Le talee di rose si fanno molto facilmente, ma non è detto che attecchiscano sempre. Ecco i 10 segreti per avere successo nell'operazione
- Ottobre è il mese migliore per procedere con le talee dei rosai che interessano, con una buona probabilità che attecchiscano.
- Scegliete rami dell’anno, preferibilmente provenienti dalla base del rosaio (attenzione a non prendere un succhione!) oppure un ramo secondario utilizzandone l’apice.
- Ogni talea deve essere lunga almeno 40 cm, quindi a un ramo prelevato da un rosaio a cespuglio corrisponde una singola talea; solo nel caso di talee di rampicanti o sarmentosi è possibile dividerle in due o più pezzi (senza capovolgerli!).
- La talea di apice deve presentare, 2-3 cm sopra il taglio, un nodo con la gemma.
- Prima di procedere è possibile immergere la base della talea nella polvere di ormone radicante, che però sui rosai non produce grandi differenze rispetto alle talee non trattate con l’ormone…
- Inserite le talee per almeno 10 cm in un vasetto contenente metà sabbia e metà torba leggermente inumidite (devono rimanere sempre appena umide). Il vasetto sarà di 18 cm di diametro per una singola talea, di 24 per tre e via salendo.
- Ponete i vasetti all’aperto, in un punto luminoso ma non raggiunto dai raggi solari, né dalle intemperie. Qui devono rimanere per tutto l’inverno.
- In marzo-aprile l’emissione delle foglioline non deve far esultare troppo, perché a volte capita che entro giugno la talea appassisca definitivamente. Viceversa, se non c’è fogliazione entro giugno, le talee non hanno attecchito.
- In presenza delle prime foglie, continuate a tenere i vasetti nella stessa posizione e soprattutto mantenete costante l’umidità del substrato. In agosto potrete spostarli in un punto esposto al sole per mezza giornata (non al mezzogiorno) e alla pioggia.
- Se la nuova piantina si è ben sviluppata, in ottobre potrete trapiantarla a dimora in piena terra o in vaso, o dividere le talee multiple.