La percezione del freddo da parte di cani e gatti è diversa dalla nostra, ed è legata soprattutto al tipo di pelo che ciascun animale possiede e al tempo di esposizione all’esterno, cioè all’aria fredda o gelida.
Inoltre, molto dipende anche dall’età e dalle patologie del cane o del gatto. I cuccioli sotto l’anno d’età e gli anziani temono molto il freddo, così come gli animali malati (soprattutto i cardiopatici e i diabetici, a cui si aggiungono i gatti Fiv/Felv+). Per tutti loro il freddo intenso può causare problemi anche molto gravi.
Il pelo del cane
Innanzitutto la pelle di cani e gatti di per sé è comunque più spessa e quindi isolante rispetto alla nostra, il che però non significa che da sola possa isolare l’animale dall’aria fredda, permettendogli di mantenere sempre adeguatamente la temperatura corporea.
Infatti, l’animale che possiede un folto mantello “selezionato” per climi rigidi e per la vita all’aperto tutto l’anno è indubbiamente avvantaggiato e richiederà meno attenzioni rispetto a soggetti a pelo corto o raso o assente, che possono rischiare di sviluppare malattie da raffreddamento o patologie reumatiche.
Razze come quelle nordiche (Siberian Husky, Alaskan Malamute, Akita Inu), ma anche i cani da pastore (dai Pastori Tedeschi e Belgi al Maremmano), quelli da caccia (come Spinone, Bassotto a pelo duro, Yorkshire, Setter, Golden e Labrador Retriever, Lagotto ecc.) e, teoricamente, i cani da compagnia a pelo lungo (Pechinese, Bolognese, Barboncino, Maltese…) hanno un mantello sufficiente a proteggere l’animale dal freddo.
Tuttavia, è necessario distinguere tra cani che vivono all’aperto tutto l’anno (in giardino) e cani che vivono normalmente in casa. I primi, già a partire dal mese di ottobre con l’iniziale abbassamento delle temperature, infoltiscono la pelliccia fino a formare una sorta di “cappotto” naturale che li difende dal gelo anche con temperature sotto lo zero. I soggetti d’appartamento, invece, non creano il sottopelo necessario all’isolamento termico, e possono aver bisogno di una protezione artificiale (cioè un cappottino).
Il pelo del gatto
Questo discorso vale anche per il gatto: le razze nordiche, come il Norvegese, il Maine Coon e il Siberiano sopportano meglio il gelo, ma anche gli altri gatti comuni sono in grado, vivendo all’aperto, di formare un folto sottopelo isolante.
Fanno eccezione i Rex, il cui mantello arricciato è privo di sottopelo, e il gatto Nudo, completamente privo di pelo e molto freddoloso.
Invece il Persiano, nonostante abbia il pelo lungo, tollera male l’aria fredda a causa della canna nasale troppo corta, che non riscalda a sufficienza l’aria, innescando frequentemente bronchiti.
Il cane che vive fuori
Se il cane vive in giardino o cortile tutto l’anno, la cuccia è fondamentale.
Si dà per scontato che deve essere posizionata su un terreno leggermente convesso per evitare ristagni d’umidità, ben inerbito, sollevandola però dall’erba mediante assi di legno o pallet. Ancora meglio se è sotto una tettoia o in un portico dove però in inverno arrivi la luce del sole.
Il materiale migliore è il legno, anche per l’ottimo effetto coibentante che esplica: caldo d’inverno, fresco d’estate; va bene anche la plastica, che è mediamente coibentante soprattutto in inverno; sconsigliata la cuccia in metallo, che non ha effetto isolante.
Già in novembre si deve fissare sulla parte superiore dell’apertura un panno pesante, che limiti l’ingresso dell’aria fredda, mentre l’interno può essere foderato con un cospicuo strato di paglia naturale.
Quando nevica, la coltre va subito rimossa dal tetto e soprattutto dall’ingresso della cuccia.
Di lato alla cuccia, controllate che l’acqua nella ciotola non geli, cambiando la ciotola con acqua liquida anche più volte al giorno.
Il pasto deve essere consumato subito, soprattutto se è costituito da mangime umido.
Il gatto che vive fuori
Lo stesso tipo di cuccia e di cure va riservato anche al gatto che viva in esterni.
In più, prevedete per lui la possibilità di rientrare (mediante una gattaiola sempre aperta) in un locale chiuso, come il locale caldaia, la cantina o il magazzino, dove porre un’altra cuccia ben coibentata ma senza protezione all’apertura, e la ciotola dell’acqua.
Il cane che vive in casa
I cani che vivono abitualmente in casa devono comunque uscire almeno tre volte al giorno e per un tempo che può comprendere anche una passeggiata di almeno un’ora. Se hanno il pelo lungo (es. le razze citate più sopra), non è comunque necessaria alcuna protezione, se non un impermeabile che li ripari dall’acqua in caso di pioggia.
Se invece hanno il pelo corto (tra i più sensibili ci sono i Boxer, i Dalmata e i Pointer) prima di uscire bisogna sempre coprirli con un cappottino, preferibilmente che avvolga anche il torace e l’addome, e lasciarli ambientare prima di spingerli in una corsa. Il cappottino è necessario anche per le razze da compagnia, non solo a pelo corto (Chihuahua, Carlino, Bouledogue Francese, Bassotto a pelo raso), ma anche per quelle a pelo semilungo o lungo (Maltese, Pechinese, Barboncino nano e medio, Bolognese, Shi-Tzu, Bassotto a pelo duro, Yorkshire, Cavalier K.C., Epagneul Breton), perché il loro organismo fatica di più ad adattare la temperatura del corpo al freddo esterno. È anche preferibile non spingerli a correre durante l’inverno.
Per tutti, al ritorno a casa dopo una passeggiata su strade dove è stato sparso il sale antighiaccio, è necessaria la pulizia dei polpastrelli con un panno umido ed eventualmente l’applicazione di una crema idratante. In alternativa, si possono usare le apposite scarpine per cani.
Attenzione invece ai cuccioli, agli animali anziani, a quelli cardiopatici, diabetici o con problemi respiratori e ai soggetti che hanno appena subito un intervento chirurgico: per tutti questi è necessaria una vera e propria tutina (comprendente le zampe) isolante in materiale termico ma traspirante. Consultate il veterinario per l’eventuale utilizzo di scarpine. In questo caso sono vietate le corse, perché fanno sudare, provocando uno sbalzo termico che può risultare molto dannoso.
Infine, in caso di neve servono attenzioni e protezioni speciali per tutti.
Il gatto che vive in casa
Alcuni gatti vivono abitualmente in casa, ma hanno la possibilità di uscire in terrazzo o in giardino (sperando che entrambi gli spazi siano recintati, in modo che non se ne allontanino…). Se le uscite sono frequenti e lunghe, anche loro svilupperanno un discreto sottopelo coibentante. Se invece escono di rado, è più facile che contraggano malattie da raffreddamento, tipicamente raffreddore e tosse che, dopo, obbligano a tenerli dentro casa (oltre che alle cure del veterinario). Il cappottino, se tollerato, è una soluzione parziale, nel senso che nulla può contro l’inalazione di aria fredda…
Durante l’inverno non devono mai uscire, nemmeno in terrazza, i gatti Fiv/Felv+, perché il loro sistema immunitario è praticamente inesistente e li espone a tutti i batteri e virus responsabili di malattie da raffreddamento, che nel loro caso possono diventare anche molto gravi.
Naturalmente, non devono mai uscire nemmeno i gatti Rex o Nudi, perché si ammalerebbero subito alle vie respiratorie, con pesanti conseguenze.