Le piante rampicanti rappresentano soluzioni ottime per rivestire di verde e di fiori i muri estivi, in tempi molto brevi e con una resa spettacolare. Parliamo di gelsomino, Plumbago, Lapageria, Bouganvillea, ma anche di alcuni Solanum, delle circa 500 specie e varietà di Passiflora o delle bellissime clematidi… Ma il modo in cui ogni specie si arrampica è un fattore determinante. Vediamolo nei dettagli.
Il processo di accrescimento di uno stelo è frutto dell’adattamento alle condizioni ambientali e si verifica in diversi modi, a seconda della specie.
L’avvolgimento a spirale degli steli (come nel caso del caprifoglio) è determinato dalla sensibilità al contatto: questo infatti interessa il fusto solo da un lato (quello del supporto) e ne rallenta lo sviluppo, accelerando invece la crescita della parte esterna e determinando la circonvoluzione del fusto. Alcune specie sono in grado di compiere un intero giro in breve tempo (il fagiolo impiega due ore), altre impiegano circa due giorni.
L’innalzamento può avvenire per mezzo di piccioli foliari oppure di viticci o cirri (Clematis, pisello odoroso, Eccremocarpus), sistemi di ancoraggio capaci di sostenere il peso della pianta.
Alcune specie (vite canadese) sviluppano piccoli dischi adesivi con cui aderiscono a qualsiasi superficie liscia, ricoprendola con una fitta rete di ramificazioni; altre raggiungono lo stesso risultato tramite radici aeree prodotte lungo il fusto che si incollano al supporto (Hydrangea petiolaris).
Uncini e spine (Bougainvillea) sono un altro metodo molto diffuso che comprende parecchie varianti nelle forme e dimensioni degli aculei, prodotti talvolta lungo il fusto e sulle foglie.
Occorre infine ricordare che per ottenere l’effetto desiderato è bene “guidare” da subito i rami del rampicante fermandoli sui sostegni, possibilmente con la rafia, ed evitando di stringerli eccessivamente.
(tratta da "Rampicanti per l'estate", di L. Ferrari, n.7-8, 2010)