La resina e l'essenza di pino hanno avuto sin dall'antichità impieghi fitoterapici, poi confermati dalla ricerca scientifica: Greci, Romani e Arabi le usavano contro i mali di petto e per deodorare gli ambienti.
Tutta la pianta emana un caratteristico aroma, derivante da pinene, felandrene e acetato di cernile, che conferiscono proprietà antisettiche, balsamiche, diuretiche, espettoranti e stimolanti. L'essenza di pino è indispensabile in parecchi farmaci in commercio: è espettorante e tossifuga.
Com'è fatto un pino
Tutti i pini appartengono alle Conifere. Gli aghi hanno forma piccola e stretta che permette una lentissima evaporazione dell'acqua, meccanismo utile per la sopravvivenza nella stagione fredda. La loro forma fa sì che le avversità del maltempo (neve, pioggia abbondante ecc.) scivolino senza provocare troppi danni all'albero. Gli aghi permangono sulla pianta per 3-4 anni circa e, quando avviene la caduta in primavera o all'inizio dell'estate, vengono sostituiti da nuove foglie.
La coltivazione di un pino
Può essere coltivato in tutta Italia, perché c’è una specie adatta a ogni tipo di ambiente: Pinus sylvestris, il più ricco di resina, per terreni rocciosi; P. nigra, ottimo come frangivento, resiste al gelo; P. nigra ssp. laricio cresce rapidamente anche su terreni poveri, perfetto per colline e montagne del Sud; P. cembra, il cirmolo, molto decorativo con rami fino a terra, è a suo agio sulle Alpi e Prealpi; P. mugo, tipico delle Alpi, ideale per terreni in pendio, molto balsamico; P. pinaster è il pino marittimo, che resiste alla salsedine; P. pinea è il pino da pinoli, per terreni sabbiosi; P. halepensis, il pino d'Aleppo, resiste alla siccità.
La crescita è rapida: si può anche partire dal seme, che in una decina d’anni raggiunge l’altezza definitiva.
Come si raccoglie
I diversi pini sono reperibili in tutta Italia: preferite esemplari cresciuti in luoghi incontaminati.
Si utilizzano le gemme, da cui si può ricavare l’olio essenziale con un distillatore, da raccogliere in aprile prima che si schiudano. Si pongono a seccare, in unico strato, per 1-2 mesi in luogo ombroso e ventilato, smuovendole spesso; oppure si passano per 30 minuti nel forno tiepido. Poi vanno conservate in un barattolo di vetro in luogo buio.
Gemme ed essenza sono facilmente reperibili in tutte le erboristerie.
Rimedi naturali
- Contro il catarro: sono ideali 5-10 gocce d'olio essenziale su una zolletta di zucchero, da assumere 2-3 volte al giorno.
- Per combattere una sinusite ribelle o un fastidioso raffreddore: versate 10-15 gocce d'essenza in una pentola d'acqua bollente e inalate i vapori per 10 minuti, ripetete due-tre volte al giorno.
- Per cancellare la sensazione di freddo invernale: preparate un bagno con acqua non troppo calda e aggiungete 20 gocce di olio di pino. Rimanete immersi per almeno 15 minuti.
- Per schiarire la voce e guarire un attacco di raucedine: bollite per 30 minuti in un litro d'acqua 40 g di gemme pestate, filtrate e, senza zuccherare, fate gargarismi tre volte al giorno.
- Per combattere l'asma: infondete 30 g di gemme in un litro d'acqua bollente per 30 minuti, e bevete tre tazze al giorno.
- Contro la bronchite: preparate uno sciroppo, macerando 50 g di gemme in 50 g di grappa per un'ora; versatevi un litro d'acqua bollente, fate riposare per 6 ore; filtrate, aggiungete 1 kg di zucchero e bollite fino ad avere una consistenza sciropposa; conservate in bottiglie di vetro al riparo dalla luce; all'occorrenza prendetene 4 cucchiai al giorno.
- Per alleviare un potente raffreddore: bevete 4 bicchierini al giorno del macerato di 40 g di gemme poste per 15 giorni in un litro di vino bianco secco.
Fra realtà, storia e leggenda
- In Estremo Oriente, il pino è il simbolo dell'immortalità e longevità e con il suo legno venivano innalzati in Giappone i templi sacri dello Shinto. I taoisti, casta immortale, si nutrono di pinoli, aghi e resina: giurano che rendano il loro corpo leggero e capace di volare!
- Dice una leggenda che la casta ninfa Piti dovesse scegliere fra due spasimanti: Pan, dio dei boschi e della sessualità, e Borea, dio del vento del Nord. Piti preferì Pan, scatenando le ire di Borea, che soffiò così forte da farla cadere da una rupe; Pan, per salvarla, la tramutò all'istante in un pino, abbarbicato sulla roccia. Ancora oggi, quando in autunno soffia Borea, Piti piange, lasciando cadere gocce di resina trasparente dalle pigne.
- Il pino contemporaneamente è simbolo di morte, perché se viene tagliato non ributta più, ma anche di vita immortale, perché colonizza terreni e prospera a lungo dove nessun’altra pianta sopravvive. Il dono di un rametto o piantina di pino può significare che si desidera lunga vita per il ricevente, o l’esatto contrario!