Il ciclamino (Cyclamen, famiglia Myrsinacee) è una pianta autunnale che, se ben curata, può continuare a regalarci i suoi coloratissimi fiori fino alla primavera, anche per svariati anni consecutivi.
Tra le piante erbacee perenni, è una delle più apprezzate per i vivaci colori dei suoi fiori, dall’intenso profumo. La coltivazione dei ciclamini, inoltre, non richiede cure eccessive.
Esiste in tantissime dimensioni e colori. Acquistate piante con foglie e fiori eretti e turgidi, senza scoloriture o ingiallimenti, ragnatele o macchie biancastre. Il terriccio deve essere appena inumidito, mai secco né fradicio. Scostando le foglie, al centro sopra il tubero, devono esserci moltissimi bocciolini freschi. Controllate che non ci sia muffa grigia.
Quanti ciclamini ci sono
In Italia crescono spontaneamente tre specie di ciclamini, i cui i tuberi possono essere reperiti nei vivai specializzati in piante bulbose.
- Cyclamen hederifolium (= C. neapolitanum) è uno dei più resistenti e facili da coltivare in giardino, dove si riproduce autonomamente distribuendo i semi. Le radici spuntano nella parte superiore del tubero e non sulla parte inferiore, che resta infatti liscia: fate attenzione dunque a non interrare i nuovi tuberi nel verso sbagliato, causa che potrebbe determinare la morte della pianta. Le foglie sono raccolte in ciuffi, di dimensioni molto variabili, da triangolari a cuoriformi, disegnate, da verde a verde scuro. Il periodo di fioritura inizia da fine agosto proseguendo per tutto ottobre e novembre; i colori vanno dal bianco al rosa pallido fino ad arrivare a tinte più scure. I fiori spuntano poco prima delle foglie, dalle quali sono prontamente seguiti. Queste ultime rimarranno verdi per tutto l’inverno, prima di appassire in conseguenza dei primi caldi estivi. I tuberi molto grossi possono produrre fino ai 50 o 60 fiori. Cresce meglio sotto la parziale ombra di un albero deciduo, dove potrà godere di un terreno ricco in sostanza organica. Questa specie risulta alquanto tollerante alle basse temperature: è presente e coltivabile in tutta Italia.
- Cyclamen purpurascens (= C. europaeum) è l’ unico a fioritura estiva (agosto-settembre) e cresce spontaneamente negli spazi d’ombra tra le rocce e i boschi dell’arco alpino. È uno dei pochi ciclamini profumati. Facilmente coltivabile in vaso, trae estremo beneficio da un terreno arricchito con lettiera di foglie. Le radici tendono a crescere da tutta la superficie del tubero, che ha comunque dimensioni ridotte. I fiori, simili a quelli del C. hederifolium, hanno un colore rosa carminio.
- Cyclamen repandum (= C. romanum) fiorisce in aprile-maggio, con fiori purpurei. Questa specie preferisce la coltivazione in piena terra, in posizioni ombreggiate senza disdegnare anche l’accumulo di aghi di pino. I suoi tuberi, di dimensioni ridotte, emettono le radici nella parte inferiore. Le foglie di colore verde scuro presentano in genere delle chiazze grigio-verdi.
Tra le specie coltivate, ma non spontanee in Italia, ci sono: Cyclamen persicum (ciclamino dei fiorai), il progenitore di tutti i ciclamini coltivati oggi sul mercato; C. africanum, che possiede un tubero a rapida crescita e bisogna dunque ricordarsi di fornirgli un vaso adeguato alle sue dimensioni; C. coum, con i suoi fiori compatti, leggermente schiacciati e a forma tondeggiante; l’ormai raro ciclamino bianco endemico dell’isola di Creta (C. creticum).
Come si coltiva il ciclamino
Tutti i ciclamini, che siano quelli spontanei italiani o quelli coltivati, devono SEMPRE vivere all'aperto. Unicamente il ciclamino dei fiorai va riparato solo se la temperatura scende a 0 °C o al di sotto: spostate i vasi fra i doppi vetri o in casa in una stanza fresca, oppure stendete un doppio-triplo telo di tessuto non tessuto. Appena il gelo passa, riportate i vasi fuori o togliete i teli.
Evitate l’esposizione ai raggi solari in settembre-ottobre e in marzo-aprile per il ciclamino dei fiorai, e da aprile a settembre per i ciclamini spontanei che vivono in giardino.
Non esitate a strappare foglie e fiori non appena iniziano ad appassire: se tarderete a farlo, potrebbero marcire danneggiando il resto della pianta, se non addirittura diventare preda di muffa grigia.
Il terriccio deve essere sempre umido, ma bisogna evitare sia i ristagni d’acqua che potrebbero far marcire il tubero, sia le vaporizzazioni in quanto potrebbero macchiare i petali dei fiori. Non versate l’acqua al centro della pianta perché potrebbe rimanere sugli organi della pianta stessa originando muffe dannose.
Ogni due o tre settimane è bene concimare con un fertilizzante per piante fiorite, somministrato insieme all’acqua di annaffiatura.
Togliete regolarmente i fiori appassiti, prima che sfornino il seme, recidendo il gambo alla base, vicino al tubero.
Quando finisce la fioritura
Con l’arrivo della primavera i ciclamini dei fiorai rallentano l’attività vegetativa, fino ad arrestarla completamente in estate. Non spaventatevi, quindi, se le foglie diventano secche: in autunno si rinnoveranno. Anzi, in maggio, o quando arrivano i primi caldi, sospendete le innaffiature e le concimazioni: le foglie si devono proprio seccare. Strappatele e portate il vaso in un locale buio e fresco, dando un po’ d’acqua una volta al mese. In settembre riportate il vaso alla luce e all’aria, riprendendo a innaffiare e a concimare: il tubero rifiorirà in febbraio, o anche prima.
Sempre in primavera può essere utile rinvasare la pianta al termine della fioritura, ma solo se le radici hanno occupato interamente il vaso. Per questa operazione si dovrà utilizzare un composto di foglie, sabbia e torba mischiate in egual misura.