Quando si acquista una casa con giardino, l’idea di partenza è quella di lasciare il massimo spazio al verde, con un bel tappeto erboso, e alle piante, magari cariche di fiori. Ma si tratta di un pensiero che presuppone un giardino da guardare, senza camminarvi o sostarvi all’interno. Se l’esigenza è quella di poter passeggiare, giocare, pranzare o cenare, ricevere gli amici, prendere il sole ecc., come in genere facciamo tutti, è meglio prevedere una o più zone pavimentate, collegate fra loro da vialetti o sentieri, oltre a creare una cornice tutto intorno all’edificio, per evitare di portare in casa fango e foglie.
In particolare, tra le tante azioni che si svolgono in giardino, si tende a dimenticarne una molto importante: il passeggiare nel verde. Passeggiare lentamente aiuta ad affinare l’arte di osservare e di annusare odori buoni o semplicemente di riconoscere gli avvenimenti naturali e, talvolta, i problemi; aiuta a ritrovare un tempo ‘lento’ che ormai sembra del tutto dimenticato. Ed è anche un modo per ritrovare il buon umore, e combattere i problemi vascolari e muscolari tipici di una vita sedentaria. Il percorso, però, deve essere facile e agevole per tutti. Ancor meglio se è anche esteticamente piacevole.
I progettisti di giardini assicurano che la superficie pavimentata può addirittura essere doppia rispetto a quella destinata alle piante, perché più spazio a terra vuol dire maggiore possibilità di fruizione e maggiore risalto delle singole specie.
Organizzare i percorsi
Quando si disegna un percorso, si deve anche pensare a dove condurrà. La meta può essere un luogo riparato, un’area con una panchina, un angolo con una fontana. Oppure può trattarsi di un percorso ad anello che torna al punto di partenza passando intorno o vicino a luoghi di interesse come aiuole, punti panoramici, laghetti.
Un altro elemento da considerare è quello della funzionalità: aiuole, cespugli misti e alberi devono essere raggiunti facilmente per le operazioni di cura e manutenzione.
Infine, c’è da tenere presente la tipologia di persone che utilizzano il tracciato: se il giardino è frequentato da persone anziane o con problemi deambulatori, è opportuno disegnare i sentieri privi di barriere architettoniche.
Stile e struttura
Tra gli innumerevoli modi di progettare un percorso, potete optare per uno stile contemporaneo, sobrio e moderno oppure creativo e vistoso, ma sempre coerente con l’insieme del giardino. Tenendo presente che se aiuole e gruppi di vegetali possono essere progettati anche approfittando di offerte speciali e di piante a poco prezzo, i materiali di un sentiero devono essere durevoli e di ottima qualità, in particolare se si opta per il legno, sensibile ai fattori climatici e all’umidità persistente. Occorre quindi scegliere qualità di grande resistenza - massaranduba, teak, ipè, kampor, cumarù, angelim, amargoso, garapa – che possono essere lavorate a listoni o listelli, ma anche in altre modalità. Il legno potrà poi essere impiegato da solo o in abbinamento a materiali minerali (rocce, lastre di marmo e granito, ardesia, pietra serena, ghiaie di vario tipo) con effetti molto eleganti e sofisticati a fronte di una manutenzione minima. Anche i materiali minerali possono essere abbinati e combinati fra loro. Se preferite uno stile coerente con il vostro territorio scegliete pietre locali; in alternativa ci sono ottimi materiali italiani (porfido veneto, pietra di Trani, graniti, Luserna e tanti altri). Sono reperibili anche molte tipologie di ‘pietra ricostituita’ con un aspetto naturale, oppure si possono impiegare terrecotte, mattonelle per un sicuro effetto scenico.
La scelta dei materiali di struttura e di complemento va valutata con cura, in quanto può influire sensibilmente sui tempi di lavorazione e sui costi. Pavimentazioni, muri, scalinate possono risultare onerosi per la natura del materiale e per l’eventuale costo di manodopera specializzata: oltre alle fondamenta, può rendersi indispensabile prevedere drenaggi e opere speciali di sostegno.
Un progetto specifico
È necessaria una zona pavimentata principale, di almeno 12 mq (4 x 3 m), da collocare nell’area meglio esposta, vicino alla casa, per ospitare la zona ricevimento e pasti, con le strutture dedicate (pergola, gazebo, ombrellone, tavoli, sedie ecc.). Da essa possono partire i sentieri che conducono alle altre aree del giardino.
Alla progettazione dei vialetti va dedicato un lavoro preparatorio, per stabilire quali sono di servizio e quali ornamentali. Nel primo caso i passaggi devono essere ampi (2,5 m per il transito delle auto, circa 1 m per tosaerba e carriola) e i più brevi possibile, perché svolgono la funzione di collegamento. I percorsi in mezzo al giardino, invece, possono essere stretti e sinuosi, se possibile facendo in modo che per il ritorno a casa non sia necessario ripetere a ritroso lo stesso percorso.
