Se avete in programma di piantare numerosi alberi, ornamentali, da frutto o spontanei della zona, e il vostro terreno è in un’area ad alta densità di lepri, conigli, caprioli o daini (per es. in una Zona di ripopolamento e cattura, o in un’Oasi faunistica), urge una protezione per i giovani tronchi che altrimenti, durante l’inverno, verranno scortecciati – in genere irrimediabilmente – da parte degli animali affamati.
Serve quindi lo shelter, una striscia rettangolare di plastica flessibile, di rete morbida o rigida, che va avvolta intorno alla base del tronco, lasciando un raggio di 6-7 cm tra involucro e corteccia, fermando il cilindro con filo di ferro.
Alto almeno 30 cm (meglio 60 o più con gli Ungulati), evita che i denti rosicchino o tirino i lembi di corteccia, strappandola e denudando, proprio in pieno inverno, i delicatissimi tessuti sottostanti.
In generale, i modelli in commercio lasciano passare acqua, aria e luce; sono inattaccabili da batteri, muffe e insetti, e resistenti agli agenti chimici, atmosferici e ai raggi UV; non arrugginiscono, durano nel tempo e sono leggeri da trasportare, di facile installazione e manutenzione.
Trovate diversi modelli, anche specifici per vigneto o per poter diserbare, bloccare i raggi solari o al contrario lasciarli passare, autoportanti o con tutori, comunque già pronti per l’uso, nei cataloghi di molte aziende che vendono anche online: basta digitare sul motore di ricerca "shelter vendita".
Gli shelter vanno rimossi trascorsi i primi 3-6 anni dall’impianto, quando l’albero non è più così delicato, né appetibile da parte della fauna selvatica.