Furono i Romani a strofinarla per primi sulla parte dolorante per curare i reumatismi; mentre nel Medioevo la gotta veniva alleviata battendo l'arto malato con la pianta fresca.
Oggi l’ortica è apprezzata per le vitamine A (carotene) e C, i sali minerali come calcio, ferro e potassio, e gli aminoacidi essenziali come l'acetilcolina, che la rendono depurativa, diuretica, ricostituente, emostatica; combatte l'artrite e riduce il colesterolo. Per il contenuto in clorofilla (simile all'emoglobina del sangue), è indicata per convalescenti, anziani e anemici.
Riconoscere l'ortica
L’ortica (Urtica urens) è molto riconoscibile per l'azione irritante che provoca a contatto con la pelle. È una pianta erbacea perenne con fusti annuali, che raggiungono 1-2 m di altezza; ha foglie ovali, seghettate, color verde scuro; i fiori, poco appariscenti, sono piccolissimi, giallo-verdastri e compaiono tra giugno e settembre.
Volendola coltivare...
Pur essendo un ottimo concime per il terreno, l’ortica non è gradita in orti e giardini. Se però siete disposti a sacrificare un angolino di terra in un punto poco frequentato, ne sarete ripagati. Si reperisce in campagna e si trapianta in qualunque terreno, purché ben nutrito. Tenetela sotto controllo perché si espande facilmente.
Come si raccoglie
È una pianta “nitrofila” (cioè amante dei terreni ricchi di azoto) e si trova vicino a centri abitati e ruderi, in terre incolte e lungo le strade di campagna, in tutta Italia dalla costa all'alta montagna. Controllate che in vicinanza non ci siano discariche, ferrovie o strade di grande passaggio, che inquinano le piante con piombo e altri metalli.
Si raccoglie con un paio di guanti robusti, tagliando i fusti alla base con le cesoie. L'effetto benefico è al massimo in aprile; inoltre le foglioline e le cimette appena nate sono adatte anche per l'impiego in cucina. Le parti destinate a uso fitoterapico vanno sciacquate sotto l’acqua corrente e poi essiccate all'ombra e conservate in vasi di vetro.
L'ortica si può trovare in qualche mercatino delle erbe, in primavera, in mazzetti freschi; oppure si acquista in erboristeria essiccata o sotto forma di succo fresco.
Inoltre in agricoltura biologica il macerato di ortica è usato come antiparassitario naturale: qui il video tutorial su come prepararlo.
Rimedi naturali con l'ortica
- Come ricostituente: ponete 3-4 cucchiaini di foglie secche e sminuzzate in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti; filtrate e addolcite con miele di castagno. Consumatene 3-4 tazze al giorno per 2 settimane.
- In caso di anemia: mettete 4 cucchiaini di pianta completa, essiccata e sminuzzata in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti; filtrate e dolcificate con miele di castagno. Bevetene 3 tazze al giorno per 3 settimane. Oppure prendete un cucchiaino di succo fresco ogni giorno prima dei pasti.
- Per depurare l’organismo in primavera: aggiungete a una tazza d’acqua 2 cucchiaini di foglie secche e sminuzzate, e fate bollire per 5 minuti; filtrate e dolcificate con miele di tarassaco. Assumetene una tazza al giorno per 3 settimane.
- Se i capelli cadono: bollite 200 g di foglie e fusti secchi in mezzo litro d'aceto di vino per 5 minuti, filtrate e fate raffreddare. Frizionate il cuoio capelluto con il liquido ogni sera per 3 settimane, lavando i capelli solo la mattina dopo.
- Per alleviare problemi di acne: picchiettate la pelle ogni sera con un batuffolo di cotone imbevuto di succo d'ortica, ottenuto pestando in un mortaio 200 g di fusti e foglie freschi, filtrando subito dopo.
L'ortica fra realtà, storia e leggenda
- L’uomo si accorse presto che l'ortica è fatta di fibre vegetali robustissime, adatte per stoffe molto resistenti: sono state ritrovate le ossa di un danese dell'età del Bronzo avvolte in un tessuto di fusti d’ortica. Fino al XIX secolo in Scozia si adoperavano tovaglie e lenzuola e durante la seconda guerra mondiale stoffe e corde ricavate da questa pianta. Fino all’800 la radice era usata per tingere di giallo le stoffe.
- Sapete perché l'ortica punge? Per difendersi dagli aggressori come gli animali selvatici in cerca di cibo, ma anche l'uomo che ha sempre cercato di eliminarla. La pianta è cosparsa di peli che contengono una sostanza irritante, l'istamina. I peli sono molto fragili e, al più piccolo sfioramento, si spezzano e, come l'ago di una siringa, si infilano sotto la pelle iniettando il liquido urticante: una minima quantità provoca le fastidiose bollicine.
- Il botanico P.A. Mattioli (XVI sec.) diceva che è l'unica pianta che si riconosce anche in una notte senza luna, per la puntura che dà al solo sfiorarla: nel linguaggio dei fiori è simbolo di crudeltà.