Accade spesso che, dopo aver realizzato i vialetti senza tener conto del loro ruolo e della loro destinazione, il prato venga solcato da antiestetiche scorciatoie, sentieri alternativi a quelli esistenti, che si formano a forza di passare per comodità sempre negli stessi punti. L’istinto in questo caso è buon consigliere: fate un sopralluogo dopo la stesura del progetto, camminando sul terreno da allestire e, con un po’ di immaginazione, verificate se le scelte disegnate su carta sono quelle giuste.
Se avete deciso che è tempo di creare – o ristrutturare – un vialetto o una piazzola, avete a disposizione un ampio ventaglio di possibilità e di materiali. Ecco tre soluzioni facili, alla portata di tutte le tasche.
Le lastre cementate
Un po’ impegnativo come realizzazione, è il tipo di posa più stabile e duraturo, e il più adatto per terreni smossi di recente e non ancora assestati, oltre che per pavimentazioni costituite da lastre o elementi di piccole dimensioni. Tra le lastre in pietra (porfido, serizzo o beola), si va da quelle di forma irregolare tipo opus incertum a quelle squadrate, da posare secondo il motivo prescelto.
Tracciato l’andamento del sentiero, predisponete uno scavo profondo 23-25 cm, in modo che il livello finale sia uguale a quello del terreno circostante. Utilizzando un rastrello, stendete sul fondo uno strato di 5 cm di ghiaia per drenaggio: ciò eviterà che l’acqua, gelando, sollevi la pavimentazione. Gettate un massetto di calcestruzzo, dello spessore di circa 10 cm e armato con una rete elettrosaldata. La rete va posata prima del getto, tenendola sollevata dal fondo con alcune prese di cemento. Si può anche procedere un tratto per volta: la rete, i cui pezzi dovranno avere un sormonto di 15-20 cm, garantirà la continuità del massetto. A calcestruzzo indurito (basta un giorno), si stende il sottofondo (4-5 cm di spessore), preparato con un impasto asciutto di cemento e sabbia da costruzione.
Posatevi sopra le lastre, che vengono fatte aderire spolverando un po’ di cemento sulla superficie fresca del sottofondo; se necessario, bagnate spruzzando acqua con un pennello. Le lastre vanno posate il più possibile vicine una all’altra; dopo averle disposte sul sottofondo, registratele picchiando col rovescio di una mazzuola per eliminare tutti i vuoti e fatele aderire perfettamente al cemento, verificandone la planarità con le lastre circostanti (è molto importante quando non hanno tutte lo stesso spessore).
Completate il lavoro stuccando le fughe, colandovi una boiacca molto liquida data da una parte di sabbietta fine e una di cemento: riempite tutto lo spazio tra le lastre, facendo attenzione a non sporcarne la superficie. Eventuali sbavature vanno pulite prima che asciughino. Infine, quando le fughe hanno raggiunto la consistenza pastosa, rifinitele passandovi la punta arrotondata di un cazzuolino per ottenere un profilo appena concavo.
Massetto e sottofondo devono rispettare i giusti livelli, così da ottenere spessori uniformi ed evitare avvallamenti (antiestetici ma anche pericolosi, perché vi ristagna l’acqua) e gobbe. Prima della stesura, preparate due fasce in calcestruzzo per segnare i livelli ai lati del sentiero. Per creare la pendenza trasversale (2-3%), una delle due fasce deve essere più alta dell’altra. Gettato l’impasto del calcestruzzo (piuttosto asciutto: dosate circa 120 l d’acqua per metro cubo di impasto), è semplice livellarne la superficie facendo scorrere una staggia sulle fasce.
Le lastre e gli autobloccanti su sabbia
Per limitare il cemento, si può optare per la posa su sabbia di lastre in pietra o di quelle prefabbricate in cemento, purché grandi. Preparato uno scavo di 20-25 cm, posate sul fondo 5 cm di ghiaia sopra un velo di tessuto-non-tessuto. Stendete un letto di posa di sabbione (da 0-3 mm) da 10-15 cm, dopo aver predisposto le due fasce laterali di controllo dei livelli. Posate le lastre ben accostate e riempite le fughe con sabbia (o terriccio e sabbia per far crescere l’erba). Lavate il sentiero con il tubo da irrigazione. Con lo stesso sistema potete posare anche gli autobloccanti in cemento.
Rinforzate le fasce laterali di sabbia appoggiandovi un tondino di ferro (da rimuovere prima della posa delle lastre), per evitare che lo scorrimento della staggia le danneggi, compromettendo il corretto livello della pavimentazione.
