brugmansia
Sono giallo pastello i fiori di Brugmansia aurea, odorosi e lunghi fino a 30 cm.
La brugmansia o trombone degli angeli tra agosto e ottobre produce grandi fiori campanulati e profumatissimi. Dalle varietà alla potatura, tutti i consigli

A vederle per la prima volta, si rimane strabiliati: vistose e affascinanti per i grandi (lunghi fino a 50 cm) fiori campanulati, spesso intensamente odorose, le brugmansie e le dature in settembre sono ancora in piena fioritura, accompagnandoci sino a ottobre, in giardino come in terrazzo.

Nonostante la bellezza strepitosa, non sono piante particolarmente diffuse in Italia, a differenza del Nord Europa, dove già nel XVII secolo si facevano follie per loro, ricoverandole durante la stagione avversa nelle Orangerie a causa del clima sfavorevole per questi vegetali (le brugmansie sono originarie del Sud America tropicale). Noi Italiani non le amiamo, un po’ perché si dice (ma non è vero) che siano difficili da mantenere, e un po’ – forse – perché sono molto velenose (ed è vero!).

Siete giustificati a non allevare queste meraviglie solo se avete bambini in età prescolare o quattrozampe divoratori, nel qual caso godetevi la lettura di questo articolo, sognate pure, ma rimandate la coltivazione a tempi futuri…

La divisione dei generi

Fino al secolo scorso fa esisteva un unico genere, Datura, ad accomunare queste piante, che in realtà hanno un portamento, un fogliame e una disposizione dei fiori ben diversi tra i due gruppi. Per distinguerle, si parlava di dature erbacee e dature arboree.

Poi i botanici, nel 1973, hanno creato il genere Brugmansia, a indicare solo le sei (o sette) piante legnose, con portamento arbustivo o arboreo, caratterizzate dalle lunghe trombe portate rivolte verso il basso: alle nostre latitudini sono solo esemplari coltivati.

Nel genere Datura sono rimaste invece le due specie erbacee o suffruticose (con la sola base lignificata) dalle campane erette, con la bocca rivolta verso l’alto: lo stramonio in particolare è divenuto spontaneo della flora italiana, si è cioè “naturalizzato”.

Qui parliamo della brugmansia. Per le informazioni sulla datura, cliccate su questo link.

La spettacolare brugmansia

Si chiama anche “trombone degli angeli”, per il gigantismo delle sue corolle: la brugmansia è un arbusto caducifoglio, in Italia alto fino a 2 m (10 m nelle terre d’origine) e largo fino a 1,5 m, con corteccia chiara, fusti ramificati e robusti, e una crescita rapida e vigorosa.

Le foglie, ricreate ogni primavera, sono grandi, ovato-lanceolate lisce o appena dentate, di colore verde più o meno carico: si tratta di una pianta ingombrante che, per giunta, è meglio non dover sfiorare ogni volta che si passa in vicinanza, per evitare di lacerare le lamine (e contaminarsi con gocce di linfa tossica…).

Ma la vera meraviglia sono appunto i fiori, semplici o semidoppi, grandi (in media 30 cm di lunghezza), numerosi, a forma di tromba, profumati in alcune specie, di colore bianco, giallo, albicocca, rosa, rosso, viola, prodotti in abbondanza per lo più tra agosto e ottobre, proprio quando si riduce la disponibilità di corolle.

Ne scaturisce un alberello adornato da una ventina o più di tromboni colorati che, per giunta, emanano un sentore fiorito: il massimo lo producono B. suaveolens e i suoi ibridi, ma anche le altre specie e varietà, soprattutto nel tardo pomeriggio di una giornata calda, diffondono un caratteristico e intenso profumo. Tenetene conto se nei pressi di un esemplare consumate cene all’aperto

Le corolle, a seconda della specie, incominciano ad aprirsi verso la fine di luglio in Val Padana, per continuare ininterrotte per oltre un paio di mesi, a patto di recidere lo stelo dei fiori appassiti (non basta sfilare i petali: il frutto si sviluppa ugualmente attaccato al picciolo) senza ledere l’ascella dove si stanno formando altre gemme fiorali.

Ed è anche una pianta “di design”, perché con le forme imponenti arreda piacevolmente lo spazio verde, che sia un terrazzo, un giardino o un cortile; di contro, non è adatta a piccoli spazi, tipo balconcini, a meno di non coltivare solo lei o quasi.

