando di arresto immediato; il freno catena che protegge da eventuali contraccolpi durante il lavoro.

Distanza di sicurezza: durante l’abbattimento di un albero è rappresentata dal doppio dell’altezza della pianta a partire dalla sua base; durante il taglio di rami dell’albero almeno una decina di metri dal punto di lavoro; durante il taglio della legna almeno 8 metri dal ceppo di taglio.

Eliminazione dei rami: dopo aver abbattuto l’albero, ponetevi di lato, andando dal ceppo verso l’apice e, con la motosega, tagliate i rami laterali nel punto d’inserzione sul tronco. Molta attenzione se il tronco è vicino al terreno: potreste toccare qualcosa con la punta della lama e subire un contraccolpo.

Fiammiferi: la loro punta contiene clorato di potassio ed esplode quando viene sfregata sulla base del fosforo rosso. Quando il fiammifero si accende, la temperatura della fiamma raggiunge gli 800 °C.

Giardino privato: prima di abbattere un albero (da una certa dimensione in su) nel giardino di vostra proprietà, informatevi presso il Comune se siano necessarie autorizzazioni all’abbattimento, cosa indispensabile nella maggior parte dei Comuni italiani anche in caso di alberi malati o già morti, e se sia altrettanto vincolante la piantagione di un nuovo albero al posto di quello abbattuto.

Hemlock: legno della Tsuga heterophylla, grande conifera nordamericana. Viene utilizzato per realizzare parquet, resistenti e gradevoli dal punto di vista estetico. In America gli scarti di lavorazione vengono utilizzati per la combustione.

Indumenti protettivi: i pantaloni antitaglio (nei quali sono inserite fibre metalliche che impediscono alla lama di arrivare a contatto con la pelle) sono caldamente raccomandati per proteggere le gambe. Indossate sempre scarpe o scarponi con protezione antitaglio (con lama metallica nella suola e nella punta della tomaia) e suola antiscivolo. Proteggete le mani con un paio di robusti guanti da lavoro, gli occhi con un casco dotato di visiera protettiva e cuffie antirumore; se il taglio avviene con un attrezzo manuale, sono sufficienti gli appositi occhiali da lavoro.

Inverno: la stagione migliore per tagliare rami rotti, morti o malati, oppure ingombranti, così come gli alberi e gli arbusti da abbattere. È anche la stagione delle potature, più o meno accentuate, perché alberi e arbusti, sia caducifogli sia sempreverdi sono in completo riposo: da questo punto di vista, i mesi migliori sono gennaio e febbraio.

Legna: quella di latifoglie ha il potere calorifico maggiore a parità di volume con quella di conifere (cioè la resa energetica è maggiore e l’ingombro minore). La legna di conifere (pino silvestre, larice e abete rosso) è detta “dolce” e brucia rapidamente: è adatta per attizzare il fuoco o per cucinare con una fiamma vivace, ma tende a produrre molta fuliggine perché la resina impedisce una completa combustione. Fatica a bruciare, ma produce un fuoco lento e continuo quella di faggio, quercia o melo. Intermedia tra conifere e latifoglia è la legna di castagno e di frassino, che producono anche molte scintille (belle da vedere, ma pericolose senza un’adeguata protezione).

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Disposizione elegante della legna in tronchetti.

Legna già pronta per l’uso: la legna da ardere reperibile in commercio è un prodotto di qualità pronto all’uso. Più conveniente è il legno acquistabile dai rivenditori indipendenti, sulla cui qualità però si possono aprire punti interrogativi. Infatti, solo i rivenditori specializzati sono in grado di indicare il livello di umidità dei lotti di legna. Gli appositi strumenti di misurazione costano comunque pochi euro e sono consigliabili a tutti. La legna viene commercializzata in tronchetti o piccoli ceppi, confezionati in sacchetto di rete o in cassetta di legno. Si può trattare di legna di faggio, carpino o quercia, ottimi combustibili, oppure di legna di conifera (abete o larice), che brucia più in fretta. Lo stoccaggio dovrebbe avvenire in locali chiusi (quindi all’interno del punto vendita) perché, sebbene si tratti di un materiale già essiccato (umidità residua inferiore al 20%, grazie alla lunga stagionatura preventiva), la permanenza in esterni, anche al coperto, determina l’assorbenza di una quantità variabile di umidità, che potrebbe comportare una certa difficoltà nell’accensione.

