Quando il giardino è piccolo, la quantità di piante che si può utilizzare per arredarlo è forzatamente limitata. Dopo l’impianto della struttura arbustiva e occasionalmente arborea, i restanti ritagli vengono di solito adibiti a presenze annuali, per evidenziare la diversificazione stagionale nei mesi estivi. E diventa difficile introdurre altri elementi per aggiungere interesse e soddisfare il piacere di coltivare qualcosa di nuovo. Per poterlo fare è necessario un approccio mirato, che tenga conto della mancanza di spazio, e la capacità d’interpretare correttamente le condizioni esistenti avvalendosi di “miniature” vegetali, che impreziosiscano cavità e fessure in pavimentazioni o muri, o piccoli contenitori, magari di forma insolita come vecchie scarpe, ciotole, vassoi in legno, senza limiti alla fantasia purché provvisti di efficienti fori di drenaggio.
Dal giardino roccioso al moderno
In natura esistono piante per tutte le situazioni e sfruttare ogni incavo con la specie giusta moltiplica le possibilità di aggiungere dettagli che catturano l’occhio e arricchiscono la trama del giardino. Questo metodo è valido nei cortili urbani e sulle terrazze, difficili da arredare se molto ridotte o esposte; nei grandi spazi invece l’utilizzo di piante “tappabuchi” riguarda per lo più le aree adiacenti l’abitazione dove è auspicabile una maggiore attenzione ai particolari. Varie specie provenienti dalle regioni alpine e tradizionalmente relegate al “giardino roccioso” (che al di fuori dell’ambiente spontaneo è spesso una triste parodia avulsa dal contesto) riacquistano dignità in questo ruolo più moderno perché le loro dimensioni contenute, insieme al gradevole fogliame e alle fioriture multicolori, le rendono perfette come “tappabuchi”.
Da rispettare le condizioni essenziali per la loro coltivazione: drenaggio perfetto e irrigazioni regolari e frequenti, come avviene in montagna. Il primo è di facile risoluzione, basta praticare adeguati fori al contenitore, e generalmente non è un problema negli interstizi di rocce, pavimentazioni o muretti; quanto alle annaffiature la regolarità necessaria si rivela più realistica nei piccoli spazi.
A ognuna il suo pH
Oltre all’esposizione e al terreno, la scelta dell’esemplare più appropriato dipende dal tipo di fessura, dalle sue dimensioni e dalla locazione: in pavimentazioni e murature per esempio il pH è solitamente reso alcalino dal cemento, anche in zone caratterizzate da terreni acidi, e sarà quindi più saggio ricorrere a specie che lo richiedono o sopportano bene. L’utilizzo di erbe tipiche dei suoli calcarei e soleggiati, come Anthyllis vulneraria, aiuta a risolvere questo inconveniente. Detta semplicemente vulneraria, è una piccola leguminosa appartenente alla famiglia delle Fabacee con caratteristici fiorellini gialli aranciati o rossastri e comprende numerose sottospecie. Spontanea in tutta Europa, Asia minore e Nord Africa, deriva il nome dal latino vulnus, ovvero “ferita”, in riferimento al suo utilizzo casalingo come cicatrizzante.
Erigeron karvinskianum (dal greco eri, “lana”, e dal latino gerere, “portare”, per la pelosità del minuto fogliame) è invece un’umile ma generosa Composita, comune su muri e rupi delle regioni tirreniche fino a 600 metri. Viene spesso coltivata perché offre una delle fioriture più lunghe, quasi ininterrotta dalla tarda primavera all’autunno, con una miriade di graziose margherite bianco-rosate simili alle pratoline. È resistente alla siccità e al pieno sole e diventa un perfetto corredo a gradinate o muretti, che decora disseminandosi tra le crepe in piccole colonie.
Anche la comune ma graziosa Cymbalaria muralis, detta ciombolino comune, erba tondella o linaria dei muri, si rivela preziosa perché ha bisogno di pochissima terra per vivere: spesso basta la sabbia delle crepe inumidita dall’acqua piovana per creare il microambiente adatto. Il nome deriva dal latino cymbalum o greco kymbalon, strumento musicale simile al tamburello ma con superficie cava, che ricorda appunto la forma delle sue foglie. Il portamento strisciante diventa rampicante o pendulo secondo necessità: è quindi imbattibile nel rivestire muri e rocce calcaree, anche in situazioni umide e a mezz’ombra. Si adegua a molte circostanze (come contenitori poco profondi e irrigazioni irregolari) e proprio per questa caratteristica è riuscita a diffondersi in quasi tutte le parti del mondo.
Molte alpine vere e proprie, considerata la provenienza, preferiscono invece terriccio acido. Tra queste il garofanino selvatico, che si discosta nella coltivazione dai garofani comuni, amanti del calcare. Dianthus pavonius è di piccola taglia, con un’altezza massima di 5 cm e mantiene il fogliame glauco anche d’inverno nei climi non troppo rigidi, ma è comunque del tutto rustico. Lo sviluppo contenuto e ordinato è ancora più elegante visto dall’alto, ottimo da inserire nelle superfici orizzontali e in vaso. I fiori profumati, rosa o bianchi con centro grigio, appaiono da fine maggio a fine giugno su steli di soli 10 cm.
Le migliori specie "tappabuchi"
Pavimentazioni e sentieri al sole:
Acaena microphylla
Anthemis nobilis
Anthyllis vulneraria
Arenaria maritima
Erigeron karvinskianum
Echeveria in varietà
E. mucronata
Cotula squalida
Dianthus arenarius
D. caesius in varietà
D. pavonius in varietà
Geranium ‘Celtic White’
G. cinereum ‘Lawrence Flatman’
G. robertianum
Helyanthemum in varietà
Herniaria glabra
Phlox douglasii
P. subulata in varietà
Potentilla cinerea
Pratia pedunculata
Sempervivum montanum e ibridi
S. arachnoideum
Sedum
Thymus caespitosus
T. praecox
T. serpillum e varietà
Trifolium repens ‘Purpurascens’
Sagina subulata
Veronica austriaca
Viola cornuta
V. tricolor
A mezz’ombra/ombra:
Arenaria balearica
Campanula muralis
C. pupilla
C. garganica
C. poscharskiana
C. x hallii
Cyclamen neapolitanum
C. coum
Cymbalaria muralis
Geranium ‘Celtic White’
G. robertianum
Lewisia cotyledon
Lysimachia nummularia
Mentha requienii
Ophiopogon planiscapus ‘Nigrescens’
Saxifraga x arendsii
S. caespitosa
S. densa
S. muscoides
S. decipiens
S. moschata
S. umbrosa
Soleirolia soleirolii (sin. Helxine)
Viola alba
V. odorata
V. canina
V. hederacea
Muri e pareti rocciose al sole:
Alyssum maritimum
A. saxatilis
Aubretia in varietà
Capparis spinosa
Cymbalaria muralis
Dichondra ‘Silver Falls’
Erigeron karvinskianum
Erysimum specie e varietà
Iberis sempervirens
Viola cornuta
V. tricolor
Sempervivum montanum e ibridi
S. arachnoideum
Sedum
All’ombra:
Asplenium trichomanes
Ceterach officinarum
Cymbalaria muralis
Cryptogramma crispa
Soleirolia soleirolii
(tratto da “Le imbattibili piante tappabuchi”, di L. Ferrari, Giardinaggio n. 9, 2010)