Quanti articoli, meme o post strillano “Scopri le piante antiumidità”, indicando a casaccio specie vegetali che, secondo gli autori dello scritto, dovrebbero risolvere il problema dell’umidità in bagno, della condensa sui vetri e addirittura delle pareti annerite dalla muffa…
Ebbene, si tratta di una colossale fake o bufala, per dirla all’italiana. Non esistono piante in grado di “assorbire l’umidità”, e men che meno capaci di risanare un muro inumidito! Se avete un problema grave di umidità di risalita, dovete inevitabilmente rivolgervi a geologi e ingegneri e a un’azienda specializzata in risanamenti edili. Se invece il problema è causato dal “cappotto”, rivaletevi sull’impresa edile che l’ha montato. In ogni caso le piante non possono fare nulla per risolvervi il problema. Anche perché, se fosse così semplice, più nessuno avrebbe problemi di umidità…
Le presunte piante antiumidità
Proprio perché non esistono piante “antiumidità”, nei vari articoli fake gli autori si possono sbizzarrire nell’indicare qualunque specie, tanto nessuna di esse assorbe l’umidità… Quindi si trovano elencate sansevieria, aloe, aspidistra, gerbera, felci, felci “a foglia grande” (presumibilmente Platycerium o felce a corna d’alce e Phyllitis), edera, bambù, dieffenbachia, aglaonema, singonio, monstera, filodendri, azalea, begonia, clivia e via discorrendo. Ripetiamo: NESSUNA di queste piante assorbe l’umidità domestica. E qui vi spieghiamo il perché.
Le piante producono umidità
Vi sarà capitato, in piena estate, di entrare in un bosco o semplicemente passeggiare sotto gli alberi in un parco cittadino, e provare un’immediata sensazione di frescura. Bene, la freschezza è dovuta al fatto che le piante, a partire dagli alberi, emettono vapore acqueo, cioè impalpabili goccioline d’acqua che si sublimano in vapore e CREANO UMIDITÀ! È un “prodotto di scarto” della fotosintesi clorofilliana, insieme all’ossigeno, e l’operazione che presiede a questa emissione si chiama “traspirazione”.
Tutte le piante emettono vapore acqueo, incluse le piante d’appartamento e perfino le piante grasse. Naturalmente, quanto più è grande e liscia la foglia, tanto più vapore acqueo produrrà, incrementando la sensazione di freschezza per la nostra pelle e soprattutto il nostro respiro: un’aria troppo secca causa irritazione delle cellule polmonari che si traduce in tosse e affanno.
Va da sé che, se le piante emettono umidità, non possono assorbirla, anzi, contribuiscono a crearla. Non per niente vivere in un appartamento pieno di piante a foglia grande permette a noi uomini (e animali domestici) di mantenere un miglior stato di salute, soprattutto in inverno con il riscaldamento acceso, rispetto alla vita in una casa senza piante.
Le piante non antiumidità…
Ne consegue che aspidistra, dieffenbachia, aglaonema, singonio, monstera, filodendri, clivia, begonie e felci “a foglia grande”, anziché assorbire l’umidità, ne producono in grande quantità. Infatti sono raccomandate proprio per migliorare la qualità dell’aria in inverno, arricchendola di umidità.
Felci, edera e bambù producono meno vapore acqueo, ma non lo assorbono dall’aria.
Infine, la fake regina: le piante grasse (sansevieria e aloe), proprio perché hanno fusti/foglie succulente, producono meno vapore acqueo e non assorbono umidità perché i loro scambi con l’aria sono assai ridotti.
… e quelle “antiumidità”
Terminiamo citando le uniche specie di piante che realmente assorbono umidità dall’aria: le tillandsie e le orchidee epifite. Si tratta di due categorie di vegetali che non possiedono radici, dunque non possono assorbire acqua e nutrienti dal terreno. Per vivere, devono quindi ricavare le sostanze fondamentali dall’aria, mediante il fogliame (Tillandsia) o le radici aeree (orchidee epifite, es. Phalaenopsis, Vanda, Cambria, Oncidium ecc.) chiamate “velamen”. Ricavano così l’acqua a partire dal vapore acqueo (umidità) presente nell’aria.
Ma quanta umidità potrà assorbire una tillandsia che pesa mediamente 20-50 grammi? E un’orchidea epifita che ne pesa 15-200?
Vale comunque la richiesta da parte di queste piante di un’umidità elevata nell’aria, quindi è corretto coltivarle proprio in stanze che soffrono di un eccesso di umidità, ma non affinché i vegetali la assorbano, bensì per dare l’ambiente migliore alle piante e vederle prosperare.