La patata dolce, o batata o patata americana (come se la vera patata venisse da chissà dove…), non ha nulla a che fare con la più celebre quasi omonima, se non il consumo della radice, di aspetto simile al ben più noto tubero.
È infatti una Convolvulacea, per giunta parente delle nostre campanelle o ipomee: è l’Ipomaea batatas, un’erbacea perenne originaria delle zone tropicali dell’America, dove era già coltivata 5000 anni fa per i rizotuberi (radici tuberose), dolci e ricchi di amido.
Arrivata in Europa nel ’500, rimase per oltre due secoli una pianta ornamentale, a differenza di quanto accadde in Cina dove, importata alla fine del secolo, venne subito apprezzata a livello gastronomico.
Oggi in Italia si coltiva in Puglia (patata dell’Agro leccese) e in Veneto (patata americana di Zero Branco, di Anguillara e di Stroppare).
Il colore della buccia varia dal rosso al viola, dal marrone al bianco a seconda della varietà, così come la polpa che varia dal bianco al giallo, all'arancio o al viola: si utilizza bollita, fritta o al forno.