caprifoglio
Il caprifoglio è la lonicera più conosciuta.
Il caprifoglio e le lonicere sono rampicanti o piccoli arbusti facilissimi da coltivare in tutta Italia. Ecco i consigli di Roberta Marchesi del Peccato Vegetale

Roberta Marchesi è una vivaista lombarda che, con il marito Enrico Riva, coltiva con passione, fra le tante piante particolari presenti nel suo vivaio Il Peccato Vegetale, le lonicere e il caprifoglio, che meritano un posto di riguardo, anche per l’architettura complessa, ma leggera, dei fiori: Roberta ne svela tutti i segreti.

1 Quali sono le specie e varietà adatte al Nord Italia?

Il genere Lonicera comprende circa 200 specie diffuse prevalentemente nelle zone boscose e montuose dell’Eurasia e dell’America, anche ad altitudini elevate: molte di esse sono rarissime e quasi introvabili. Le lonicere rampicanti più conosciute e adatte al clima del Nord Italia sono: L. caprifolium (dal fiore bianco-giallo), L. periclymenum (con fiore bianco-giallastro-rosa), L. japonica (dal fiore bianco) anche con le varietà ‘Halliana’ e ‘Purpurea’ (quest’ultima sfoggia un fogliame color porpora), L. x heckrottii (con fiore giallo soffuso di rosso), L. henryi (dal fiore giallo aranciato). Le lonicere ad arbusto che vivono bene nel Settentrione sono: L. nitida (con fiore bianco crema), L. pileata (dai fiori minuscoli, ma con fogliame variegato), L. tatarica (con fiore rosa) e L. fragrantissima (dal fiore crema).

2 Quali sono le specie e varietà adatte al Sud Italia?

Per la coltivazione al Sud, oltre alle specie prima elencate, si possono aggiungere alcune specie rampicanti come L. etrusca (dal fiore giallo-rossastro), L. sempervirens (con fiore arancio), L. x brownii (dal fiore arancio scarlatto), L. x tellmanniana (con fiore giallo bronzo) e L. hildebrandiana (dal fiore bianco crema).

3 Come si esegue l'impianto delle lonicere?

Le lonicere sono piante generalmente molto rustiche e poco esigenti. La mezz’ombra è sicuramente la collocazione migliore, tenendo presente che la maggior parte delle lonicere in natura vive nel sottobosco. Per le specie rampicanti, l’esposizione ideale è quella che permette alla pianta di essere ben raggiunta dai raggi solari sulla chioma, mentre il piede (cioè la base della pianta) rimane in ombra. Per la messa a dimora si deve scavare una buca profonda il doppio della dimensione del vaso in cui si trova la pianta. Sul fondo della buca si mette uno strato di concime organico (lo stallatico, per esempio); lo si ricopre con uno strato di buon terriccio da giardino; si appoggia la zolla di terra della pianta; si colmano gli spazi vuoti fra la zolla e la buca con lo stesso terriccio, comprimendo leggermente; in seguito si bagna. Se state piantando una lonicera rampicante, completate la messa a dimora legando i tralci della pianta a un graticcio appoggiato a un muro (che è meglio non sia esposto al pieno sole del mezzogiorno, per evitare un eccessivo riscaldamento in estate), oppure attorno a un pilastro o lungo la rete di una recinzione.

4 Di quali cure ha bisogno dopo l’impianto?

Essendo piante molto rustiche, le lonicere in piena terra, una volta che hanno ben attecchito, avranno bisogno solo di irrigazioni di soccorso, nel caso si verificassero lunghi periodi di siccità. Saranno invece da bagnare con costanza le lonicere coltivate in vaso. Quanto alla concimazione, è importante somministrare con regolarità un fertilizzante, meglio se di tipo organico, da incorporare al terreno alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera.

5 Quali sono le specie che si possono coltivare in vaso?

Tutte le specie di lonicera sono adatte alla coltivazione in vaso. Per farle vivere e fiorire bene, bisogna però avere sempre l’accortezza di utilizzare vasi abbastanza capienti (40 x 40 x 40 cm le misure minime) e di collocarli nella giusta esposizione.

6 Come vanno poste nel vaso e curate?

Non ha importanza la forma del vaso, ma ne ha molta la profondità che non dovrebbe essere inferiore ai 40 cm. Alla base del vaso si mette uno strato di argilla espansa o altro materiale drenante e uno strato di concime organico ben maturo. Si riempie lo spazio vuoto con un buon terriccio universale, pressandolo leggermente; infine si completa con una buona bagnatura. Poi si legano i rami delle specie rampicanti a tutori o graticci, distribuendoli uniformemente. Le lonicere coltivate in vaso devono avere sempre il terriccio umido, per evitare che il fogliame si secchi all’improvviso a causa di una forte siccità. La concimazione va effettuata alla fine dell’inverno, prima del risveglio vegetativo, con un concime a lenta cessione.

7 Vanno potate?

Tenendo presente che la potatura non è un obbligo rigoroso da eseguire sempre, si può dire che le specie a fioritura estiva possono migliorare la fioritura con una potatura abbastanza energica, condotta a fine inverno-inizio primavera.

Questo tipo di potatura è necessaria soprattutto se queste lonicere sono coltivate in vaso, dove spesso tendono a spogliarsi e a mettere a nudo il tronco. In questo modo la pianta può produrre molti più rami e, in seguito, una fioritura più ricca.

Invece, sulle specie dalla fioritura precoce come L. fragrantissima, è bene effettuare la potatura dopo la fioritura, che avviene solitamente in febbraio-marzo.

8 Quali malattie e parassiti possono attaccarle?

Le lonicere non sono soggette a particolari malattie. A volte accade, soprattutto sulle piante coltivate in vaso e protette da una tettoia che non permette che ricevano l’acqua piovana, di notare gli attacchi da parte degli afidi, che però possono essere eliminati senza grandi problemi irrorando le piante con prodotti biologici.

Lo zolfo, invece, può essere utilizzato in caso di attacchi di oidio (mal bianco), cioè quando le foglie appaiono ricoperte da una patina farinosa di colore bianco-grigiastro.

9 È necessario proteggerle in inverno?

Non avendo problemi di rusticità, le lonicere non vanno assolutamente coperte durante l’inverno.

10 Quali sono le specie e le varietà più profumate?

Le lonicere dal profumo più intenso sono, fra le specie dal portamento rampicante, la conosciutissima L. caprifolium, L. japonicaL. periclymenum, L. hildebrandiana; tra le specie arbustive segnalo L. fragrantissima che, come dice il nome, non ha eguali: il suo profumo è forte e penetrante, ma sempre aggraziato e mai sfacciato.

La curiosità sulle lonicere

Le lonicere, e in particolare L. caprifolium, sono più conosciute con il nome di “caprifoglio” o “madreselva”: la prima denominazione si riferisce al fatto che, secondo gli antichi, il fogliame delle lonicere è molto appetito dalle capre; la seconda all’abitudine di queste piante di estendersi nelle profondità dei boschi, dove i raggi del sole filtrano solo parzialmente: gli antichi ritenevano che la madreselva incarnasse lo “spirito del bosco”, l’“essenza della foresta” e fosse quindi la “madre della selva”.

10 consigli su caprifoglio e lonicere, rampicanti facili - Ultima modifica: 2020-06-05T07:39:00+02:00 da Redazione GI