Coltivare l’orto in autunno prevede una serie di accortezze. L’arco dell’autunno porta a un vistoso rallentamento delle coltivazioni nell’orto, più marcato in base alla zona climatica man mano che si scende dalle Alpi fino alla Sicilia. Sull’arco alpino le coltivazioni, già ridotte a prezzemolo, sedano, sedano rapa e radicchi, si interrompono completamente a metà novembre, con le ultime raccolte di verze e porri, senza poter procedere oltre. All’opposto, in Sicilia sotto strutture protette è possibile raccogliere pomodori e insalata fino a metà dicembre e, quasi contemporaneamente, piantare bulbi e tuberi, seminare legumi.
In ogni caso esistono operazioni fisse, zona per zona, da compiere in autunno nell’orto ad affiancare le ultime raccolte o per prolungarle il più possibile fino all’inverno.
Gli ortaggi dell’autunno da Nord a Sud
Dalla Val Padana in giù, le coltivazioni in pieno campo senza protezione possono prolungare la fruttificazione, a patto che ricevano poche cure fondamentali. In ottobre è inutile concimare, mentre è importante fare in modo che la pianta vegeti al meglio: ciò significa eliminare man mano le parti secche o danneggiate, controllare la solidità dei sostegni, eliminare ancora le infestanti impiegando la zappa o i sarchiatori (così si evita la compattazione del terreno), e irrigare se occorre.
Dalla Campania in giù, in ottobre si semina: potete procedere in pieno campo con bietola da taglio, carote, verza, broccoli, cavolfiori, cime di rapa, finocchi, indivia, lattuga, radicchio da taglio, ravanelli, spinaci, tutti da raccogliere nel corso dell’inverno. Si seminano adesso, ma si raccolgono da gennaio in poi, a seconda dell’andamento meteo, i piselli e le fave, ma anche i bulbilli di aglio e cipolle, che saranno pronti da febbraio-marzo.
Nel Nord Italia e sulle montagne appenniniche, in caso di gravi abbassamenti della temperatura, serve una protezione: tenete a portata di mano i tunnel bassi da stendere velocemente e i teli di tessuto non tessuto (tnt), entrambi da rimuovere appena il termometro ritorna normale per la zona e il periodo. In particolare il tnt si può perfino stendere ogni sera sulle coltivazioni fermandolo con assi o terra ai bordi e togliere ogni mattina, quando le giornate sono ancora tiepide: in 5 minuti d’orologio è tutto fatto!
Come lavorare l’orto in autunno
Nelle aiuole a fine ciclo, bisogna subito lavorare sommariamente il terreno per l’anno successivo.
Come prima cosa rimuovete tutti i residui di coltivazione: piante con foglie e rami, frutti caduti sul terreno e anche le radici che vanno estirpate. Fanno eccezione solo le leguminose che, se non hanno tracce di malattie fungine o virali, ed erano prive di parassiti, si possono lasciare a terra per incorporarle al suolo durante la lavorazione.
Una volta ripulita tutta l’aiuola, distribuite un buon concime organico, che possa sciogliersi nell’arco dei mesi successivi, nutrendo così le piantine da marzo-aprile in poi. Può andar bene uno stallatico pellettato, inodore e sterile. Meno bene invece il letame che, anche se maturo, potrebbe apportare una notevole quantità di semi di piante infestanti.
Subito dopo procedete con la vangatura, quella classica che rivolta le zolle, oppure quella solo verticale per spezzare la crosta senza rivoltare la terra. Nei mesi successivi sarà l’alternanza delle intemperie a lavorare la terra per voi: potete dimenticarvi dell’orto fino a marzo.