La Phalaenopsis è un genere di orchidee che comprende numerosissime varietà, alcune delle quali rappresentano ormai l’idea più comune che si ha di queste piante di origine tropicale. La sua fioritura perdura anche per settimane, garantendo quindi uno spettacolo prolungato.
Ma cosa fare quando la phalaenopsis è ormai sfiorita? La pianta è tutt’altro che esaurita, e può tranquillamente riprodursi e rifiorire.
Cosa sono i keiki
Durante la fase vegetativa la pianta emette nuovi rametti, nuovi steli, dotati di radici: sono i cosiddetti "keiki", parola hawaiana che significa "bambino". I nuovi apparati sono facilmente riconoscibili anche perché non sono nascosti nella terra: le orchidee sono infatti piante epifite, cioè che vivono appoggiandosi sui tronchi di altri alberi, e non hanno bisogno di un substrato in cui radicare.
I keiki vengono prodotti dalle Phalaenopsis, dai Dendrobium e dalle Vanda, per lo più.
Come staccare i keiki
Ognuno dei nuovi steli sarà in grado di produrre una fioritura, e di essere a tutti gli effetti una piantina autonoma. Una volta evidenziati i keiki, è sufficiente staccarli con delicatezza dalla pianta madre e rinvasarli. Prima di effettuare questa operazione, è bene assicurarsi che il “figlio” sia abbastanza grande per essere indipendente: deve, cioè, aver già sviluppato un suo apparato radicale di almeno qualche centimetro di lunghezza e avere un suo fogliame.
Per mettere a dimora i keiki si procede come per qualsiasi rinvaso di un’orchidea: si sceglie un vaso di plastica della dimensione adatta - non troppo piccolo ma nemmeno troppo grande -, e vi si appoggia la pianta al centro. Fatto questo, il contenitore andrà riempito con della corteccia, su cui le radici potranno poggiarsi con facilità.
Ecco i nostri video tutorial, sulla moltiplicazione con i keiki, sul rinvaso delle orchidee e sulle "zattere":