Centopiedi, millepiedi e scolopendre, porcellini di terra e pesciolini d’argento sono Insetti, comuni abitanti delle case e/o del giardino, dove spesso suscitano sensazioni di ribrezzo, dando adito a una caccia accanita nei loro confronti, ma sostanzialmente immotivata, visto il basso o nullo tasso di pericolosità nei confronti dell’uomo e degli animali domestici.
Invece ragni, scorpioni e zecche appartengono alla classe degli Aracnidi: non sono quindi insetti, come dimostrano le otto zampe che possiedono; in compenso sono spesso repellenti oltreché percepiti come molto pericolosi. E in una certa misura, senza allarmismi, ma a buon diritto, lo sono effettivamente, soprattutto le zecche, animali parassiti e vettori di malattie. I ragni, viceversa, sono innocui e anzi aiutano gli abitanti a liberarsi di insetti fastidiosi come le vespe e le mosche.
- Centopiedi e millepiedi: il loro aspetto non è dei più rassicuranti, ma cento- e millepiedi sono praticamente innocui. Solo i centopiedi possiedono artigli velenosi (nel primo paio di zampe) che utilizzano per paralizzare le prede, non sull’uomo (un’eventuale puntura provoca un fastidio molto inferiore a quello dell’ape), mentre le scolopendre e i millepiedi non possiedono organi offensivi né veleno (sono detritivori). Ugualmente inermi sono il porcellino di terra (o porcellino di S. Antonio o onisco, Armadillidium vulgare, un crostaceo terrestre) e il pesciolino d’argento (Lepisma saccharina). Tutti questi insetti amano il buio e l’umidità, prediligendo come rifugio il sotto dei vasi, le pietre appoggiate sul terreno, i legni marcescenti, il fondo dei sacchi di terra, gli interstizi lungo i muri. Occasionalmente possono entrare in casa, ma non è il loro habitat ideale e tenderanno a uscirne appena possibile: è possibile prenderli con le dita o con un foglietto di carta igienica e ributtarli fuori in giardino, dove scompariranno subito alla vista. Sono tutti molto utili perché si cibano di insetti, diminuendo il carico di quelli nocivi per le piante, oppure di sostanza organica in decomposizione, restituendo sali minerali al terreno e quindi alle piante.
- Ragni: quelli italiani non sono particolarmente nocivi. Pungono solo se spaventati o intrappolati, e il veleno provoca unicamente un po’ di gonfiore, facilmente arginabile con rimedi naturali o pomate antistaminiche. Con un’eccezione: la malmignatta o vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus), riconoscibilissima per la presenza di 13 macchie rosse su fondo nero. È presente in tutto il Centro-Sud Italia tirrenico (dalla Liguria alla Calabria), ma anche in Puglia e in Sardegna, dove vive nella macchia mediterranea bassa, arida e pietrosa, fra sassi e muretti: bisogna fare attenzione se si possiede un giardino con queste caratteristiche. La puntura non è normalmente mortale (e diventa dolente e infiammata solo dopo qualche ora), ma è necessario recarsi al pronto soccorso, indispensabile nel caso vengano punti bambini, anziani o animali domestici.
- Scorpioni: anche gli scorpioni italiani sono relativamente innocui. Il pungiglione contiene un veleno, ma la quantità è inferiore a quella di un’ape e insufficiente a nuocere a un adulto (attenzione a bambini piccoli e animali domestici), provocando il solito gonfiore doloroso e pruriginoso. L’aculeo viene utilizzato per uccidere le prede (insetti, ragni): solo in caso di estremo pericolo viene usato sulla mano o sul piede dell’uomo, ma in genere l’animaletto erge la coda per spaventare il nemico e poi fugge. Il consiglio è di lasciare in pace ragni e scorpioni (che sono insettivori, liberando il giardino dalle vespe) e di non smuovere mai a mani nude la vegetazione verso terra, le pietre, le fascine, i vecchi legni ecc. È facile trovarli anche nelle abitazioni, in cantina o soffitta e nei magazzini e capanni.
- Zecche: non dovrebbero esserci nei giardini privati ma potrebbero entrarvi con il cane, non controllato dopo una passeggiata ai giardini pubblici, in campagna o nei boschi. Anche gli uccelli, come i piccioni, possono veicolare con le zampette le zecche, lasciandole cadere dove capita (perfino sul terrazzo, esperienza personale…). Sono piccoli animaletti, duri o molli, parassiti, con l’abitudine di succhiare il sangue attaccandosi con il rostro (“testa”) senza che sentire la puntura, poiché iniettano un anestetico. Sulla pelle sembrano “nuovi nei” rilevati o piccoli piselli grigi, secondo la specie, e vanno rimosse coprendole con un batuffolo di cotone imbevuto d’alcol per far ritirare il rostro (che rimane infisso, facendo infezione, se la zecca si tira con la pinzetta, a secco); oppure si usa l’apposito attrezzo rimuovi-zecche leggendo bene le istruzioni per l’uso; poi si lava con acqua e sapone, e si disinfetta. Sono potenzialmente pericolose perché veicolano infezioni: se dovesse comparire malessere o febbre, è obbligatorio ricorrere al medico. Se non si tratta di un episodio sporadico, ma la presenza si ripete nell’arco della stagione, è necessario rivolgersi a una ditta specializzata in disinfestazioni.