Ogni anno a fine inverno-inizio primavera, ai primi raggi di sole più che tiepido accompagnati dal rialzo delle temperature sopra i 15 °C, sgorga la frenesia di liberare le piante da ogni genere di protezioni allestite per far loro superare l’inverno.
“Keep calm”, prendetevela con comodo, perché il ritorno di freddo e perfino la gelata tardiva sono sempre in agguato, e sarebbe un peccato farsi ingannare dalla fretta generata dai primi caldi, e perdere o danneggiare le piante.
Basta protezioni: dipende dalla zona
Innanzitutto l’epoca di liberazione delle piante dalle protezioni dipende dalla zona geografica.
Nelle zone più calde (Riviera tirrenica dalla Liguria in giù, coste ioniche, costa adriatica dall’Abruzzo a scendere) normalmente non servono protezioni. Se avete buttato qualche telo di non tessuto sulle piante, potete toglierlo già a fine febbraio. Se avete creature tropicali protette in serra fredda o in una stanza non riscaldata, riportatele in esterni a metà marzo, sempre con un telo di non tessuto a portata di mano.
Nel Centro-Sud interno ma pianeggiante o collinare, e lungo l’alta Riviera Adriatica, i teli si tolgono nella prima metà di marzo, e le piante delicate tornano in esterni dopo metà mese.
In Val Padana e Appennino centro-meridionale si aspetta almeno metà marzo per togliere i teli o rimuovere la serra fredda, e almeno fine marzo-inizio aprile per rimettere all’esterno le piante ricoverate in casa.
Infine su Alpi, Prealpi e Appennino settentrionale i teli se ne vanno a inizio aprile e le piante tornano fuori a fine aprile-inizio maggio.
Naturalmente tutto questo vale per le piante da esterni: per le piante d’appartamento dovete aggiungere un mese rispetto ai vegetali ricoverati in casa, veranda, cantina, soffitta, pianerottolo ecc.
Protezioni piante: dipende dal meteo
Ma molto di più dipende dalla temperatura e dalle previsioni meteo.
Quando in autunno le piante vengono ricoverate o protette, si può attendere fino a 12 °C per quelle tropicali e fino a 8 °C per quelle semi-rustiche, perché la discesa termica è più o meno graduale e i vegetali hanno modo di adattarsi senza patire gravi danni.
Il viaggio inverso – da dentro a fuori – richiede invece temperature esterne più alte, perché i vegetali ricoverati in casa, anche in una stanza fresca, si sono adattati a valori di 15 °C. Quindi, sia le semi-rustiche sia le delicate possono tornare all’esterno solo quando la minima notturna è prevista di 14-15 °C per almeno 7 notti. Trascorso questo lasso di tempo, gli esemplari potranno sopportare anche una discesa a 12 °C purché di giorno l’aria si scaldi oltre 15 °C. Se invece la temperatura dovesse scendere sotto 12 °C, le semi-rustiche vanno protette al volo con teli di non tessuto, e le delicate vanno ritirate nuovamente in casa. Ecco perché è bene non avere fretta di riportare tutti i vegetali fuori…
Le piante in serra fredda e quelle che hanno svernato in esterni avvolte da teli, invece, possono essere liberate in anticipo rispetto a quelle che hanno svernato in casa, perché sono abituate alle basse temperature. Le loro protezioni servivano più che altro a proteggerle dalla pioggia, dalla neve e da una discesa sottozero: queste ultime due sono più remote dalla metà di marzo in poi, e quindi è possibile liberare le piante “in anticipo”. Un esempio classico è quello del limone, che in Val Padana può essere liberato dai teli o dalla serra già a metà marzo, oppure portato in esterni (da una stanza non riscaldata) a fine marzo.