Pianta considerata idolatrica e a lungo bandita dal Cristianesimo, il vischio (Viscum album) tra le piante sempreverdi è stata sempre quella che ha catturato di più l'immaginario collettivo, sia perché ritenuto magico, sia per le misteriose proprietà medicinali, tuttora oggetto di ricerche scientifiche.
La storia del vischio
I Celti lo consideravano un dono divino, dal momento che non aveva radici e cresceva sui rami di altre piante. I druidi lo consideravano sacro e lo raccoglievano con una falce aurea durante speciali cerimonie per poi immergerlo in un bacile d'oro riempito d'acqua di fonte: l'infuso, infatti, si riteneva avesse la capacità di guarire da vari mali e scacciare i malefici. Ancora oggi sopravvive la diceria secondo cui il vischio non si debba raccogliere con le mani, in particolare con la sinistra, perché si attirerebbe così la malasorte.
La credenza che il vischio abbia origini divine e sia una panacea contro ogni malanno è comune a molte parti del mondo, dal Giappone all'Africa, dove viene considerato un potente talismano da indossare prima delle battaglie. Nei Paesi nordici, fin dall'antichità il vischio veniva appeso sulle porte per scacciare il malocchio e portare salute e felicità: un bacio sotto il vischio propizia inoltre la possibilità di matrimonio entro l'anno.
Con il diffondersi della religione cristiana nell'Europa Settentrionale, l'utilizzo della pianta fu proibito. Nel Medioevo si diffuse la leggenda secondo cui alla condanna di Cristo tutti gli alberi si spezzarono per non diventare strumento della sua esecuzione mentre il vischio, unico in tutta la Palestina, rimase intero e fornì il legno per costruire la croce. In seguito, però, il suo legame con i solstizi e la sua nascita misteriosa furono visti come emblema del Cristo.
Verso la metà dell'800 i vittoriani ripresero la tradizione di baciarsi sotto il vischio a simbolo dell'amore romantico e della buona sorte. E a poco a poco la pianta venne reintrodotta anche nelle chiese: alla Vigilia di Natale durante una cerimonia ufficiale un ramo di vischio veniva collocato sull'altare maggiore della cattedrale di York, in Inghilterra, a simbolo della pace universale e dell'indulgenza verso il prossimo.
Il bacio sotto il vischio
Come ogni anno, a partire dalla metà di dicembre scatta la “caccia” al ramoscello di vischio, da appendere allo stipite della porta la notte di San Silvestro, per dare modo agli innamorati di scambiarsi un bacio che è una promessa di lunga durata del proprio amore. È un’usanza che affonda le sue radici lontano nel tempo, sull’onda delle osservazioni della civiltà contadina nordica, di buon augurio per coppie fresche o stagionate, insieme con altri rituali che caratterizzano la notte dell’ultimo dell’anno, come le vivande che portano chicchi o semi (metafora delle monetine).
Ma perché l’eterno amore si suggella proprio sotto un rametto di vischio, quando ci potrebbero essere tante altre piante molto più belle, o più collegabili all’amore eterno? Semplice: provate a staccare un rametto di vischio dal suo supporto… È praticamente impossibile a mano libera, senza l’ausilio di un falcetto! La sua collocazione, così salda e tenace, ne ha fatto quindi il simbolo di ciò che non può essere separato, nemmeno con la forza: ecco spiegato perché, ancora oggi, gli innamorati usano baciarsi sotto un rametto di vischio!
Inoltre, dice una leggenda dei Paesi scandinavi che Loki, figlio degli dei Odino e Freya, odiava il fratello Baldur al punto da cercare di ucciderlo. Allora Freya fece giurare ai 4 elementi (aria, acqua, terra e fuoco), agli animali e alle piante che avrebbero fatto di tutto per proteggere Baldur. Solo il vischio, abbarbicato su un albero in mezzo alle fronde, sfuggì al giuramento con Freya. Loki lo venne a sapere e prese il vischio per ricavarne una freccia; poi convinse con l'inganno il dio cieco Hodur a lanciarla per colpire a morte Baldur. Freya pianse disperatamente e le sue lacrime, cadute sulla freccia di vischio, si trasformarono in bacche chiare e traslucide che vennero a contatto con le labbra di Baldur, il quale in quel momento tornò in vita. Freya decretò allora che chiunque si fosse trovato sotto un cespuglio di vischio e avesse dato un bacio avrebbe ritrovato la pace e l'armonia.
Come raccogliere il vischio
• Se avete deciso di raccogliere voi il vischio, dopo aver individuato i cespuglietti in natura, per es. in un bosco di conifere, accertatevi che non vigano divieti di raccolta di materiali naturali, come nel caso di parchi e riserve naturali.
• È molto probabile che vi serva una scala, preferibilmente a una sola rampa e munita di picchetti alla base: è ideale quella per la raccolta della frutta dagli alberi, purché ovviamente non sia troppo alta e quindi non trasportabile in automobile.
• È comunque cosa saggia effettuare l’operazione con un compagno che, oltre a reggere la scala, possa eventualmente chiamare i soccorsi nel malaugurato caso che accada qualcosa di drammatico.
• Una volta arrampicati, recidete il cespuglietto di vischio alla base con un coltellino pulito e affilato, facendo attenzione a non danneggiare ulteriormente la pianta ospite: incidete solo il fusto del vischio, non la corteccia dell’albero.
Come acquistare il vischio
• Se invece, più comodamente, decidete di acquistare il fatidico rametto, attenzione a dove lo acquistate. Comperatelo solo presso rivenditori autorizzati (fiorai, garden center, supermercati) che dovrebbero fornire una certa garanzia di raccolta rispettosa degli organismi viventi coinvolti nell’operazione.
• Infatti, se è vero che le grandi masse di rametti in vendita sono tutte di natura spontanea, provenienti da boschi, parchi e frutteti, è anche vero che gli alberi portatori di vischio fra novembre e dicembre possono divenire oggetto di una spoliazione selvaggia.
• I rivenditori legali dovrebbero affidarsi a fornitori a loro volta autorizzati (giardinieri, potatori, esperti di manutenzione alberi ecc.), mentre quelli improvvisati (come gli ambulanti appostati ai semafori o i mendicanti nelle vie del centro città) con buona probabilità hanno raccolto i cespuglietti in velocità, senza strumenti adeguati, scortecciando e ferendo irreparabilmente gli alberi.
• Buona parte di essi verrà venduta, anche solo per un presentino dell’ultimo minuto, e allieterà per qualche giorno o mese le abitazioni in festa, ma un’altra parte verrà invariabilmente cestinata appena scoccata la fatidica mezzanotte.
• E non giustificate l’acquisto “fuorilegge” pensando che, siccome il vischio è un semiparassita, la sua eliminazione massiccia non può fare che bene alle piante parassitate, o addirittura basandovi sul prezzo inferiore: oltre alle considerazioni di natura penale, ricordatevi dei danni procurati alla natura.
Come sceglierlo
• Al momento dell’acquisto, scegliete rametti freschi, turgidi, non grinzosi o gialli, e carichi di bacche bianche traslucide. Il colore naturale del vischio è verde giallastro, perché è una pianta semiparassita di alberi come i pini e le querce.
Come conservarlo
• Tenetelo appeso a “testa in giù” in una stanza fresca, se desiderate che le foglie e le bacche durino a lungo. In una stanza calda il rametto si seccherà, le foglie diventeranno grinzose e i frutti cadranno presto.
• È preferibile non metterlo in acqua. Se volete proprio utilizzarlo come centrotavola o in una composizione, aggiungete cinque gocce di glicerina all’acqua del vaso.