I cianobatteri, chiamati comunemente "alghe azzurre", in realtà non sono affatto alghe, bensì organismi acquatici unicellulari appartenenti al regno dei Batteri. Formano colonie che vivono e si diffondono grazie alla fotosintesi, si nutrono di fosforo e azoto. Si possono trovare sia in acqua dolce sia in acqua salata, da acque fredde di alta montagna ad acque termali fino a 75 °C, e in condizioni particolarmente favorevoli, come ad esempio verso fine estate, possono raggiungere concentrazioni elevate. I fertilizzanti e i detersivi che contaminano i bacini contribuiscono ad aumentare la concentrazione dell'azoto e del fosforo che inducono la proliferazione di cianobatteri, la temperatura elevata e l'alcalinità dell'acqua favoriscono la loro diffusione.
La maggior parte dei cianobatteri vive libera, ma alcuni vivono in simbiosi con le piante: ad esempio Anabaena azollae vive in simbiosi con Azolla e nelle radici di molte Cycadales; Nostoc con epatiche, antocerote e alcuni funghi. Hanno formato, per intrappolamento di sedimenti calcarei nel rivestimento mucillaginoso, le stromatoliti. Riescono a sopravvivere in condizioni estreme trasformandosi in spore.
Le specie di cianobatteri
In situazioni di acqua calma, senza correnti, con un'alta percentuale di nutrienti quali azoto e fosforo a temperature elevate si sviluppano le fioriture. In Italia è presente anche una specie di cianobatteri, Planktothrix rubescens, che vive in acque più fredde e meno illuminate e tende a fiorire in profondità durante l'estate e in superficie durante l'inverno, provocando a volte delle maree rosse a causa del suo colore.
In Italia, le specie cianobatteriche tossiche più importanti per frequenza e abbondanza, sia nelle regioni settentrionali che meridionali, sono Microcystis aeruginosa, Dolichospermum lemmermannii e Chrysosporum ovalisporum durante l’estate, e Planktothrix rubescens (o alga rossa) in tardo autunno-inverno.
Perché sono pericolosi per il cane
Questi batteri sono estremamente pericolosi perché producono una "cianotossina" in grado di danneggiare irreparabilmente il sistema nervoso e il fegato in tempi rapidissimi, fino a provocare la morte.
Negli ultimi tempi grazie alla loro grande diffusione, sono aumentati i casi di cani morti a causa di questi batteri, soprattutto in America dove c'è una vera e propria allerta: occorre fare molta attenzione a non far fare il bagno e non far assolutamente bere il cane in acque infestate dai batteri.
L'avvelenamento da cianobatteri nel cane può provocare disturbi digestivi o nervosi in soli 15 minuti, anche se gli effetti dell'avvelenamento possono essere riscontrati anche dopo alcune ore, quali diarrea, vomito, difficoltà respiratoria, salivazione eccessiva, convulsioni; se l'animale non viene prontamente trattato da un veterinario può sopraggiungere la morte.
Per prevenire si può fare ben poco se non controllare molto attentamente il bacino d'acqua prima di immergersi insieme al cane. Anche se non sempre i cianobatteri si trovano in superficie, è infatti possibile che si trovino sul fondo o attaccati alle rocce. Se non siete sicuri che l'acqua sia pulita, non immergetevi e tenete lontano il cane; se per caso si dovesse bagnare le zampe o il mantello è fondamentale sciacquarlo immediatamente prima che si possa leccare il pelo, in modo da evitare qualsiasi contatto diretto tra il cane e i batteri. Solitamente in luoghi dove vengono trovati i cianobatteri c'è sempre divieto di balneazione, ma è anche possibile che proliferino in bacini nuovi dove non sono mai apparsi prima di ora, quindi l'unica prevenzione efficace è il controllo attento del luogo e, se si è in dubbio, evitare qualsiasi contatto con l'acqua.