Le specie e le varietà 

La specie più nota, facilmente reperibile e facilissima da coltivare, è Brugmansia suaveolens, nativa del Brasile: regala imbuti candidi, lunghi (fino a 30 cm) e stretti, soavemente profumati come dice il nome latino, che si ergono di notte e si abbassano penduli e stropicciati di giorno.

Ugualmente disponibile è B. aurea, anche se in realtà si tratta quasi sempre di un ibrido tra B. aureae B. suaveolens, più adatto al clima dell’Europa meridionale. La specie, proveniente dalle montagne della Colombia e dell'Ecuador, abbonda in trombe giallo pastello, lunghe fino a 30 cm, profumate.

Abbastanza frequente nei migliori vivai e garden center è anche B. sanguinea, sempre brasiliana, dai fiori rosso-arancio con nervature gialle, lunghi 15 cm e stretti, non profumati. Ed è anche quella meno facile da coltivare, a causa del bilancio idrico e nutritivo che deve essere sempre ottimale. Le assomiglia, anche per esigenze colturali, B. chlorantha (che alcuni considerano però sinonimo di B. sanguinea), le cui corolle sono giallo zolfo.

Passando alle “rarità” s’incomincia con l’ecuadoriana B. versicolor, chiamata Angel’s Trumpet nei Paesi anglosassoni che la adorano, per le gigantesche (fino a 50 cm di lunghezza) trombe color salmone, numerosissime e profumatissime. Hanno in più la particolarità di cambiare colore durante la loro vita: pallide all’apertura, scuriscono man mano che si schiudono, divenendo color pesca e fino a rosa albicocca ad apertura completa. È tra le brugmansie più freddolose, perché soffre sotto i 10 °C.

Segue B. arborea, ancora dall’Ecuador ma anche dal Cile, adorna di fiori candidi odorosissimi e lunghi 30 cm, dalla qualeè stata ricavata la varietà ‘Knightii’ a corolle doppie.

Si termina con la colombiana B. vulcanicola, difficilissima da reperire e altrettanto da coltivare: ha crescita lenta, vuole un clima fresco (temperatura ideale fra 6 e 15 °C), l’ombra estiva, annaffiature modestissime, quasi nulle d’inverno, e fiorisce in ottobre-dicembre. Porta corolle piccole rispetto alle sorelle (“solo” 22 cm di lunghezza massima), con l’interno giallo e l’esterno che passa dal porpora verso il calice all’arancione alle fauci.

Ci sono poi i numerosi ibridi: B. x candida deriva dall’incrocio tra B. aurea e B. versicolor, resiste discretamente al freddo e annovera cultivar a corolla doppia, ricca di petali e di lacinie (filamenti arricciati ai bordi), in tutte le sfumature dell’arcobaleno, dal giallo bebè al rosa (‘Pink’) più o meno carico, dal pesca all’albicocca (‘Grand Marnier’), dal bianco (‘Maya’) allo champagne, dall’arancione al rosso.

È invece sconsigliabile come “prima brugmansia” la serie di ibridi B. x flava: innanzitutto perché sono sensibili ai virus e vanno quindi coltivati lontano dalle loro simili, poi perché devono stare a mezz’ombra o in ombra e non devono ricevere l’acqua piovana che abbatte fiori e rami, e comunque fioriscono solo in aprile e poi in ottobre. I colori delle cultivar sono veramente incredibili: ametista, porpora-blu, porpora con arancione e giallo, carminio, corallo…

6 consigli per coltivare la brugmansia

  1. Si alleva in piena terra solo nelle zone più miti; altrove solo in vaso, da ricoverare in luogo fresco quando la temperatura scende sotto gli 8-10 °C. Teme anche il vento che lacera le foglie, e la grandine che lede le gemme fiorali e i rami.
  2. Ponetela in posizione riparata dal vento e in mezz’ombra in piena estate (altrimenti si bruciano le corolle), ma molto soleggiata nelle altre stagioni. Non ama i terreni sciolti e sabbiosi; tollera anche suoli leggermente umidi, ma non asfittici. Il vaso, in plastica, deve essere di diametro minimo di 24 cm per pianta alta 40 cm, e via a salire con la crescita dell’esemplare. Il drenaggio non è indispensabile. Il substrato ottimale è quello per piante da fiore.
  3. L’irrigazione non deve mai mancare: le grandi lamine fogliari perdono enormi quantità d’acqua che dev’essere reintegrata continuamente; il terriccio infatti deve rimanere sempre inumidito (ma non inzuppato). Non deve mancare il sottovaso, di almeno una misura in più del vaso.
  4. Altrettanto importante la concimazione: è una pianta energivora e richiede un prodotto azotato quando deve produrre il nuovo fogliame, e potassico quando deve iniziare a produrre i bocci. Utilizzate tra aprile e giugno un prodotto granulare per tappeti erbosi secondo le indicazioni in etichetta, e un concime liquido per piante da fiore da luglio a ottobre distribuito ogni 7-10 giorni nell’acqua d’irrigazione.
  5. Va soggetta a fisiopatie che si manifestano attraverso il fogliame: se avvizzisce rimanendo verde, è una carenza d’acqua; se appassisce dopo esser diventato giallognolo, è un eccesso idrico; se scolorisce uniformemente si tratta di una carenza di ferro: somministrate il sequestrene ma, se il problema non si risolve nell’arco di una decina di giorni, forse è colpa di un terriccio troppo torboso e povero. Se il fogliame cade, tastate il substrato: è una carenza o un eccesso d’acqua.
  6. È preda anche di parassiti: temibilissimo il ragnetto rosso, che attacca piante troppo esposte al sole e con scarsa umidità. Ugualmente nocive le rosure da parte delle lumache e chiocciole, soprattutto perché in genere attaccano piante Brugmansia ‘Grand Marnier’ piccole, già con poco fogliame.

