Sono stati i popoli germanici a trasmettere ai Romani l’uso di appendere rami di agrifoglio alla porta per tenere lontani gli spiriti malvagi. Oggi l’agrifoglio, che a dicembre si riempie di graziosissime bacche rosse, gialle o arancio, è un elemento indispensabile nelle ghirlande e decorazioni natalizie, simbolo di vita nel cuore dell’inverno.
Tra le piante ornamentali è una delle più apprezzate dai giardinieri di tutto il mondo, tanto che nemmeno il celebre paesaggista e progettista di giardini Ippolito Pizzetti riusciva a farne a meno nelle sue realizzazioni.
Nel linguaggio dei fiori l’agrifoglio rappresenta la pura e semplice verità: se volete comunicare amore o affetto sincero a una persona cara non dovete far altro che regalarne un esemplare.
Le specie di agrifoglio
La specie più diffusa è di origini italiane e mediterranee, Ilex aquifolium, che cresce spontaneo nella macchia boschiva italiana e presenta foglie verde scure spinose, con ramatura un po’ disordinata.
Ci sono poi agrifogli diversi, come il gruppo di Ilex x altaclarensis, di origine orticola, che sono ibridi spesso quasi o del tutto privi di spine e in qualche caso con una produzione di frutti molto generosa e decorativa.
I giapponesi amano molto Ilex crenata, immancabile nei giardini zen e apprezzato per le foglie molto piccole e fitte, mentre dagli Stati Uniti arriva un agrifoglio deciduo, i cui rami nudi in inverno sono arricchiti da bellissime bacche rosse, l’Ilex verticillata: originario delle zone montuose settentrionali, un tempo veniva usato come medicinale contro le febbri, mentre oggi è molto apprezzato per la sua bellezza rustica, che lo rende adatto per le composizioni invernali.
Gli agrifogli in generale possono vivere più di 70 anni.
Attenzione: la pianta di agrifoglio è dioica, con esemplari maschili e femminili distinti: solo questi ultimi portano le caratteristiche bacche colorate e le producono se in vicinanza c’è un esemplare maschile oppure se la pianta femmina è stata innestata con un rametto di pianta maschile.
Come coltivare l'agrifoglio
Oltre che per la sua bellezza, un valido motivo per scegliere la pianta di agrifoglio è la sua capacità di resistere alle avversità: tollera bene la siccità estiva, resiste al vento salmastro, accetta di vivere anche nelle zone inquinate e offre cibo e riparo alla fauna selvatica. Per questi motivi è molto utilizzata per siepi frangivento, antinquinamento e anche a prova di ladro, se vengono utilizzate specie e varietà spinose.
L'agrifoglio adulto ha bisogno di poche attenzioni. A differenza di molte altre specie di arbusti, l'esposizione non è una delle note fondamentali per ottenere un buon successo. Cresce infatti sia in pieno sole che in ombra, purché luminosa; in situazioni scarsamente soleggiate lo sviluppo è più lento e la sagoma risulterà facilmente meno folta e compatta, ma ugualmente gradevole.
Va concimato in autunno con compost o letame maturo e annaffiato solo nel primo anno, dopo l’impianto.
La potatura dell'agrifoglio mantenuto in forma topiaria o di siepe geometrica va fatta preferibilmente in primavera, ripetendo l'intervento, se necessario, a metà estate. Sconsigliabili le potature a fine estate o autunno perché i germogli, nati a seguito della potatura, potrebbero facilmente risentire del gelo.
Alcune specie e varietà risultano sensibili al gelo, richiedono quindi di essere coltivate in pieno sole e riparate con teli e pacciamature dai freddi invernali. Ilex cornuta, ad esempio, risulta particolarmente sensibile ai geli padani.
Pochi i problemi di salute: oltre alle fisiopatie causate da colpi di freddo o da prolungata siccità, il pericolo maggiore è rappresentato dalla cocciniglia, che si installa su rami e foglie. La lotta non è facile: occorre impiegare prodotti specifici anticocciniglia, agendo in più riprese. L'olio bianco è efficace in inverno ma va evitato nei periodi caldi. Occorre poi unire, al trattamento chimico, una paziente azione di pulitura delle foglie se l'esemplare è ancora giovane e piccolo e un'azione di sostegno con adeguate irrigazioni e concimazioni, per conservare e riattivare le energie vegetative.