porcospino
Il riccio o porcospino è innocuo e aiuta il giardiniere a tenere sotto controllo i parassiti delle piante.
Nonostante le spine (o meglio, aculei), il riccio (o porcospino) è un animaletto innocuo e mite, ed è un ottimo amico del giardiniere perché mangia gli animaletti nocivi per le piante coltivate

Il riccio (Erinaceus europaeus) è un simpatico animaletto insettivoro che spesso popola i nostri giardini. E per fortuna! Perché aiuta il giardiniere a tenere sotto controllo le popolazioni di insetti nocivi, dalle zanzare agli elateridi o ferretti, e va quindi agevolato nel suo arrivo e nella sua permanenza nel nostro spazio verde. Il riccio infatti è un “antiparassitario” naturale: si ciba di insetti, vermi, lumache, chiocciole, ragni, millepiedi, scolopendre e altri invertebrati nocivi alle piante!

Gli aculei del riccio

Il mantello di aculei che il riccio (o porcospino) si porta addosso non è rassicurante, ma in realtà è “tutta scena”, perché gli aculei non pungono la mano dell’uomo: la loro punta è arrotondata e, al massimo, provoca una sensazione di leggero fastidio se si trasporta il riccio in mano per lunghi tratti. Gli aculei risultano invece efficaci per scoraggiare i possibili predatori.

Quando è impaurito, infatti, l’animaletto si appallottola per proteggere il ventre, l’unica parte inerme perché priva di aculei. “Chiuso a riccio”, può rimanere per decine di minuti, completamente paralizzato: è una tattica per far credere al nemico di essere morto, quindi non appetibile: i predatori amano in genere “i pasti vivi”.

Ma questo atteggiamento, vincente in natura, è completamente sbagliato nella “civiltà” umana: il riccio si appallottola anche se viene abbagliato dai fari delle automobili, facendo così una brutta fine.

I pericoli per il riccio

Se riesce a scampare dai pericoli dell’asfalto, può trovare la morte nel suo ambiente naturale, la campagna. Anche stavolta a opera dell’uomo: può avvelenarsi mangiando insetti o lumache che hanno ingerito fitofarmaci tossici oppure mangiando frutta trattata con antiparassitari; può bere in pozze d’acqua inquinate da residui velenosi; può finire male se si rifugia dentro cumuli di sterpaglie a cui viene dato fuoco...

Non va molto meglio nei giardini: il riccio può scivolare nel laghetto dal quale non riesce a risalire; se si è nascosto fra gli sterpi può finire “affettato” dal filo del decespugliatore; oppure può venire sballottato dal cane di casa.

L'ambiente giusto per il riccio

Per ospitare i ricci in sicurezza, bisogna smuovere le sterpaglie prima di eliminarle, per assicurarsi che non siano nascosti fra le foglie. È utile creare un ponticello fra le acque del laghetto e la riva.

Per facilitare l’ingresso del buffo animaletto, il giardino non deve essere recintato con rete metallica fino a terra. Per attirarlo, niente di meglio che lasciare vicino a siepi o cespugli una ciotola bassa piena di cibo per cani o gatti, da rinnovare spesso e un’altra ciotola con acqua. Per fare amicizia, anche se si appallottola, mettetegli vicino una fetta di mela o di pera o dategli un croccantino per cani.

Riccio, un antiparassitario naturale - Ultima modifica: 2019-03-06T16:55:00+01:00 da Elena Tibiletti