Nessun luogo e nessuna zona italiana (salvo la montagna oltre i 2.000 m slm) sono immuni da questi schifosi animaletti: gli scarafaggi sono onnipresenti perché elevatissima è la loro adattabilità ai più diversi ambienti, e in particolare ai contesti umidi e bui presenti in ogni tipo di abitazione, nello specifico le cantine.
Purtroppo però, attraverso gli scarichi domestici, sono in grado di risalire fin nell’interno delle abitazioni, dove i problemi si enfatizzano per ragioni igieniche e di ribrezzo che questi insetti giustamente suscitano.
Di per sé gli scarafaggi sono detritivori, cioè si nutrono di sostanza organica “morta” favorendone la decomposizione, quindi sono classificabili tra la microfauna utile all’ambiente. Però, quando agiscono in coabitazione con l’uomo, la loro utilità passa in ultimo piano rispetto al rischio di contaminazione degli ambienti e degli alimenti.
Ne consegue che si tratta di animali che vanno assolutamente eliminati dall’interno delle abitazioni, cantine, magazzini e soffitte incluse.
- Che cosa sono: il più comune è lo scarafaggio nero o blatta delle case (Blatta orientalis), il cui maschio è alato, mentre la femmina ha ali subatrofizzate. La lunghezza è compresa tra 25 e 33 mm. Ha forma appiattita e lunghe antenne filiformi. La blatta americana (Periplaneta americana) è marrone rossastro, giallognolo sul margine dello scudo: viene chiamata anche “scarafaggio rosso”. Ha dimensioni da 34 a 53 mm (in media 40 mm). La femmina ha un addome più largo rispetto al maschio. Le ali sono ben sviluppate in entrambi i sessi: nel maschio più lunghe dell’addome, nella femmina di pari lunghezza, ma raramente vola. Inoltre è un mediocre arrampicatore: può spostarsi su superfici ruvide, come legno o blocchi di cemento, ma non riesce ad arrampicarsi su muri o altre superfici lisce. Lo scarafaggio biondo (Blattella germanica) ha forma snella e allungata di dimensioni da 1,3 a 1,6 cm di lunghezza, colore marrone chiaro anche tendente al rosso. La femmina ha lunghezza maggiore e addome più largo. Presenta ali in entrambi i sessi; sono ben sviluppate ma vengono utilizzate solo se la blatta viene disturbata o nel caso di salti e/o cadute dall'alto.
- Come sono fatti: hanno dimensioni variabili a seconda della specie (da 1 a 5 cm) ma si riconoscono facilmente perché hanno antenne lunghe, corpo ovale e appiattito, zampe con piccoli peli e, sulla parte posteriore del corpo, due piccole “spine” (cerci).
- Come si sviluppano: insetti ovipari, depongono le uova in ooteche di colore simile a quello della livrea (lunghe circa un cm) secrete dalla madre e costituite da una sostanza organica che s’indurisce all’aria. Ogni femmina depone da 4 a 20 ooteche, contenenti da 8 a 40 uova l’una. La schiusa avviene dopo alcune ore (almeno 8) o giorni (fino a 20), mentre lo sviluppo post-embrionale fino all’adulto può durare da 4 a 12 mesi.
- Che cosa attaccano: la base alimentare è rappresentata da materiali amilacei o zuccherini, perciò infestano le derrate alimentari.
- Che danni provocano: il danno materiale diretto è limitato perché l’infestazione non è tale da provocare ingenti distruzioni delle derrate attaccate. Il danno indiretto è invece rilevante: visitano ambienti malsani, come fognature e discariche, per poi spostarsi in ambienti domestici dove sono vettori di virus, batteri, protozoi, nematodi, cestodi, responsabili di affezioni più o meno gravi, fra cui dissenteria, salmonellosi, epatite A, poliomielite, malattia del legionario; inoltre trasmettono antigeni che causano attacchi d’asma. A causa dell'abitudine di rigurgitare parte del cibo ingerito e di defecare durante l'alimentazione, anche un basso livello di infestazione può rendere inservibile un alimento a causa dei cattivi odori trasmessi e dei rischi igienici.
