ortensia blu
Ortensia in vaso: ci vuole un sottovaso molto grande per l'acqua.
Si compra un vasetto di ortensie bellissime e, dopo meno di una settimana, la pianta appassisce... Ecco tutti gli errori e cosa fare per tenerla bene

Dalla metà di marzo, ormai, è facile trovare in vendita nei garden center, dal fioraio, nei supermercati e nei mercati rionali splendidi esemplari di ortensia (Hydrangea macrophylla) riccamente fioriti: rosa, bianche, blu, viola, le infiorescenze riccamente piene sono irresistibili, e va a finire che almeno una pianta viene acquistata. Ma poi, purtroppo, non sempre l’esito è felice, e capita di vederla deperire addirittura nell’arco di una settimana dall’acquisto. Ecco cosa fare e soprattutto cosa non fare per vederla rigogliosa a lungo: le ortensie possono vivere anche 30 anni!

  1. Ortensia da serra

Innanzitutto: spontaneamente, le ortensie fioriscono in giugno. Se la trovate fiorita già a fine marzo, significa che la pianta è stataforzata in serra alla fioritura anticipata. E quindi è un esemplare che ha momentaneamente perso la normale rusticità della specie: qualunque Hydrangea resiste a temperature fino a –20 °C, ma lo fa se vive fuori da sempre; se invece è stata allevata in serra, appena ne esce per andare in vendita NON può resistere a temperature inferiori ai 10 °C.

Tradotto: tutte le ortensie comperate dalla metà di marzo alla metà di maggio devono stare in esterni (e sottolineiamo in esterni, NON in casa) se la temperatura è superiore ai 10 °C, ma bisogna tenere d’occhio il meteo, ed essere pronti a ritirare il vaso in una stanza fresca se le previsioni indicano una discesa termica.

Se viene lasciata fuori, con temperature comprese fra 10 e 2 °C foglie e fiori si arricceranno sui bordi, senza più riprendere la forma distesa normale; con minime inferiori a 2 °C o addirittura sottozero, foglie e fiori anneriranno, la fioritura andrà completamente persa, e a volte anche la pianta…

  1. Ortensia da esterni

Ne abbiamo appena accennato: anche se viene venduta come pianta da interni, da tenere come centrotavola in fiore, le Hydrangea sono piante da ESTERNI! Possono resistere a malapena un paio di giorni chiuse in casa (o nei locali del supermercato) perché la temperatura è troppo alta: l’ideale, per queste creature forzate, è un intervallo compreso fra 14 e 18 °C.

Al massimo possono stare sul pianerottolo, in marzo-aprile se la temperatura è sotto i 10 °C, ma da maggio in poi devono vivere fuori (compatibilmente con le temperature indicate).

  1. Quando si abitua al freddo

Ipotizzando di portare a casa un’ortensia forzata in un periodo in cui la temperatura diurna è di 15 °C, l’esemplare va subito messo all’esterno in luogo riparato. Dalle ore 17 in poi la temperatura scende per la notte, e la pianta va ritirata: l’ideale sarebbe sul pianerottolo, ma va bene anche la soglia della portafinestra; la mattina dopo verso le 10, quando la temperatura sale nuovamente, la si rimette in esterni. Dopo un mese di questa prassi, la pianta si sarà in buona parte affrancata dalla protezione derivante dalla serra, e può tollerare anche discese fino a 5 °C sopra zero.

È anche vero che, col trascorrere dei mesi, è probabile che la temperatura si sia già alzata stabilmente, essendo nel frattempo arrivato il mese di maggio…

E dunque, trascorsi 30 giorni e arrivata la bella stagione, l’esemplare potrà rimanere fuori stabilmente.

