Con l’arrivo della cattiva stagione gli esemplari che non sopportano un clima rigido devono ricevere le adeguate cure per aiutarle a superare le basse temperature. I sistemi sono numerosi: vediamoli insieme.
Il momento giusto
Le piante vanno protette quando la temperatura notturna scende sotto i 5 °C per tre-quattro notti e quella diurna non sale sopra i 12-13 °C. Sull'arco alpino e alto Appennino in genere nella prima metà di ottobre; in Val Padana e costa adriatica settentrionale: in genere nella seconda metà di ottobre-inizio novembre; sull'Appennino centrale e coste adriatiche meridionali: in genere nella seconda metà di novembre; sull'Appennino meridionale e montagne del Sud: in genere fra la seconda metà di novembre e l’inizio di dicembre; sulle Coste tirreniche e Sud costiero: all’occorrenza, se sono previste nevicate.
Le protezioni esterne si tolgono quando la minima notturna si stabilizza sopra i 12 °C; le piante ricoverate si riportano all’aperto dopo che le notti trascorrono con più di 15 °C da almeno 10 giorni.
6 possibili ricoveri
- La serra riscaldata, con impianto di riscaldamento elettrico, a gasolio, GPL o biomasse comandato da un timer e con sistema di umidificazione, è perfetta per tutte le piante tropicali, ricordando di variare i parametri ambientali in funzione della temperatura esterna.
- La serra fredda va bene solo per esemplari non particolarmente delicati, perché ripara dalla pioggia ma non dal freddo quando la temperatura scende sotto lo zero; va integrata all’occorrenza con coperture di pluriball e non tessuto, da porre sui pianali prima di mettere le piante e anche sopra di loro all’occorrenza.
- Veranda o doppi vetri rappresentano la collocazione ideale, anche per piante tropicali e grasse, perché la temperatura non scende mai sotto lo zero, anzi rimane in genere sopra i 5 °C; le piante entrano in riposo o, se vi batte il sole, addirittura producono quella fioritura che faticano a donare in estate; punti deboli sono l’eccesso di umidità a cui si ovvia arieggiando ogni giorno, e le ustioni solari dall’inizio di marzo a cui si rimedia con un telo ombreggiante attaccato con nastro adesivo al vetro.
- Cantina, soffitta o solaio, magazzino o capanno degli attrezzi in genere sono privi di luce, ma la bassa temperatura induce il riposo nei vegetali; se all’esterno si scende sotto i –5 °C stendete veli di non tessuto o addirittura attaccate un termoventilatore al minimo almeno durante la notte. Sono ricoveri idonei per piante non tropicali e soprattutto per quelle che vanno in riposo e non hanno bisogno di luce (né di acqua).
- Pianerottolo o atrio condominiale vanno bene, a condizione di non intralciare il passaggio, solo se sono luminosi e non esposti all’ingresso di aria gelida; tenete d’occhio la temperatura interna perché sotto i 12 °C le piante tropicali potrebbero avere problemi, mentre le Cactacee tollerano fino a 5-7 °C.
- In casa, possibilmente in una stanza non riscaldata e luminosa, svernano bene le piante tropicali e le succulente; se invece gli esemplari stanno al caldo dell’appartamento bisogna curare molto l’irrigazione, l’umidità e lo stato sanitario.
Orto e fiori in serra
Per prolungare la vita dell’orto a fine stagione il sistema classico è dato dal tunnel, un lungo telo di plastica da stendere, fissandolo con mollette, su archetti di metallo, infissi nel terreno. Si monta e si smonta in meno di mezz’ora. Per uso hobbistico, l’altezza è in genere di 40-50 cm, mentre i tunnel professionali, tesi su grandi archi, raggiungono i 2 m d’altezza. Si usano per proteggere le file delle ultime insalate, spinaci, bietole, in modo da ricavare un raccolto anche in novembre.
In alternativa c’è la serra vera e propria, una struttura fissa a “casetta”, con montanti di metallo e pareti di vetro. In ambito hobbistico, più che alla coltivazione degli ortaggi, è destinata alla conservazione delle piante che non possono rimanere all’aperto d’inverno. La serra da giardino o da orto può essere bassa (altezza al colmo fino a 100-120 cm), con accesso sollevando il telo da un lato, oppure alta (oltre i 150-160 cm), nella quale si entra da un’estremità per i lavori o la raccolta. Può essere geometrica, con un telaio di metallo e vetri o pannelli di plexiglass, molto più elegante, robusta e pratica, oppure ad archi coperti da teli di EVA, etilenvinil-acetato, oppure di polietilene termico antigoccia, economica ma bruttina.
