Non c'è giardino né terrazzo che non abbia prima o poi ospitato le viole del pensiero, piantine di straordinaria facilità che costituiscono una preziosa risorsa di bellezza e di colore nel periodo che va da settembre a maggio.
Negli ultimi anni, infatti è enormemente aumentata la disponibilità di varietà e tipologie capaci di resistere bene al freddo, accontentandosi di poco sole per aprire in inverno i loro fiori. Larghe, a volte davvero enormi, oppure in versione 'mini', simili a quelle selvatiche, le corolle delle viole del pensiero ci accompagnano senza chiedere grandi attenzioni con il loro carico di dolcezza e il loro significato simbolico che il nome stesso ci racconta.
Viole del pensiero, le leggende
La notorietà della viola del pensiero come messaggera d'amore viene legata ad antiche leggende che nascono dalle tradizioni popolari. La viola è stata sempre associata al sentimento d'amore nelle sue forme più timide e pacate, e alla serenità che, secondo le leggende, essa sa infondere.
Si dice che che una freccia di Cupido cadde su di una viola del pensiero, e il dio dell'amore donò a queste delicate corolle la capacità di comunicare il sentimento.
In effetti la viola come messaggera d'amore era nota anche nella Roma imperiale: il giorno 22 marzo, inizio della stagione primaverile, si celebrava il culto di Attis, un semidio di origine greca, trasportando in processione un tronco di pino adornato di viole.
Certamente non erano quelle che conosciamo oggi: è impossibile trovare in vendita una viola del pensiero in forma di specie botanica. Quelle che acquistiamo sono ibridi derivati da una lunga, complicata stirpe di incroci nati da Viola tricolor. Oggi per semplificare si parla di Viola hortensis per indicare una enorme famiglia in cui è entrata anche la discendenza di Viola x wittrockiana, un ibrido che si è trasformato in una ricca e diversificata serie di famiglie con colori e dimensioni diverse.
Viola del pensiero: i nomi comuni
Molti sono i nomi con i quali è conosciuta. Il più curioso è certamente quello di "suocera e nuora" per i colori contrastanti dei petali, che apparentemente sembrano discutere fra loro per chi avrà il sopravvento.
I colori in contrasto furono presi in considerazione con lo sviluppo del Cristianesimo: la viola del pensiero, che allora era solamente la specie botanica Viola tricolor, divenne uno dei simboli della Trinità: i tre colori diversi rappresentano le tre persone divine, separate ma indissolubili. E questa caratteristica di portare nello stesso fiore tre colori diversi servì anche ai bonapartisti francesi che ne fecero il loro simbolo, in contrapposizione al giglio monocromatico dei Borboni.
La caratteristica di fondere in un unico fiore tonalità cromatiche così diverse ha fatto sì che la pianta, attraverso il nome di viola del pensiero, fosse assimilata alla facoltà più alta dell'uomo, quella del pensiero appunto, che media tra opposte passioni e tra tendenze contraddittorie che agitano l'animo umano, raggiungendo con la mediazione un equilibrio che unisce aspetti diversi.
Viole del pensiero: come coltivarle
Tra i motivi che inducono il giardiniere a usare a piene mani le viole del pensiero in giardino e in balcone nei periodi invernali c'è la capacità delle varietà moderne di riprendersi rapidamente anche dopo un periodo di freddo. Il sole che penetra tra il sottile fogliame favorisce la fioritura, che talvolta supera persino un periodo nevoso.
Per prolungare al massimo la bellezza delle viole del pensiero acquistate in autunno conviene però piantarle in un luogo ben soleggiato, non ventoso e possibilmente protetto dal gelo e dalla neve: in queste condizioni la fioritura sarà continua fino alla tarda primavera, e darà soddisfazione anche a chi aveva scelto le viole per il modesto costo di ogni esemplare.
Non dimenticate anche un fattore importante: ben coltivate, le viole non si ammalano e vi concedono quindi di rinunciare a qualsiasi fitofarmaco, accontentandosi di un po' di concime organico biologico, una scelta ideale per i giardinieri attenti all'ambiente.
Viole botaniche: quali sono
Le violette che appaiono in febbraio-marzo nei luoghi più impensati, talvolta persino tra gli spazi dei mattoni o nelle crepe dei marciapiedi in città, appartengono alle specie selvatiche presenti nella nostra flora (Viola canina, V. calcarata, la siciliana V. aethnensis, V. alba che, nonostante il nome, è di colore lilla, e parecchie altre, tra cui la Viola tricolor che sboccia anche nei prati alpini).
In giardino le violette nelle note varietà orticole di Udine e di Parma sono apprezzate per Il profumo e la delicatezza dei fiori, che richiedono clima fresco e terreno fertile e umido. Le violette selvatiche si diffondono a volte con energia, al punto da diventare infestanti nelle aiuole, ma sono talmente graziose che diventa davvero difficile rinunciare. Le larghe foglie cuoriformi riescono a superare l'estate se trovano zone ombrose in cui non manchi del tutto l'acqua. A volte le foglie scompaiono per riapparire da settembre in poi insieme ai boccioli che si fanno strada riparati dalle foglie per aprirsi in febbraio, annuncio della nuova vita, fino a riempire intere vallate con la loro grazia indistruttibile.
Viole per la roccaglia
Preparate una semplice e graziosa roccaglia autunnale utilizzando sassi o rocce da collocare in mucchietti di aspetto naturale, parzialmente inseriti nel terreno se esiste un pezzo di zona in pendio sfruttabile a questo scopo.
Potete utilizzare anche una larga ciotola in cui collocare alcune pietre, lasciando spazi da colmare con viole del pensiero e altre specie autunnali (solanum, eriche, piccole conifere, edera...) Completate la composizione con qualche manciata di ciottoli colorati per coprire le aree rimaste momentaneamente vuote.
Viole del pensiero: gli ibridi
La capacità della viola del pensiero di ibridarsi con grande facilità ha reso possibile l'ottenimento di una gamma di colori davvero ampia, reperibile forse solo nelle rose. Di solito gli ibridi hanno fiori di grandi dimensioni e di svariati colori.
Tra le novità di questi ultimi anni che hanno incontrato il maggior gradimento ci sono le varietà di colore arancione intenso e quelle viola e lilla con petali marezzati che sembrano dipinti a mano.
La viola nera rimane una delle curiosità più affascinanti, anche perché è davvero raro trovare questa profondità di colore in altri fiori. Il colore nero è presente in alcune varietà di Viola x wittrockiana e anche in un tipo di Viola cornuta, la spettacolare ‘Black Magic' utilizzabile anche come tappezzante per la sua durata e resistenza nel tempo.
Viole in vaso
Le viole del pensiero coltivate in ciotole e cassette fioriranno sino a maggio se avrete fornito con regolarità il giusto quantitativo d’acqua: né troppa (si ammalano di mal bianco, una forma fungina che deturpa il fogliame e che provoca il rapido decadimento degli esemplari), né troppo poca (in questo caso più facilmente si riempiono di afidi). Non bagnate mai se sentite che il suolo è ancora umido. Il vaso deve essere dotato di drenaggio e di uno strato di palline d'argilla sul fondo.
Se le viole sono coltivate insieme a bulbose, come i giacinti, potrete aspettare che questi giungano a fine fioritura, in aprile, per sostituirli con altri fiori di piccola dimensione o con qualche piantina di edera, che completerà la ciotola all'ombra fino all'estate.