Legnaia: punto di deposito della legna già tagliata e pronta per l’uso. Può essere all’aperto ma riparata dalla pioggia (da un tetto, un portico, un balcone…) oppure all’interno (in cantina, magazzino, capanno ecc.) purché ventilato. La legna va disposta in strati ordinati, mescolando pezzi di diverse dimensioni in modo da averli sempre a disposizione contemporaneamente, seguendo una precisa geometria. La catasta si eleva in verticale, delimitata ai due estremi da due robuste assi laterali collegate con fili di ferro a loro volta inframmezzati agli strati di legna. Oggi esistono anche modelli di legnaia prefabbricati e regolabili, dotati di cappucci o tettoie.

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Legnaia ben organizzata.

Luna: l’abbattimento di alberi destinati alla combustione va condotto in giornate calde e soleggiate e in fase di luna calante, quando la linfa ha un movimento ridottissimo all’interno del tronco e quindi non fornisce nutrimento agli insetti xilofagi (“che mangiano il legno”). Anche il taglio della legna va effettuato in luna calante, per il medesimo motivo. La sistemazione dei tronchetti nella legnaia va invece effettuata in luna crescente, in modo da favorire la rapida formazione di fessure da essiccamento. Infatti, la legna da ardere dovrebbe essere lasciata essiccare per almeno due anni in un luogo protetto e allo stesso tempo ben arieggiato, finché l’umidità non scende al di sotto del 20%.

Motosega: che sia elettrica o con motore a scoppio, è un attrezzo molto utile a patto che lo si usi correttamente. Altrimenti può essere molto pericoloso: una resistenza da parte del ramo che intendete tagliare potrebbe provocare un contraccolpo che vi sbilancia o comunque vi prende di sorpresa. Se prevedete solo un uso saltuario, è più conveniente acquistare un buon segaccio a mano o, tutt’al più, un’accetta. Esistono motoseghe professionali, adatte a un utilizzo frequente e continuato nella giornata, impiegate da boscaioli, taglialegna, operai forestali, agricoltori, manutentori del verde, giardinieri ecc.: sono tutte con motore a scoppio, molto potenti ed efficienti, in genere pesanti e relativamente rumorose. Ed esistono motoseghe “leggere”, più indicate per gli hobbisti che abbiano un bosco oppure un ampio giardino con molti alberi e non demandino la manutenzione al giardiniere: possono essere a motore a scoppio o anche elettriche, hanno una potenza e un peso minori e una maggiore semplicità d’utilizzo; sono quindi indicate anche per i meno esperti.

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La motosega va maneggiata con estrema cautela.

Nocealbero maestoso, alto fino a 30 m, dal legno pregiato, in genere utilizzato per creare un mobilio elegante e durevole. Se impiegato come legna da ardere, sprigiona un aroma forte e intenso, che conferisce piacevolmente al pane cotto nel forno.

Olmo: albero di prima grandezza il cui legno brucia molto lentamente con un ottimo potere calorico e risulta così tra i migliori legnami da ardere.

Olivoalbero dal tronco sinuoso e nodoso, ottimo come legna da ardere, capace di bruciare anche quando è verde per la presenza di olio al suo interno, che lo porta a produrre un fumo fragrante e aromatico all'inizio della combustione. Ideale anche per cucinare, in particolare prodotti da forno.