I listoni o quadrotti di legno
Anche i listoni e i quadrotti in legno possono essere posati su sabbia, come descritto sopra, ma la maggior parte dei materiali oggi disponibili è già pronta alla posa flottante direttamente sul terreno nudo (purché ben livellato e compatto) o sul manto erboso, grazie agli incastri maschio-femmina e alla griglia di supporto di cui i pezzi sono muniti.
L'installazione in questo caso è semplice e rapida, e richiede solo un minimo di manualità e strumenti come un martello, un seghetto, un cacciavite e un metro. Nel caso dei quadrotti gli schemi di posa sono molteplici, per creare motivi geometrici a piacere: a scacchiera, a correre, a correre sfalsato, con una cornice esterna e un motivo interno diverso ecc.
Dopo aver rimosso ogni possibile irregolarità del terreno, posate la parte maschio sopra quella femmina e unite i due pezzi finché avviene lo scatto d’aggancio. Continuate fino al termine del lavoro.
Dopo la posa è bene verniciare la pavimentazione in legno con gli appositi oli da esterni, che mantengono vivo il colore a lungo.
Per rimuovere un elemento o l’intero pavimento, basta fare forza con un cacciavite in modo da sollevare il listone o il quadrotto per sganciarlo dall’incastro.
Come prevedere costi e forniture
La scelta dei materiali di struttura e di complemento per muretti, viali e piazzole va valutata con cura, in quanto può influire sensibilmente sui costi e sui tempi di lavorazione.
Pavimentazioni, muri, scalinate ed altri elementi analoghi possono risultare onerosi sia per la natura del materiale sia per l’eventuale costo di manodopera specializzata. Oltre alle fondamenta, può rendersi indispensabile, in sede di scavo, prevedere drenaggi e opere speciali di sostegno, soprattutto in presenza di terreni sciolti o su pendio.
Meno onerosi, e più veloci da realizzare, sono i manufatti semplici che chiunque, con un po’ di pazienza e di attenzione, può realizzare nel proprio giardino: sentieri “a passi perduti” con lastre di marmo o piastrelle posate direttamente sul manto erboso, bordure basse di pietra a secco, scalinate rustiche in pietra e ghiaia o con robuste travi di legno. Interessante, a questo proposito, l’uso di travi di tetti, reperibili presso i grossisti di legname da costruzione e presso i demolitori.
Le lastre di pietra consegnate su pallet o alcuni metri cubi di legname occupano molto spazio e possono impedire o complicare i lavori di sistemazione del terreno. È opportuno organizzare una zona di deposito di questi materiali, collocata in modo da non impedire il movimento di automezzi pesanti.
La zona deposito deve comunque essere facilmente raggiungibile e consentire manovre agevoli a chi dovrà poi caricare i vari materiali, per destinarli alla posa in opera nelle diverse parti del giardino, su carriole e su piccoli mezzi a motore di sollevamento e trasporto.
Colore? Sì, ma con misura
L’impiego di colori diversi nelle superfici orizzontali del giardino comporta un attento dosaggio delle sfumature per evitare uno sgradevole effetto “arlecchino”. Ma i contrasti, se curati con gusto, creano forti motivi di interesse.
Se avete a disposizione materiale sfuso di diverse tonalità posatelo in via provvisoria accostando i diversi soggetti e colori, fino a trovare l’insieme che meglio si armonizza. A quel punto potete numerare le pietre sul lato inferiore e procedere da sinistra a destra, per non perdere lo schema prestabilito nella fase di posa.
Un altro effetto molto gradevole è quello del rapporto fra il colore rosa-ocra della terracotta o del mattone e il verde del prato, che può “entrare” nella pavimentazione lasciando qua e là piccole fughe nella pavimentazione.
Le lastre di marmo bianco vanno movimentate con motivi d’interesse, come una striscia centrale di ghiaino rosso. Al contrario, un vialetto di pietra scura, tipo ardesia, va “acceso” con inserti in pietra chiara, più visibili anche di notte.
Se, infine, avete la possibilità di recuperare vecchi mattoni, sistemateli di taglio a gruppi di quattro: otterrete un effetto grafico molto definito e gradevole.
Parcheggiare sull’erba
Per non rovinare il tappeto erboso con le ruote delle automobili, la soluzione ideale è la posa dei grigliati per prato, quadrotti in plastica di colore verde, robusta, antigeliva e resistente ai raggi UV e alle alte temperature, con vari tipi di disegno a griglia, all’interno della quale seminare l’erba, che potrà così crescere al di sotto del livello della griglia, venendo protetta da questa, che sosterrà il peso delle ruote della macchina.