Non passano inosservate: senz’altro è merito del fiore, costruito secondo architetture barocche enfatizzate da colorazioni forti e accostamenti cromatici “azzardati”. Le passiflore sono – è il caso di dirlo – la passione di Roberta Marchesi, del vivaio Il Peccato Vegetale, tanto da averne raccolte parecchie specie e varietà, delle quali vi svela i segreti.
Quali passiflore si adattano al Nord e quali al Sud?
In Val Padana è consigliabile Passiflora coerulea, in particolare nella varietà ‘Constance Elliot’, dal bel fogliame impreziosito da fiori bianchi profumati. Se ben pacciamata, in inverno resiste fino a –10 °C. Va potata ogni anno. Oppure consiglio l’ibrido rustico ‘Incense’, una delle più belle grazie ai fiori viola-blu odorosissimi. Al Sud c’è l’imbarazzo della scelta, fra P. violacea, P. quadrangularis, P. x allardii,P. x ‘Imperatrice Eugenii’ e P. edulis.
Di quale esposizione necessitano?
Prediligono il mezzogiorno (in alternativa sud-est o sud-ovest), posizionate in pieno sole o a mezz’ombra. Da evitare invece una collocazione a nord.
Il terreno più adatto?
Ben drenato e di medio impasto: le passiflore temono moltissimo i ristagni idrici.
Quanto vanno bagnate le passiflore?
In piena terra l’irrigazione varia secondo il clima: è necessaria in caso di periodi molto asciutti. In vaso bisogna innaffiare ogniqualvolta il terriccio si asciuga (verificando al tatto), ricordando di adacquare un pochino anche in inverno.
E riguardo alla concimazione?
Si tratta di piante vigorose che abbisognano di poco azoto, mentre è importante l’apporto adeguato di fosforo e potassio. La proporzione ideale è N.P.K 10.20.25. A partire da marzo vanno utilizzati concimi a lenta cessione, in un unico apporto. Se in seguito la pianta mostrasse carenze, si possono somministrare fertilizzanti liquidi ad assimilazione rapida. In vaso è opportuno procedere con la fertirrigazione.
Si arrampicano da sole?
Vanno aiutate: sono utili allo scopi i graticci, o anche semplici fili tirati lungo un muro. Infatti emettono cirri (che non sono radici aeree, ma viticci) che da soli non riescono ad agganciarsi ai sostegni.
Si devono potare le passiflore?
Sì, in genere all’inizio della primavera (marzo), a meno che si espandano eccessivamente durante l’estate: in tal caso è utile uno sfoltimento estivo, prima dell’emissione dei germogli fiorali per non compromettere la fruttificazione. Se l’esemplare possiede già una struttura legnosa, vanno salvaguardati tronco e branche principali, operando una potatura verde.
Vanno protette in inverno?
Assolutamente sì, soprattutto nel Nord, se si tratta di specie delicate o coltivate in vaso. Potete utilizzare il velo di non tessuto per gli esemplari in vaso e la pacciamatura per quelli in piena terra. Anche la serra fredda è perfetta per piante in contenitore: così potrete coltivare anche le meno rustiche, come P. violacea, che potrebbe non perdere il fogliame se ben protetta.
Che risultati danno in vaso?
Ottimi, a patto di osservare le esigenze già descritte in fatto di irrigazione, concimazione e protezione. Quanto al terriccio, sarà di tipo universale, assicurando un buon drenaggio mescolandovi un po’ di pomice: il nemico più temibile nell’ambiente del vaso è rappresentato dal ristagno idrico.
Quali specie o varietà di passiflore consiglia?
Due in particolare, sebbene siano tutte molto belle: P. quadrangularis, con i suoi fiori rossi intensamente profumati, e P. x ‘Imperatrice Eugenii’, dai fiori rosati con filamenti verde chiaro, sempre molto odorosi.
Una curiosità sulle passiflore
La passiflora giunse in Europa dal Messico nel 1610, al seguito di un missionario spagnolo interessato al fiore. Sull’onda della “Dottrina dei segni”, elaborata dal medico Paracelso, divenne il “fiore della Passione”: la raggiera di filamenti nella parte centrale è la corona di spine, lo stilo al centro la colonna della flagellazione, gli stimmi i tre chiodi della crocifissione, gli stami la spugna imbevuta di fiele e aceto, le cinque macchie rosse sulla corolla le cinque ferite di Cristo.
Dagli scultorei fiori nascono - da giugno a settembre - i frutti, graziose bacche poco più piccole di un uovo, di colore giallo-aranciato, e di sapore dolce-acidulo. La più gustosa è P. quadrangularis, dal cui fiore candido con filamenti ondulati azzurro-porpora scaturisce la granadilla, frutto ricco di vitamina C e, in Centroamerica, fermentato per ricavarne vino.