Pellet: sia le stufe sia i caminetti possono funzionare anche a pellet, una comoda alternativa alla legna da ardere, con un grado di umidità inferiore al 10%. Si tratta di un combustibile solido, naturale e biocompatibile, ottenuto mediante un processo industriale che trasforma gli scarti di segheria (segatura, tondelli, rifili ecc.) in piccoli cilindri di elevata densità. I pellet in commercio sono ricavati da legno di abete oppure da un misto di faggio e abete. La qualità è fondamentale sia per la tutela della salute umana, sia per il rispetto dell’ambiente, sia perché una scarsa qualità può determinare un malfunzionamento della stufa o una sua maggiore usura. Al momento dell’acquisto è necessario verificare che l’involucro riporti i riferimenti del produttore/importatore, per conoscere la provenienza del materiale: va però precisato che la qualità viene determinata in base alle caratteristiche del pellet e non alla sua provenienza, anche perché la materia prima utilizzata potrebbe arrivare da un Paese diverso da quello in cui avviene la produzione. Sulla confezione devono essere riportate le caratteristiche del prodotto, tra cui la percentuale di residuo di ceneri: un elevato contenuto di ceneri crea problemi di gestione delle stufe, condiziona la quantità di polveri presenti nei fumi e può nascondere la presenza di biomasse non combustibili (es. residui agricoli erbacei). Da controllare anche l’aspetto: il diametro dei cilindretti deve essere costante perché determina la quantità di materiale che cade nel bruciatore della stufa e quindi il suo ottimale funzionamento; la superficie dei cilindri deve risultare liscia e lucida. Il colore non è un indicatore di qualità, anche se il pellet di abete è di solito più chiaro, mentre quello di faggio ha un colore più scuro. Ma sulla tonalità può influire, oltre che la specie vegetale, anche il tipo di macchinario utilizzato per la produzione, così come la tipologia di scarto utilizzato e il relativo stoccaggio. Attenzione al contenuto di cloro, azoto e zolfo: sono indicatori importanti della qualità della materia prima; una quantità elevata potrebbe indicare la presenza di corteccia, colla, plastica, additivi organici e inorganici e conservanti chimici. Importante anche il potere calorifico, espresso in mJ/kg o in kcal/kg o anche in kWh/kg: indica l'energia termica sviluppabile dall'unità di massa e, se è eccezionalmente alto, potrebbe indicare la presenza di materie prime estranee al legno e incompatibili con il buon funzionamento della stufa. Sulla confezione è bene (ma non obbligatorio per legge) che sia indicata la conformità ad almeno uno degli standard di riferimento per il pellet, con relativo certificato. Queste indicazioni sono volontarie e, se sono presenti, stanno a dimostrare l'alta qualità del prodotto, garantendone anche la tracciabilità e la ripetibilità del ciclo produttivo. Gli standard più comuni, utilizzati nell’Unione europea, sono il certificato Dinplus, basato sulla normativa tedesca Din 51731 e rilasciato da un ente accreditato; il certificato Ö-Norm, fondato sulla normativa austriaca Ö-Norm M7135 e rilasciato da un ente accreditato; l’attestato Gold, italiano, basato sulle norme Cen/Ts 14961, Din 51731, Ö-Norm M7135 e rilasciato da Aiel - Associazione italiana energie agroforestali.

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Il pellet è comodo ed economico, ma deve essere certificato.

Portalegna: per trasportare la legna da ardere senza troppa fatica e tenerla accanto alla stufa o al caminetto in forma elegante esistono alcuni modelli di portalegna con ruote, e contenitori con forme estrose, assemblabili e componibili. Oppure si può ricorrere alla classica cesta in vimini, simpatica ma faticosa da trasportare quando è piena…

Pronto soccorso: quando imbracciate un attrezzo da taglio o una motosega, tenete a portata di mano un kit per pronto soccorso e il telefono cellulare (o un walkie-talkie se siete nei pressi di casa); se siete nel bosco portatevi anche un fischietto. Sarebbe comunque preferibile che un familiare o un amico rimanesse a portata di voce (ma non nel raggio d’azione) mentre operate.

Pulizia di caminetti e stufe: gli apparecchi che bruciano la legna vanno periodicamente controllati e puliti. A partire dalla canna fumaria, che va liberata dalla fuliggine almeno una volta l’anno o ogni 20-30 quintali di legna bruciata, per prevenire gli incendi in canna: esistono gli appositi prodotti antifuliggine, da bruciare una volta a settimana durante la stagione d’uso, mentre a fine stagione è buona norma chiamare lo spazzacamino oppure inserire nel camino a partire dal tetto lo scovolo per canna fumaria. I vetri degli sportelli si puliscono all’occorrenza con lo specifico prodotto puliscivetro, un detersivo dall’altissimo potere sgrassante, che combatte anche le incrostazioni di catrame sul vetro.