Dalla potatura le talee

  • La potatura della brugmansia (e a volte anche dello stramonio) è essenziale, non foss’altro per non ritrovarsi esemplari alti e larghi oltre 2 m
  • I periodi giusti sono la primavera (appena prima della ripresa vegetativa, a fine marzo-inizio aprile) e l’autunno. Se effettuato in ottobre (quando la temperatura impone una protezione), il taglio consente anche un agevole ricovero per l’inverno, rendendo l’esemplare maneggevole e spostabile.
  • Su esemplari dell’anno accorciate il fusto sino a circa un quarto dell’altezza: su piante alte 1 m si eliminano gli ultimi 20-25 cm di ciascun ramo; su soggetti maggiori si lasciano 10-15 cm dalle biforcazioni. Eliminate anche le foglie e i fiori, prima del ricovero.
  • Con i rami tagliati potete effettuare talee, il metodo migliore per riprodurre la pianta, poiché per seme non si ha la certezza di avere esemplari con le medesime caratteristiche della madre.
  • Disponeteli subito in bottigliette trasparenti piene d’acqua, da conservare in un luogo luminoso e tiepido (ideali 18 °C) per tutto l’inverno (o la primavera, se potate a inizio stagione).
  • In primavera (o estate) compariranno le radicole: aspettate che ogni talea ne abbia un piccolo fascetto, poi invasettate fintanto che risultano ancora bianche (se appaiono traslucide avete atteso troppo: stanno marcendo).

Se la brugmansia non fiorisce

• Con la brugmansia bisogna avere pazienza: non fioriscono per i primi anni le piante da seme, né le piante da talea nel primo anno di vita, e neppure gli esemplari stentati o con poche foglie o colpiti dal ragnetto rosso.

Nessuna fioritura poi finché il fusto principale non comincia a ramificarsi: fino a questo momento la pianta ha pensato ad accrescersi e a produrre foglie, solo i rami dicotomici (divisi in due) creano le gemme da fiore, all’ascella delle foglie.

La ramificazione si ottiene solo irrigando e concimando con regolarità, e con il prodotto adatto, e ponendo la pianta nella giusta posizione soleggiata ma non troppo né troppo poco.

Conservare la brugmansia in inverno

• Quando di notte il termometro scende stabilmente sotto gli 8 °C è tempo di spostare i vasi delle brugmansie e delle dature al riparo. Dopo la potatura, poneteli in veranda, sul pianerottolo o in una stanza fresca: la temperatura ideale per svernare è compresa fra 7 e 12 °C.

• Possono andar bene anche una cantina o un solaio, purché possiedano una finestra anche piccola (le piante sono comunque a riposo) e non vadano sotto i 4-5 °C: dovesse accadere, tenete a portata di mano uno o più teli di non tessuto con cui avvolgere i rami e il vaso con le radici; questa soluzione è però sconsigliabile per piante piccole, di un anno, che vanno spostate in una stanza non riscaldata. Stessa prassi in caso di esemplari in piena terra.

Le piante che stanno al freddo non vanno bagnate per tutto l’inverno; quelle che svernano sopra i 10 °C (ma non più di 15 °C) desiderano un bicchiere d’acqua al mese.

 

(A cura di Elena Tibiletti - Pubblicato su Giardinaggio 9/2014)

Brugmansia (e datura), i fiori di fine estate - Ultima modifica: 2019-09-24T07:42:00+02:00 da Silviab