Nelle ore più calde della giornata tutte le serre vanno aperte, sia per evitare la formazione di condensa sia per impedire che la temperatura salga eccessivamente. Le aperture andranno opportunamente dosate come durata, evitando solo la parte centrale dell’inverno. In caso di nevicate, la coltre potrebbe schiantare le coperture: con una ramazza, delicatamente, si fa scivolare a terra la neve.
La "freddolosità" delle piante
Quali piante vanno protette? Ecco una piccola “classifica” delle piante più comuni in base alla temperatura minima che sono in grado di sopportare, a condizione che il substrato sia asciutto.
• Fra 11 e 5 °C: piante grasse, lantana, dipladenia, olivi, agrumi (tranne kumquat e arancio trifogliato), fucsie.
• Fra 5 e 0 °C: gerani, passiflora, cineraria marittima, kumquat, gardenia, rosmarino.
• Fra 0 e –10 °C: conifere, arbusti da siepe, arbusti da fiore da giardino, alloro, Sempervivum, molti Sedum, bocche di leone, falso gelsomino, aquilegie, garofani, oleandri, clematidi.
L'inverno dei gerani
I gerani o pelargoni possono rimanere all’aperto solo nelle zone d’Italia dove la temperatura non scende sotto lo zero: possono tollerare fino a –2 °C se addossati al muro dell’edificio, meglio se rivolto a sud. In piena terra si possono coltivare solo nel Meridione costiero e lungo la Riviera tirrenica.
Vanno ricoverati in un locale luminoso (soprattutto se non è molto freddo) e con temperatura compresa fra 2 e 4 °C. L’ideale sarebbe una veranda, che simula le condizioni climatiche di una serra.
Il locale va arieggiato di tanto in tanto e le piante vanno sporadicamente bagnate: gli zonali e gli edera sopportano meglio una carenza idrica perché, se il fusto si atrofizza, sono in grado di ricacciare dal basso; mentre gli imperiali e quelli a foglia profumata vanno seguiti perché hanno un fusto legnoso poco incline al ricaccio. La quantità e frequenza dell’irrigazione dipendono dall’umidità del locale: in una cantina possono sopravvivere quasi all’asciutto, in una veranda luminosa ed esposta al sole serve un bicchiere ogni 10-15 giorni.
Durante i mesi freddi
Non abbandonate del tutto le piante con la scusa che “sono a riposo” oppure “sono ben protette”! Vanno comunque controllate almeno una volta al mese (meglio due), con la luce del giorno e in una giornata tiepida. Ideale farlo la domenica tra le 10 e le 15.
Tutti gli esemplari avvolti da teli vanno disimballati per osservare il fogliame: non preoccupatevi per le foglie ingiallite o cadute, ma allarmatevi per scoloriture irregolari (indice di acari), macchie nere o brune diffuse, con o senza muffa (segno di funghi o di marciume radicale), piccoli scudetti grigi o bruni anche sui rami.
Nel primo caso irrorate la pianta con un acaricida; nel secondo con un antifungino; nel terzo svasatela, togliete la parte fradicia di terriccio e rinvasate con un ottimo drenaggio e terra nuova asciutta. In caso di scudetti, intervenite con un anticocciniglia. I soggetti malati vanno nuovamente trattati dopo due settimane.
Potate i rami secchi. Tastate il terriccio: se è troppo asciutto, apportate mezzo bicchiere d’acqua circa (vaso del 20). Poi ripristinate l’imballo.
Ogni pianta in serra fredda va tirata fuori ed esaminata: se ci sono parassiti, spruzzate il fitofarmaco direttamente dentro la serra, su tutte le piante (salvo controindicazioni in etichetta) per richiuderla subito dopo.
Riapritela il giorno dopo, per dare aria in un mezzogiorno soleggiato; questa operazione va compiuta tutti i giorni se notate la formazione di condensa sul telo di plastica (scongiura le muffe). Eliminate anche le foglie secche e ripulite l’interno da residui: potrebbero contenere spore fungine o insetti nocivi.
Se la temperatura scende sotto lo zero, tenete pronti teli di non tessuto da appoggiare sopra le piante ricoverate.
Quando, da metà febbraio in poi, la temperatura può salire sopra i 12 °C, è consigliabile aprire la serra e svolgere le protezioni, per ricomporre il tutto al tramonto, ogni giorno.
Con l’allungamento delle giornate, le piante tendono a “filare”, producendo nuovi getti esili, deboli e allungati: cimatele con regolarità perché questi getti sono inutili e non si ingrosseranno neppure in primavera.
(A cura di Elena Tibiletti - Pubblicato su Giardinaggio 10/2013)