Anche il ciclamino termina la fioritura, fra febbraio e marzo. Ecco che cosa fare per conservare il tubero da un anno all'altro
Il ciclamino è una pianta redditizia: tiene compagnia per parecchi mesi, salvo errori tragici, da settembre a marzo all'incirca, continuando a fiorire ininterrottamente, se ben concimato e irrigato.
- Ma arriva un momento, inevitabile, in cui la fioritura cessa, nonostante le cure. Scostando le foglie, si vede che dal centro, dal tubero, non partono più bocciolini ripiegati, al massimo qualche nuova fogliolina, ma non steli fiorali. Ciò significa che il tubero si sta avviando al meritato riposo. Accade in genere tra febbraio e aprile, e dipende sia da quando il ciclamino ha iniziato la fioritura (i soggetti fioriti a settembre terminano poi a febbraio, quelli acquistati a novembre-dicembre vanno anche fino ad aprile), sia dalla temperatura ambientale.
- Se è vero che da novembre a febbraio il ciclamino può stare in pieno sole (perché la potenza dei raggi è minima), è anche vero che in settembre-ottobre e da marzo in poi bisogna spostare il vasetto all'ombra: il sole è troppo caldo e "affloscia" la pianta ogni giorno tra le 10 e le 17.
- Ma è soprattutto la temperatura dell'aria a fare la differenza, a fine stagione: quando raggiunge, e magari supera, i 15 °C, la pianta recepisce il segnale di preparazione alla dormienza. Così smette di produrre boccioli, e poco dopo anche di gettare nuove foglie. I fiori appassiscono più velocemente, perché è caldo, e le foglie progressivamente ingialliscono.
- Sospendete immediatamente le concimazioni e man mano diminuite la quantità d'acqua, per favorire l'ingiallimento e il seccume delle foglie.
- A questo punto, quando le foglie si stanno seccando, vanno staccate con un colpo secco dal tubero, tenendolo però fermo con un dito: è facile che, a questo punto della stagione, le radici si siano già seccate, e il tubero si stacchi dal terriccio insieme con la foglia. Di per sé non è un errore, perché si può anche conservare il tubero fuori terra durante l'estate, ma è preferibile che rimanga nel vasetto con la terra, per conservare un maggiore grado di idratazione.
- Quando avete rimosso tutte le foglie secche, è il momento di spostare il vasetto nel luogo più fresco e ombroso che avete: sotto un albero denso di foglie, sotto un cespuglio, appoggiato contro un muro rivolto a nord, o anche in cantina o in garage senza luce, che al momento non serve proprio. Il tubero sta dormendo.
- Ricordatevi solo, se non arriva la pioggia, di bagnare con un dito di bicchiere d'acqua ogni 15-20 giorni, giusto per non fare seccare completamente il tubero.
- Dopo il 20 agosto nel Nord Italia, e dopo il 10 settembre nel Sud, riprendete in mano i vasetti. Svasate e rimuovete delicatamente la terra vecchia tutt'intorno al tubero. Accertatevi che il tubero sia ancora leggermente turgido, indice di vitalità: se è rinsecchito o svuotato, è morto e va eliminato. Mettete 1 cm di argilla espansa sul fondo di un vaso di una misura in più, riempite con una miscela di 3 parti di terriccio per piante da fiore e 1 parte di torba (oppure di terriccio per piante verdi) e disponete il tubero (con l'apice rivolto verso l'alto) in modo che la corona (l'apice) emerga dalla terra ben pressata.
- Riprendete ad annaffiare con mezzo bicchiere d'acqua direttamente nel terriccio, ma senza bagnare il tubero, ogni 7 giorni. Dopo 15 giorni dal rinvaso, aggiungete all'acqua anche una dose di concime liquido per piante a fiore.
- Presto spunteranno le prime foglioline, ma per i fiori dovrete aspettare almeno novembre, se non febbraio-marzo: il tubero ha ripreso il ritmo naturale. Comunque annaffiatelo e concimatelo, cioè coltivatelo come se fosse stato appena acquistato.
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