Le tignole propriamente dette sono i cosiddetti “vermi” (ma in realtà sono larve, ossia bruchi) dell’albicocco, che si chiama anarsia (Anarsia lineatella), del pesco, che si chiama tignola orientale (Cydia molesta), e dell’olivo (Prays oleae).
Cosa sono le tignole
Si tratta di Lepidotteri i cui adulti (farfalle) sono assolutamente innocui, a differenza degli stadi larvali, che infestano i frutti. Esistono molti altri “vermi” che colpiscono altri frutti (es. la carpocapsa del melo), ma non vengono chiamati tignole.
Gli adulti sono farfalle di medie dimensioni (circa 1-1,5 cm di apertura alare) con ali di colore grigio-brunastro, screziate di chiaro. Le larve, di colore rosato o giallognolo, sono lunghe 1-1,4 cm.
Le tignole attaccano albicocco, susino, pesco, ciliegio, mandorlo (tutte Drupacee) e olivo.
Che danno provocano
Sulle Drupacee inizialmente si nota un disseccamento improvviso dei germogli, che si ripiegano a uncino avvizzendo; da qui le larve penetrano nei fiori disseccandoli, infine attaccano i frutti scavando una galleria a partire dal picciolo fino ad arrivare al nocciolo, dove si insedia per nutrirsi della polpa del frutto e rendendolo spesso immangiabile.
Sull’olivo le larve attaccano le foglie per poi spostarsi anch’esse nei frutti, che diventano inutilizzabili.
Durante l’inverno la larva di tignola rimane all’interno delle gemme da frutto, dalle quali esce in marzo in coincidenza con la fioritura. In aprile si accresce scavando gallerie nei germogli fogliari e fiorali, dopodiché si trasforma in adulto, fra maggio e giugno. La femmina depone le uova nei germogli, nelle foglie e nei frutti, da cui dopo una settimana nascono le larve che in 3 settimane divengono farfalle (tra luglio e agosto). Da questa seconda deposizione nascono le larve che più facilmente rovinano i frutti; il terzo volo avviene tra la fine di agosto e settembre; dalle uova stavolta nascono le larve che affronteranno l’inverno.
Come si prevengono e si combattono
Durante l’estate raccogliete ed eliminate tutti i frutti che presentano il foro d’ingresso del bruco delle tignole.
Nel frutteto familiare si possono tollerare attacchi anche del 20-30%, poiché una parte dei frutti colpiti, quando la larva è penetrata da poco tempo, si può ugualmente consumare eliminando l'indesiderato "inquilino", oppure scartando la parte del frutto danneggiata e utilizzando quella sana per confetture.
La lotta biologica prevede di installare già all’inizio di aprile le trappole di cattura per le tignole, da osservare settimanalmente: se si supera la soglia di catture (indicata sulla confezione della trappola), si interviene con prodotti larvicidi (a base di Bacillus thuringiensis) o adulticidi (a base di piretro) o entrambi.