- Quali abitudini hanno: rifuggono la luce, prediligono gli ambienti umidi, si nutrono di tutto, anche di rimasugli di cibo o materiali in decomposizione. Di giorno si nascondono nelle crepe dei muri, sotto i battiscopa o in altri luoghi umidi e vicini a fonti di calore (es. compressore del frigorifero, canali di passaggio per i tubi dell’acqua calda, forno di cucina ecc.). Infestano anche sottolavelli e parti inaccessibili dei mobili, sottopiani cottura, anfratti e contropareti di fornelli e ripiani di cottura. Si rinvengono anche in cantine, fognature e discariche. La blatta bionda si propaga con più facilità perché si sposta velocemente anche su pareti verticali.
- Come si prevengono: mantenere i locali puliti e ordinati e lasciare il pavimento libero da oggetti. Effettuare un’accurata sigillatura ermetica attorno al passaggio nei muri delle canalizzazioni di tubi del gas, dell’acqua, degli scarichi e dell’impianto elettrico per evitare che entrino dall’esterno. Stuccare crepe e fessure di pavimenti, pareti e soffitti. Fare attenzione ai sacchi, sacchetti o cartoni di alimenti o verdura (patate, cipolle, scatolame ecc.) che si portano a casa e che possono essere stati conservati in magazzini infestati. Accertarsi che tutti gli scarichi abbiano il sifone. Non lasciare cibo o residui di cibi in contenitori aperti. Non tenere immondizie in recipienti aperti e smaltirle ogni giorno. Non accumulare scorte alimentari nelle cantine e nei ripostigli. I punti più critici sono le cucine, i servizi igienico-sanitari, le tubazioni di scarico, gli impianti elettrici, gli scantinati e tutti gli ambienti dove si accumula una certa umidità. Ci si accorge della presenza accendendo improvvisamente la luce di notte, oppure collocando trappole collanti.
- Come si combattono: nei condomìni, avvisare prontamente l’amministratore dello stabile in caso di infestazione del proprio appartamento, affinché faccia controllare gli altri appartamenti e le parti comuni. Nel corso di lavori per l’allacciamento alla rete fognaria urbana, accertarsi che la fossa biologica usata in precedenza venga rimossa o riempita di terra, per evitare che divenga luogo di annidamento di scarafaggi. Se l’allacciamento alla rete fognaria urbana è già avvenuto negli anni precedenti, informarsi che la fossa biologica sia stata rimossa o riempita di terra. Fra le mura domestiche si possono utilizzare rimedi naturali o chimici. Fra i primi, pulire le principali superfici lavabili della casa (pavimenti, tavoli, lavandini, vasche da bagno, finestre, porte da balcone ecc.) con un panno imbevuto di soluzione acqua e aceto (50%); distribuire nei punti più critici spicchi d’aglio, mucchietti di foglie d’alloro o rametti di rosmarino; posizionare vasetti di erba gatta (Nepeta cataria) o tanaceto; dislocare nei punti critici trappole collanti, da sostituire ogni 3 mesi. Tra i rimedi chimici ci sono le esche alimentari con gel attivato, da posizionare fuori dalla portata di bambini e animali domestici e da sostituire ogni 3 mesi, oppure gli insetticidi, in genere a base di piretrina. Nei casi più gravi, e in cantine, magazzini e garage, si applica la fumigazione, previa rimozione di ogni derrata alimentare: avvalendosi di fosforganici e attrezzature specifiche, questi trattamenti vanno eseguiti da personale specializzato e, spesso, vanno ripetuti a poca distanza di tempo. Nella lotta chimica non sono ammessi i prodotti concepiti per uso agricolo, ma solo quelli autorizzati per usi civili e industriali, a tossicità acuta o cronica relativamente bassa. Se avete la fortuna di avere uno o più gechi, non scacciateli: sono ghiotti proprio di scarafaggi, di qualunque specie!