Querce: il loro legno duro viene in genere utilizzato in edilizia, soprattutto per mobili e parquet. Sotto forma di legna da ardere si trovano gli scarti di lavorazione o i pezzi che sono inadatti all’edilizia e arredo. È una legna ottima, che brucia lentamente scaldando molto. È la migliore per i forni a legna per le pizze.

Regioni: Campania, Calabria e Basilicata insieme producono il 20% della legna da ardere italiana.

Scure: simile a un’ascia, con manico lungo e pesante e più larga, più stondata, disposta in senso longitudinale. Serve per abbattere alberi e per spaccare grossi tronchi. Richiede una notevole forza fisica. Nell’uso è necessario indossare guanti antitaglio e occhiali protettivi.

Stufa: esistono molte tipologie di stufe. Le più classiche sono le stufe chiuse, in metallo, ghisa, pietra termica ecc., con sportello per il caricamento della legna (ed eventualmente un piccolo forno per cucinare): hanno la funzione di scaldare uno-due ambienti, in base al potere riscaldante indicato dal produttore; indicativamente per ogni kW di potenzialità termica nominale si possono riscaldare almeno 20 metri cubi d'ambiente. Ci sono poi le termo-stufe, analoghe ai termo-caminetti, in grado di scaldare un intero appartamento grazie a ventole, condotte e bocchette per l’aria; alcuni modelli possono produrre anche acqua calda sanitaria. Infine ci sono le cucine economiche, dotate di ampio pianale per la cottura dei cibi e di ampio sportello per il forno: scaldano l’ambiente e cucinano in contemporanea.

Taglio della legna da ardere: se dovete dividere i tronchetti in quattro, è meglio utilizzare il classico ceppo con l’ascia; se invece dovete tagliare pali o tronchi interi, serve un cavalletto ben saldo e un aiutante che man mano passi la paleria da segare, preferibilmente con la motosega. Indossate guanti da lavoro e occhiali protettivi, eventualmente le cuffie antirumore. Va da sé che le persone non coinvolte nel taglio (i bambini e gli animali, soprattutto) devono rimanere a debita distanza.

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Serve una cesta per portare la legna dalla legnaia al caminetto.

Troncatura: per dividere il tronco in pezzi mettetevi a lato del punto di taglio perché quando il tronco si divide potrebbe sollevarsi. Non state mai a valle del tronco se siete su un terreno inclinato. All’inizio del taglio, controllate se il tronco si sposta. Se la lama della motosega s’impiglia, spegnete la macchina e non tiratela, ma fate leva sul tronco per liberare l’apparecchio.

Uso della motosega: impugnate saldamente l’attrezzo con entrambe le mani (mano destra sull’impugnatura posteriore, anche per i mancini), lavorate solo a tutto gas, usate per il taglio la parte centrale della lama (e non la punta, che potrebbe causare rimbalzi), non tagliate mai più di un ramo alla volta. Se lavorate su un pendio, tenetevi sempre a monte; siate sempre calmi e concentrati, in condizioni di buona visibilità. Se vi dovete spostare, spegnete la motosega (attenzione alle parti bollenti!) e inserite il coprilama. A lavoro ultimato: lasciate raffreddare l’attrezzo, ripulitelo da segatura e altro sporco con particolare attenzione alle feritoie di aspirazione dell’aria per il raffreddamento. Dopo ogni rifornimento di carburante, verificate anche la tensione della catena e l’efficienza del freno catena (la catena si deve immediatamente arrestare se, con l’attrezzo in funzione, si lascia la presa sull’impugnatura dotata di dispositivo di bloccaggio).

Verde pubblico: in caso di abbattimento di alberi che fanno parte del patrimonio verde cittadino, le Amministrazioni si impegnano da tempo a rimettere al loro posto nuovi alberi, in genere meno ingombranti.

Zelkova carpinifolia: olmo del Caucaso, albero ornamentale importato nel XVIII secolo, il cui legno bruno-giallastro è simile a quello degli olmi, ma, avendo questa specie un tronco molto breve, non può essere utilizzato per mobili, pavimenti ecc. Teoricamente potrebbe benissimo fungere da legna da ardere, ma la scarsa diffusione della pianta fanno sì che sia molto difficile trovare questo tipo di legna.

Vademecum del taglialegna - Ultima modifica: 2021-01-26T06:17:29+01:00 da Elena Tibiletti