Sembra molto di moda l'aceto per lavare il cane. Ma è una pratica sbagliatissima che nuoce al quattrozampe e non lo pulisce
Gli Italiani sono popolo molto legato alle tradizioni, si evince dalle nostre tradizioni culinarie che ci tramandiamo con amore e orgoglio, viviamo immersi nella storia e abbiamo radici antichissime. Questo è il motivo per il quale spesso retaggi di tradizioni si mischiano alla modernità quotidiana dando vita a false credenze diffusissime, molto difficili da estirpare.
Questo è il caso dell'aceto utilizzato come detergente per pulire, lavare, disinfettare e lucidare il pelo dei cani.
L'impiego viene da lontano
Moltissimi proprietari usano l'aceto sul manto dei loro cani per detergerli e il motivo di questo uso diffuso è dovuto al nostro passato.
Nel Medioevo in Italia, soprattutto d'inverno, era normale nelle case rurali dormire con gli animali nei periodi freddi raggruppandosi in un unica stanza vicino al camino per mantenere il calore nell'ambiente e garantire lo stato di salute degli animali da cortile. Anche tra i nobili e i feudatari questa abitudine era ben radicata, non soltanto per tutelare la salute dei cani tenendoli al caldo durante la notte, ma questi a loro volta scaldavano il padrone dormendogli accanto.
In questo periodo storico i prodotti per l'igiene personale, per la pulizia delle stoviglie e dei vestiti erano completamente naturali, a base di erbe, essenze, oli e grassi animali. Con il grasso del maiale si faceva il sapone per lavare il bucato, i capelli si trattavano con impacchi di camomilla per schiarirli e si lavavano con l'aceto di mele per togliere impurità ed eccesso di sebo, pidocchi e per lucidarli.
Aceto necessario nel Medioevo
L'aceto, grazie alle sue proprietà antibatteriche e sgrassanti e al basso costo, era il prodotto più utilizzato: le essenze e gli oli non erano a buon mercato e quindi erano riservati ai nobili, ma l'aceto, ottenuto dalla fermentazione di qualsiasi tipo di frutta, era estremamente economico e di grande diffusione in questo periodo. Veniva impiegato per la pulizia, per la conservazione di diversi alimenti e spesso veniva impiegato anche in medicina.
L'enorme diffusione lo aveva reso così popolare che fu uno dei rimedi più utilizzati un po' per tutto, anche come prodotto per pulire il manto dei cani da sporco e parassiti, donando al pelo lucentezza e una sensazione di morbidezza al tatto dovuta all'azione sgrassante che eliminava completamente il sebo, un grasso prodotto dalla pelle del cane che si deposita come un film protettivo tra pelle e peli e che contribuisce alla termoregolazione del cane e ne protegge la pelle. Così, i cani venivano puliti e potevano entrare nelle stanze adibite al riposo dei nobili.
Una questione di pH
La medicina veterinaria è una disciplina relativamente recente: nei secoli passati, non si conosceva il concetto di pH della pelle e non vi erano prodotti idonei alla cura del cane.
In epoca moderna, grazie alle scoperte veterinarie e ai progressi della scienza che ha portato alla diffusione di una vasta tipologia di prodotti per la pulizia umana e animale, utilizzare l'aceto per la pulizia del cane è assolutamente inappropriato.
L'aceto ha tantissime proprietà, è un ottimo digestivo, può essere usato come antibatterico ed è un naturalissimo anticalcare, ma non è un detergente.
Quindi, lavare il cane con l'aceto in realtà non lo pulisce dallo sporco, inoltre è un prodotto troppo aggressivo e acido da utilizzare sul manto del cane che al contrario necessita di un detergente con pH neutro.