L’ortensia classica (Hydrangea marcophylla) sembra facile, ma… lo è, a condizione di centrare quelle tre-quattro cose (esposizione, acqua, terra/rinvaso) indispensabili alla sua sopravvivenza. Innanzitutto bisogna fare tre distinguo relativi alle modalità di coltivazione: ortensia in giardino o in vaso, pianta già esistente oppure appena acquistata, e comprata quando e dove.
Ortensia in giardino, piuttosto facile
L’ortensia piantata in giardino richiede ombra o mezz’ombra, acqua e un terreno non calcareo.
Non tutti sanno, infatti, che queste piante preferiscono i suoli acidi, cioè con un pH compreso fra 4,5 e 5,5. Questo spiega perché alcuni esemplari crescono stentati, fanno fatica a fiorire e producono poche foglie di colore giallastro. Tuttavia, alcune specie e varietà sono in grado di tollerare terreni con pH più elevato: il fogliame rimarrà però con una tinta di fondo tendente al giallognolo e le infiorescenze – se in origine di colore blu – diverranno rosa. Per mantenere l’azzurro, dobbiamo incorporare alla terra una manciata di solfato di ferro o solfato d’alluminio o allume di rocca, prima della fioritura. Se però preferiamo i fiori rosa, possiamo correggere la giusta acidità del terreno aggiungendo una manciata di calce spenta.
In ogni caso, la terra deve essere ricca di humus e di sostanza organica. I suoli argillosi sono sconsigliati: aridi in estate, quando tendono a crepacciarsi, diventano troppo compatti e umidi in inverno.
L’ortensia è molto sensibile allo stress idrico: deve disporre sempre d’acqua (non calcarea se desideriamo fiori blu). Bagniamola molto nel primo anno dall’impianto, durante la bella stagione, e negli anni successivi teniamo pronto l’annaffiatoio per le irrigazioni di soccorso.
Proprio perché ama un certo grado di umidità nel terreno, è preferibile per lei una posizione ombrosa, anche perché non ama i raggi solari diretti (con più di 2 ore le foglie si bruciano), e riparata, visto che aborre le correnti d’aria fredda.
Se suolo e posizione sono corretti, non necessita di cure particolari: diamole regolarmente un concime granulare per acidofile (se a fiori blu) o per piante da fiore (se rosa) in marzo e giugno, e interriamo nel diametro della chioma in ottobre un paio di manciate di stallatico secco. Irrighiamola con regolarità, soprattutto nei periodi caldi, evitando l’alternanza di “inondazioni e siccità”. Infine, potiamola con moderazione, recidendo solo i rami vecchi alla fine dell’inverno, in febbraio.
Memo: l’ortensia bianca rimane di questo colore anche fornendo l’azzurrante, anche in terreni acidi o calcarei, perché è un colore stabile, ottenuto per selezione floricola.
In vaso sul terrazzo
Il contenitore offre il vantaggio di poter controllare il terriccio che adoperiamo: per esemplari a fiori blu o viola prendiamo un substrato per acidofile, mentre per quelli rosa o bianchi va bene metà terriccio per acidofile e metà per piante da fiore. Utilizziamo un vaso in plastica o in terracotta, di diametro di 30 cm per una pianta alta 50 cm; rinvasiamo ogni anno in marzo fino ai 10 anni d’età, poi ogni 2-3 anni. Siamo assidui nelle annaffiature da aprile a settembre: con un buon drenaggio sul fondo (4 cm di ghiaia o argilla espansa) e il sottovaso, in luglio possiamo fornire 2 l d’acqua a giorni alterni per una pianta da 50 cm. Concimiamo con i prodotti sopra indicati, ma in forma liquida, quindi attraverso l’acqua d’irrigazione, ogni 15 giorni, seguendo le dosi in etichetta. Naturalmente, non coltiviamola su un balcone o terrazzo esposto a sud! Va benissimo con affacci a nord, tollera la posizione a est, mentre quella a ovest può andare solo se il sole arriva dopo le 16 in estate.
Le ortensie preesistenti
Le piante di ortensia già acclimatate, cioè piantate in giardino o coltivate in vaso da almeno un paio d’anni, generalmente hanno vita piuttosto facile (e facili sono le cure da parte dei proprietari). Seguendo i consigli sopra elencati, a partire dalle concimazioni con i prodotti giusti e terminando con le irrigazioni adeguate, un’ortensia può vivere anche 40 anni in terra e oltre 20 anni in vaso. Non teme l’inverno: resiste da –20 a +35 °C, e vive all’aperto in tutta Italia, senza bisogno di protezione nemmeno sotto la neve, essendo caducifoglia; in inverno non è necessario annaffiare, se non una volta al mese in vaso, con meno di mezzo litro d’acqua. Tollera perfino il vento, purché non salmastro: le zone costiere sono le uniche poco indicate per l’ortensia. Per ottenere ricche fioriture, bisogna comunque imparare a potarle correttamente (vedi in fondo).