  1. Dove metterla in esterni

Le ortensie rimangono specie che detestano il pieno sole: se volete incenerirla, mettetela a mezzogiorno… Quindi: in esterni devono stare in ombra luminosa o, al massimo, a mezz’ombra (quindi parzialmente schermate da un albero o cespuglio) o con 2-3 ore di sole del mattino presto. Il contatto con i raggi solari brucia le foglie, soprattutto nelle piante da serra, fa appassire le infiorescenze e rovina gravemente l’esemplare.

  1. Mai rinvasare l’ortensia in fiore

Molti, appena portano a casa l’ortensia fiorita da serra, vengono presi dal demone del rinvaso o del trapianto. Condannando a morte l’esemplare appena acquistato…

Ripetiamo: è una pianta forzata, ha vissuto fino a un giorno prima in serra, ingozzata perché fiorisse, quindi con livelli elevatissimi di stress, incrementati dal carico sul camion, scarico nel punto vendita, maneggiamenti e sbalzi di temperatura. Raggiunge una casa in uno stato di equilibrio precario e immediatamente viene svasata: è la goccia che fa traboccare il suo vaso, alza bandiera bianca e sviene.

Anche se il vasetto è sicuramente inadeguato a supportare quella pianta in fiore, lasciatela lì dentro: se la svasate, lo shock è tale da dare luogo a un tracollo immediato. Se proprio vi fa pena, prendete un vaso di misura doppia dell’attuale, riempitelo di terra mettendoci dentro l’ortensia CON IL SUO VASO ORIGINARIO: in questo modo rimarrà più fresca, ma non subirà alcuno stress da espianto.

Avrete tempo per rinvasarla nel momento in cui terminerà la fioritura e l’esemplare andrà “a riposo”. Memo: utilizzate metà terriccio per piante da fiore e metà terriccio per acidofile.

  1. Mai trapiantare l’ortensia in fiore

Men che meno azzardatevi a trapiantare il soggetto fiorito in piena terra: vale lo stesso discorso del rinvaso. Lo shock per l’operazione nel 100% dei casi determina un collasso della pianta, che perde foglie e fiori, e a volte anche la vita.

Anche questa volta, attendete che finisca di fiorire e solo dopo lo potrete mettere a dimora in piena terra. Anzi, visto che terminerà nel mese di giugno, dovrete trapiantarla immediatamente, prima che arrivi la grande calura estiva, nemica dei trapianti.

  1. Acqua, acqua, acqua

Dato che l’esemplare deve rimanere nel vaso originario sino alla fine della fioritura, l’unica cura assidua (oltre al monitoraggio delle temperature) da perpetrare è l’annaffiatura. Come piante forzate, hanno un estremo bisogno d’acqua perché i tessuti sono molto teneri, molto di più di un’Hydrangea che vive in terra in giardino, e consumano appunto molta acqua.

L’ideale è fornire un sottovaso di 2 misure in più, dove versare ogni 3 giorni 2 bicchieri d’acqua, possibilmente decalcificata (anche oligominerale a basso tenore di calcio, Ca). Svuotate però il sottovaso dopo 30 minuti se resta ancora acqua, e diminuite la quantità fornita a un bicchiere e mezzo. Se però il terriccio in superficie rimane ancora bagnato dopo 3 giorni, allungate anche l’intervallo a 5 giorni.

Se avete inserito il vasetto in un vaso più grande, bagnate invece da sopra, direttamente nel terriccio del vasetto.

Ricordatevi che ogni carenza idrica provoca un appassimento immediato dell’ortensia, che molto spesso è irreversibile.

  1. Concime per l’ortensia

Infine, quando annaffiate aggiungete una dose di concime liquido per ortensie o per acidofile nell’acqua d’irrigazione ogni 7 giorni: queste piante forzate hanno bisogno di rimanere “pompate” al massimo per rimanere belle. Dall’anno prossimo, per fortuna, diventeranno piante normali, da giardino, e fioriranno in giugno, magari in modo meno ricco, ma più naturale.

Per approfondire

PIANTE DA TERRAZZO E DA BALCONE
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