"L’olfatto è il senso del ricordo e del desiderio” scriveva Rousseau. A chi non è capitato di sentire un profumo ed essere fulmineamente trasportato in un passato lontano, in un paese diverso, in un momento che sembrava dimenticato? Di sentirsi improvvisamente euforici o invece inspiegabilmente malinconici?
Tra i cinque sensi, l’olfatto è quello più strettamente connesso alla sfera delle emozioni, è quello che più avvicina l’uomo al mondo animale e viscerale dell’istinto. Basti pensare che i primitivi, quando si incontravano, si strofinavano i nasi, per scambiarsi il reciproco odore e conoscere così la propria essenza più vera. Oggi, l’antico senso dell’olfatto rimane fondamentale, anche se il naturale è sempre più sostituito dall’artificiale e gli odori dai profumi, creati in laboratorio come magiche alchimie per sedurre, evocare, risvegliare sensazioni e stati d’animo.
Profumi e stati d’animo
Delle potenti virtù del profumo era già consapevole Cleopatra, che per sedurre Marco Antonio si cospargeva di oli fragranti e riempiva le stanze di petali di rosa.
Ai profumi reagiamo con piacere o disgusto, attrazione o repulsione, senza i filtri della coscienza. Questo avviene perché l’apparato olfattivo è strettamente collegato con l’amigdala e l’ipotalamo, centri regolatori dell’emotività.
Per questo i profumi influenzano il nostro umore e possono svolgere una vera e propria azione terapeutica: alcune essenze, per esempio, hanno effetti antidepressivi (la lavanda, il gelsomino, l’ylang-ylang), eccitanti (la menta, il pino, la cannella) o calmanti (la camomilla, la rosa, il neroli).
È il naso, inoltre, a stabilire le regole dell’attrazione tra i due sessi: al contrario di quanto si creda, lo stimolo visivo è del tutto secondario rispetto ai messaggi olfattivi che ognuno di noi inconsciamente emana. Gli odori influenzano le relazioni, danno o tolgono energie e benessere, ci stimolano in una direzione piuttosto che un’altra. Ha quindi un reale fondamento l’ossessione di Jean-Baptiste Grenouille, l’indimenticabile protagonista del romanzo ‘Il profumo’ di Suskind, che, ignorato da tutti perché privo di un proprio odore, dedica la vita a costruirsene uno così incantevole da far innamorare il mondo di lui.
Da Cleopatra a Napoleone, i profumi della storia
Per quanto evanescenti ed effimeri, i profumi più antichi possono tornare in vita dopo millenni grazie a tecnologie all’avanguardia. Qualche esempio?
• L’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze, che già nel Settecento esportava fragranze in tutto il mondo, realizza ancora composizioni secondo le formule secolari dei frati domenicani, come l’”Acqua della regina” di Caterina de Medici.
• Un team del CNR (Consiglio Nazionale per le Ricerche) ha riprodotto in base ad antiche ricette e a microscopiche tracce, i profumi più antichi del Mediterraneo, quelli prodotti a Cipro 4000 anni fa a base di rosmarino, alloro, mirto, lavanda, cannella, coriandolo, mandorla amara, camomilla e anice.
• Il chimico, archeologo e profumiere inglese David Pybus ha creato una collezione dal nome “Scent of time”: ‘Pyxis’ è il profumo rimasto intrappolato nella lava di Pompei e ricreato grazie e spore e resti vegetali, ‘Nenufar’ (a base di loto blu) e ‘Ankh’ (all’incenso) erano fragranze sacre ai faraoni, ‘Maya’ riproduce i rituali dei nativi americani e sa di vaniglia e cacao.
• Servendosi delle ricette originali riportate su testi antichi, la creatrice di profumi italiana Laura Tonatto ha riportato in vita il pregiato profumo egiziano ‘kyphi’ e l’unguentum parthicum’ dei re dei Parti, l’antichissima ‘Aqua Siriana’, ma anche la ‘Jounquille Composée’ del profumiere di Napoleone.
Tutte le note di un profumo
Ma come percepiamo le note di un profumo? L’olfatto è un senso incredibilmente articolato: i nostri recettori olfattivi riescono a percepire oltre mille odori diversi, una gamma impressionante (se si pensa che il gusto distingue solo le quattro forme dolce e salato, acido e amaro). Quando annusiamo una fragranza, i neuroni del bulbo olfattivo identificano tutti i singoli composti volatili che la costituiscono, li classificano e li ricombinano nella miscela, come fossero note di una sinfonia.
Per prime avvertiamo le “note di testa”, quegli accenti intensi ma effimeri che esplodono subito e poi si affievoliscono: sono prevalentemente erbacee (come lavanda, artemisia, rosmarino) o agrumate (limone, mandarino, bergamotto). Poi subentrano le “note di cuore”, emozionali, che durano più a lungo e caratterizzano il profumo: sono quasi sempre fiorite (rosa, tuberosa, ylang-ylang) o speziate (cannella, chiodo di garofano, pepe). Per ultime emergono le “note di fondo”, più impercettibili ma persistenti, che rinforzano il profumo e sono spesso balsamiche (benzoino, labdano, mirra) o legnose (legno di cedro, patchouli, sandalo, vetiver).
Da un paio di decenni l’estrosa evoluzione delle creazioni olfattive ha arricchito la gamma delle famiglie olfattive con un caleidoscopio di “sottofamiglie” inedite, invitanti, sofisticate. Ecco allora, per esempio, le note ‘marine’ che sanno di estate e di oceano, portate al successo negli anni ‘90 dalla francese Rèminescence con Rem; e quelle ‘gourmandes’ (o golose), che aggiungono un tocco di maliziosa sensualità con gli aromi zuccherini e vellutati di vaniglia, cappuccino, liquirizia, lanciate da Thierry Mugler nel 1992 con il suo Angel al cioccolato e caramello.
Curiosità sui profumi
• Una delle fragranze più antiche di cui si conosca la composizione è il kyphy, usata in Egitto più di 5.000 anni fa. Tra i suoi ingredienti: miele, vino, zafferano, coriandolo, incenso, ginepro.
• Nerone spese quattro milioni di sesterzi, un’esagerazione, solo per le rose e i profumi che, durante una festa privata nella sua Domus Aurea, furono sparsi sui convitati direttamente da tasselli perforati nei soffitti.
• Chanel, per il suo N° 5, fa raccogliere ogni anno 50 tonnellate di rosa centifolia e 20 tonnellate di gelsomino direttamente dai propri campi di Grasse. La raccolta, a mano, avviene rispettivamente a maggio e a settembre, per poche settimane, al mattino tra le 8.00 e le 10.00.
• Alcune agenzie immobiliari americane spruzzano profumo di cannella o di pane appena sfornato nelle case in vendita. Un trucco che incrementa le probabilità d’acquisto perché le loro note rassicuranti fanno nascere nei clienti il desiderio di mura domestiche.
• Se sono circa 1000 le note olfattive che riconosciamo nel corso della vita, un “naso” allenato arriva a distinguerne sino a 3000.
• Tra i profumi più curiosi (e cari, intorno alle 500 euro) al mondo, anche quello di “tempesta” creato dall’esclusivo gioielliere parigino Joel Arthur Rosenthal (JAR).
(tratto da “Profumo, misteriosa alchimia”, di S. Pareschi, Giardinaggio n. 3, 2010)