Il nuovo acquisto
Quando compriamo un’ortensia, dobbiamo sapere che quello che faremo nel primo mese dopo l’acquisto è fondamentale per la sopravvivenza della nostra pianta. Molto dipende dal periodo e dal luogo d’acquisto.
Se arriva a casa nostra in giugno, nell’epoca naturale di fioritura, magari proveniente da un garden center o da un vivaio, è avvantaggiata: basta NON rinvasarla finché non avrà terminato la fioritura e, nel frattempo, non fare mai mancare l’acqua; naturalmente la metteremo all’aria aperta, all’ombra.
Se invece l’acquistiamo in marzo-maggio, si tratta di un esemplare forzato, appena uscito da una serra per approdare al garden center o al supermercato (e in questo secondo caso è anche una pianta meno curata): se fa ancora freddo, sotto i 10 °C, di notte la dobbiamo tenere in casa vicino alla finestra e metterla fuori di giorno, a mezz’ombra, sempre annaffiandola con costanza e senza rinvasarla sino alla sfioritura. Oltre all’acqua, ogni 7 giorni concimiamola con un prodotto liquido per ortensie, o per acidofile o per piante da fiore a seconda del colore. Se l’acquistiamo per metterla in giardino, ugualmente aspettiamo che abbia terminato la fioritura, altrimenti 9 volte su 10 la bellissima ortensia super-fiorita si trasforma in 3 giorni in uno straccio appassito.
Come e quando si pota l'ortensia
Le infiorescenze secche hanno una loro bellezza: se proprio non ci piacciono, possiamo tagliare già in agosto lo stelo, subito sotto l’infiorescenza a corimbo. Tuttavia sarebbe decisamente meglio, soprattutto nel Nord Italia, lasciare le infiorescenze disseccate sulla pianta fino a febbraio, perché proteggono le gemme, quindi la potatura si effettuerà a tra metà febbraio e inizio marzo. Fiorisce sui getti dell’anno precedente, quindi non deve essere potata in maniera drastica, ma soltanto ripulita e accorciata di un terzo sui rami che hanno già fiorito; vanno inoltre eliminati con gradualità alla base, i rami più vecchi che non fioriranno più.
I nemici dell'ortensia
Al primo posto troviamo decisamente il sole: i raggi bruciano le foglie, bloccano la crescita, impediscono la fioritura. Il quantitativo massimo di raggi tollerabile è di 2 ore giornaliere, purché non siano quelle del mezzogiorno.
Secondo nemico, la carenza di ferro che causa la clorosi, cioè una scoloritura delle foglie fra le nervature, fino a diventare pallidissime. Se non viene curata, può debilitare fino alla morte della pianta. Bisogna abituarsi a distribuire in aprile, giugno e settembre un prodotto a base di solfato di ferro (detto anche “azzurrante per ortensie”) oppure un concime specifico per ortensie, che contiene il ferro biodisponibile.
Il terzo e ultimo nemico colpisce solo le piante allevate in vaso: il ragnetto rosso si manifesta con una scoloritura delle foglie che si ricoprono di una sottile ragnatela poco visibile. Riguarda gli esemplari tenuti al sole e con poca acqua a disposizione. Bisogna cambiare le modalità di allevamento, vaporizzare con acqua la chioma più volte al giorno e, nei casi più gravi, ricorrere a un acaricida.
Le gelate tardive
Per quanto rustica e robusta, neanche l’ortensia può nulla contro le gelate tardive, che arrivano quando le gemme si stanno schiudendo. Se all’improvviso notiamo un disseccamento dei germogli in primavera, e talvolta anche delle gemme che appaiono bruciate, la colpa è di un colpo di freddo primaverile. L’ortensia infatti è molto sensibile al freddo tardivo: i giovani tessuti, in piena attività e rigonfi d’acqua, vengono distrutti. Sebbene spettacolari, i danni sono di poca importanza: nuove gemme e nuovi germogli si riformeranno a rimpiazzare i precedenti.
ATTENZIONE
Attenzione: fusti, foglie e fiori dell’ortensia sono velenosi, sia per l’uomo sia per i nostri animali domestici. Sorvegliamo bambini, cani e gatti affinché non ne mangino