Il prato all'inglese è tale perché in Gran Bretagna l'estate (almeno fino a qualche anno fa) è fresca e umida, quindi l'erba non patisce il caldo torrido mediterraneo, né le atroci siccità che sempre più spesso investono il nostro Paese: significa che non esiste (esisteva?) il problema del prato che non cresce o si secca. Non per niente la scienza orticola ha messo a punto varie decine di miscele di sementi, adatte a differenti contesti ambientali, e messe in vendita con denominazioni come "prato mediterraneo, prato all'ombra, prato rustico" ecc.
Oltre al clima, contro il quale anche il più tecnologico degli impianti d'irrigazione può il giusto, remano contro anche l'insolazione/ombreggiamento, la natura del suolo, e la vita stessa dei componenti la famiglia.
1. Un soleggiamento eccessivo, soprattutto se accompagnato da alte temperature notturne, in estate, è altamente nocivo per i fili d'erba che, anche se correttamente irrigati, non hanno modo di dissipare il calore accumulato durante le ore diurne. Ne consegue che perfino un "prato mediterraneo" o "prato soleggiato" in luglio-agosto avrà le punte secche, con un effetto orribile.
2. All'opposto sta l'ombreggiamento: anche le miscele per "prato all'ombra" necessitano di almeno 2-3 ore di sole, soprattutto in piena estate, perché nessuna Graminacea è in grado di sopravvivere per sempre all'ombra. Insistere a riseminare il prato in zone con meno di 2 ore di sole equivale a un insuccesso assicurato. Lo stesso discorso si applica alle aree sotto alberi e arbusti, che inibiscono la crescita dell'erba con la loro ombra, ma anche con eventuali sostanze secrete dalle radici proprio per scoraggiare coabitazioni. Se poi l'albero è una Conifera, saranno gli aghi caduti a rendere del tutto inospitale il suolo: gli aghi impiegano anni per decomporsi e nel frattempo rilasciano sostanze che acidificano la terra; a tanto maggior ragione è inutile riprovare con Graminacee o dicondra...
3. Significa, quindi, che anche il tipo di terreno conta molto anche per l'erba, proprio come per tutte le altre piante. a. Quello acido, appunto, consente di impiantare sì e no qualche Carex, ossia un genere simile visivamente alle Graminacee ma non uguale: si tratta di Ciperacee, la cui caratteristica "di famiglia" è quella di avere foglie e steli fiorali duri e quasi taglienti, non certo adatti a un tappeto erboso a uso familiare... b. Il terreno argilloso invece ospita volentieri le delicate radici dell'erba, ma in inverno, essendo spesso asfittico perché mal drenante, le annega, e in estate le strappa perché, asciugandosi, si crepaccia. Non è del tutto irrimediabile, nel senso che, per avere un manto erboso decente – non certo all'inglese –, bisogna rassegnarsi a risemine primaverili e autunnali, e a cure veramente perfette durante tutto l'anno. c. Il suolo sciolto, infine, perde subito l'acqua irrigata, costringendo a turni molto ravvicinati, pena il completo disseccamento degli steli al primo caldo. E a volte costringe perfino a irrigazioni invernali... Se poi è anche povero e sassoso, il sottosuolo diventa respingente: l'erba apparirà stentata, sempre gialla nonostante l'acqua, con crescita lenta e facilmente preda delle malerbe più competitive.
4. E da ultimo ci mettiamo all'opera anche noi con la nostra vita famigliare: il parcheggio della macchina che strazia i fili con gli pneumatici, lo stazionamento di tavoli, sedie, divanetti, dondoli, sdraio e lettini che bucano il terreno e tolgono il sole, il calpestamento nella zona barbecue e in quella relax, i bambini e i cani che corrono e giocano – anche a calcio – sull'erba, eventuali feste all'aperto con numerosi ospiti che stanno fermi o passeggiano...
Se il tappeto erboso è in una situazione ambientale ottimale ed è ben curato, i danni saranno relativamente ridotti, ma se la base di partenza non è quella migliore, l'erba ha poca forza per reagire a simili trattamenti, soprattutto se ripetuti nel tempo a distanza ravvicinata.
(Tratto da "Alternative al manto erboso" di Elena Tibiletti, GD3/2015)