La solita storia: avete acquistato una bellissima pianta d'appartamento, l'avete portata a casa, curata con tanto amore, e dopo pochi giorni la pianta rigogliosa assume un aspetto triste. Forse avete commesso degli errori?
Cosa sarà mai successo?
Capita purtroppo che lo splendido esemplare, turgido e colorato, in pochi giorni o settimane “si ammosci”, o venga pervaso dal seccume all’apice delle foglie, o addirittura si spogli alla velocità della luce di fiori e/o fogliame.
E’ facile pensare che si tratti di chissà quale misteriosa malattia, e che basti trattare la pianta con fitofarmaci per riaverla in forma. Alt, fermatevi: date un’occhiata un po’ meno distratta alle vostre beneamate e capirete facilmente se si tratta di una malattia, dell’attacco da parte di parassiti o se invece - molto più probabilmente - la colpa del deperimento va imputata a uno stato di sofferenza da errate condizioni ambientali.
L'elenco dei 10 errori
- Non tenete in casa le piante da esterno. Ciclamino, azalea, crisantemo, erica, con le loro corolle, invitano a portarli in casa. Ma non tollerano temperature superiori a 18 °C, che provocano il disseccamento dei boccioli e l’avvizzimento delle foglie e dell’intero esemplare. Ponetele in giardino o terrazza, sul giroscale o fra i doppi vetri. Tutte le esotiche, invece, devono vivere in appartamento, perché sono sensibili al freddo.
- Non collocate il nuovo arrivo dove capita, per riempire uno spazio vuoto. Le piante da interni hanno bisogno di molta luce (tranne aspidistra, tradescanzia, filodendro e il potos che però rimane verde, senza variegature). Non ponetele nell’angolo buio “dove starebbe bene una bella pianta verde”: in pochi giorni le foglie si seccano e cadono, fino alla morte della pianta. I raggi solari non devono toccare il fogliame: dove battono, provocano una bruciatura, arrossata e poi marrone e secca, in vari punti della lamina. Piuttosto, schermate con tende.
- Mai vicino a termosifoni... Il riscaldamento asciuga l’aria, il che è pernicioso per piante in genere originarie delle foreste tropicali pluviali. Prima si seccano le punte delle foglie e poi tutto il resto. Se è l’atmosfera troppo calda e secca, ponete uno strato di argilla espansa nel sottovaso (sempre con un velo d’acqua) e vaporizzate il fogliame ogni giorno, con acqua fatta riposare in un secchio..
- ... né fra correnti d’aria. Non aprite la finestra “in faccia” alla pianta: in pieno inverno lo sbalzo di temperatura può far annerire nel giro di qualche ora tutte le foglie, con conseguenze letali.
- Non annegatela. Tutte le piante vogliono la stessa quantità d’acqua? Non è vero. Abituatevi a infilare un dito nel terriccio, scalzandolo un po’ per sentirne il grado di umidità. Annaffiate (mezzo bicchiere a temperatura ambiente è una dose giusta) se risulta proprio secco. Quando “sta annegando”, la pianta è floscia e di un verde smorto-giallognolo: trapiantatela subito, eliminando il terriccio zuppo e lasciatela senz’acqua per almeno una settimana-10 giorni.
- Non disseccatela. Fermo restando che è meglio fornirle minor acqua del fabbisogno piuttosto che inzupparla, quando la punta delle foglie si secca e gli steli che le portano tendono a piegarsi, probabilmente l’adacquamento è troppo scarso.
- Non precipitatevi a trapiantarla. Di solito, le piante da interni vengono fornite in contenitori di dimensioni adeguate allo sviluppo. è già stressante il cambio di “residenza”, lasciate passare un anno circa, secondo la crescita.
- Non concimate durante l’inverno. Se l’acquisto è recente, sarà stato fertilizzato correttamente fino a pochi giorni prima. Altrettanto se avete nutrito con cura i vostri esemplari durante l’estate: ora è tempo di riposo.
- Non girate continuamente il vaso. Per mantenere la forma eretta, basta una rotazione di 45° ogni 10 giorni.
- Non drammatizzate se perde qualche foglia. Un certo ricambio di foglie è fisiologico, come per i nostri capelli, nè possiamo pretendere piante “di plastica” esenti da qualsiasi problema. Preoccupatevi solo se ne cade più del 10 per cento ogni giorno: individuate la causa in base a quanto elencato.
Come capire se è l'ambiente o un parassita o malattia
- Se i sintomi di malessere compaiono su tutta la pianta o su tutta una metà, con grande probabilità si tratta di sofferenza ambientale. Quando invece sono solo poche foglie o rami qua e là a mostrare danni, si può trattare di malattia fungina o parassiti.
- I parassiti animali sono abbastanza individuabili. Tutt’al più saranno minuscoli granellini, simili a polvere che... si sposta! Vanno trattati con insetticidi o acaricidi (raramente gli afidi colpiscono piante in casa): portate un campione di foglie presso il garden center di fiducia.
- I sintomi da funghi somigliano a quelli della sofferenza da ambiente, ma colpiscono solo alcune parti della pianta. Dopo esservi comunque accertati che le condizioni di vita siano le migliori, rivolgetevi a un esperto muniti di campione malato.
10 regole per fare i trattamenti alle piante in appartamento
Una volta reperito il prodotto fitosanitario o biologico idoneo a combattere il problema, seguite queste precise regole per effettuare il trattamento.
- Trattate con una buona illuminazione. Di giorno, o comunque con molta luce per dirigere correttamente il getto.
- Agite in esterni o arieggiate bene la stanza. Meglio eseguire l’operazione in giardino o sul terrazzo, specie se utilizzate un prodotto in polvere. Se siete obbligati a trattare in casa, ponete un foglio di plastica molto grande sotto alla pianta, fate attenzione a cosa colpite e, dopo, arieggiate bene l’ambiente (senza esporre a correnti la pianta).
- Munitevi di adeguate protezioni. Una mascherina per naso e bocca, eventualmente gli occhiali appositi, sempre i guanti e un gembiule da lavoro, da lavare separatamente in lavatrice.
- Allontanate bambini e animali. Non lasciateli accostare alla pianta per almeno 3-4 giorni dopo il trattamento. Naturalmente non devono essere presenti neanche durante il trattamento.
- Seguite le istruzioni in etichetta. Se non siete periti chimici o agronomi, non derogate di una virgola da quanto viene consigliato.
- Non esagerate con la somministrazione. Non pensiate che aumentando la dose o il tempo di esposizione il risultato sia migliore: potreste bruciare o intossicare la pianta.
- Ripulite con attenzione eventuali schizzi. Soprattutto se avete bambini, cani o gatti.
- Tenete la pianta in quarantena. Isolatela dalle consimili finché non è guarita, per evitare contagi, osservandola con attenzione ogni giorno.
- Ripetete il trattamento, all’occorrenza. Usate lo stesso prodotto se la terapia prevede ripetuti interventi dopo tot giorni.
- Se il problema si ripresenta identico a distanza di tempo, usate un prodotto diverso. Eviterete fenomeni di resistenza da parte dei parassiti.