cavolaia
La cavolaia depone le uova sui cavoli ma non solo.
La cavolaia è un bruco divoratore di foglie, in decine di esemplari che si accaniscono esclusivamente sui cavoli, devastandoli in pochi giorni

Quando sui cavoli cappucci o sulle verze, ma anche sul cavolo nero o sui cavoletti di Bruxelles, tutti dalla metà del ciclo in poi, troviamo all’improvviso una serie di buchi sulle foglie, le ipotesi sulle cause sono solo due: o una lumaca o un bruco di cavolaia. E, se siamo tempestivi nell’individuazione del problema, basta sfogliare con delicatezza l’ortaggio per individuare il responsabile.

Sono i classici “mangiatori di foglie”, quelli di cui prima si notano i danni, e solo dopo – cercandoli bene – si scoprono mimetizzati sul retro delle foglie o lungo gli steli o alla base della pianta. Spesso sono dello stesso colore della parte della pianta su cui si mimetizzano, rendendo un lavoro certosino la loro individuazione. Se la colonia è ingente, si rischia di trovare la pianta defogliata nell’arco di pochissimi giorni: se è un’orticola si perde il raccolto…

Com’è fatta la cavolaia

La cavolaia (Pieris brassicae) è un insetto Lepidottero di cui possiamo aver visto l’adulto, la farfalla color bianco panna con piccole chiazze nere ben visibili. La farfalla non è nociva in quanto si nutre di nettare dei fiori, ma depone le uova sulle foglie delle piante di cavolo. E dalle uova nascono le larve (bruchi), che sono la forma nociva: sono color crema con caratteristiche chiazze irregolari lungo i fianchi e il dorso, con radi peli bianchi non urticanti e testa nera. Sono bruchi “specializzati”, cioè in grado di attaccare una o poche specie vegetali, cioè tutte quelle appartenenti al genere Brassica (cavoli).

Quando e come colpisce

Le prime farfalle di cavolaia appaiono dai primi tepori primaverili e continuano a volare fino all’autunno inoltrato: le femmine sono molto attive nella deposizione delle uova, piccoli agglomerati di “perle” del diametro di 0,3 mm attaccati alla pagina interna o inferiore delle foglie di cavoli. I bruchi si vedono da aprile fino a ottobre-novembre: sono gli estremi relativi al Sud Italia, dove il ciclo di coltivazione dei cavoli è più lungo e, di conseguenza, si allunga anche il ciclo delle Pieris.

Dopo aver notato i buchi sulle foglie, se scostiamo quelle più esterne, meno serrate, potremo vedere colonie di bruchi, a volte veri e propri “cuscini”, in genere subito sotto le foglie più esterne, che vengono mangiate in tempi molto rapidi. Una volta esaurito il fogliame su una pianta, non è raro che le larve si spostino in fila indiana per risalire su un altro esemplare di cavolo nelle vicinanze.

Addio ai cavoli

I bruchi defogliatori mangiano con le robuste mandibole i lembi fogliari, lasciando solo la nervatura della foglia stessa. Una singola larva non sarebbe molto nociva, ma essendo in genere in gruppo, è facile che in pochi giorni il cavolo in formazione venga completamente divorato, lasciando solo il fusto e le nervature delle foglie. È vero che nell’arco di una ventina di giorni i bruchi s’impupano per diventare farfalle (quindi non nuocciono più), ma nel frattempo possono divorare un’intera coltivazione nell’orto.

Prevenire ed eliminare la cavolaia

  • Prevenzione: rimuoviamo tutti i residui colturali una volta terminata la coltivazione di qualunque tipo di cavolo. Se abbiamo avuto infestazioni estive, in novembre rivoltiamo la terra delle aiuole in modo da esporre al freddo invernale le uova e le larve che vi si nascondono, oppure incorporiamo alla terra in febbraio-marzo un geodisinfestante. Piantiamo intorno alle aiuole di cavoli qualche pianta di salvia o santoreggia che allontana in modo naturale il parassita.
  • Difesa: gli agglomerati di uova (minuscole palline bianche o gialline attaccate ai tessuti delle piante) dei Lepidotteri si possono schiacciare tra le dita guantate. Anche la ricerca dei bruchi e la loro eliminazione manuale possono dare buoni risultati se le piante da sorvegliare sono poche. In caso di attacchi gravi interveniamo con insetticidi a base di piretro contro le farfalle e di Bacillus thuringiensis contro le larve, entrambi autorizzati in agricoltura biologica.

La confezione di Bacillus thuringiensis

Il prodotto fitosanitario si acquista nei consorzi agrari oppure online: scegliamone uno indicato contro le nottue o i bruchi defogliatori. L’etichetta del prodotto riporta la varietà, il ceppo e la prescrizione verso gli insetti contro cui quel ceppo agisce. All’interno della confezione, il batterio è sotto forma di cristalli o di granuli contenenti le spore, cioè il principio attivo. Deve essere indicata la data di scadenza, ed è meglio scegliere la confezione con la durata più lontana nel tempo, se si può scegliere. Se avanzasse una parte del prodotto (o se si utilizzasse a distanza di tempo rispetto all’acquisto), va conservata nella confezione ben richiusa, in luogo fresco e asciutto e fuori dalla portata di bambini e animali.

Cavolaia, flagello delle Brassicacee - Ultima modifica: 2024-10-18T06:42:33+02:00 da Elena Tibiletti