La passiflora (Passiflora coerulea) è una pianta rampicante della famiglia delle Passifloracee, così esuberante e ingombrante da renderne sconsigliabile in balcone, a meno di non allevarla quasi in solitudine, mentre si adatta perfettamente agli spazi del terrazzo e dà ottimi risultati se il contenitore è di dimensioni adeguate; potrebbe perfino produrre i frutti! Naturalmente è necessario un buon apparato di sostegno su cui indirizzare i tralci.
Com’è fatta la passiflora
Rampicante molto decorativa, produce lunghi fusti (fino a 4 m) che vanno indirizzati su sostegni (balaustra, tralicci, grigliati, pergole ecc.); emette cirri (che non sono radici aeree, ma viticci) che da soli non riescono ad aggrapparsi.
Caducifoglia nel Nord, sempreverde nel Sud, ha foglie pentalobate, di colore verde bottiglia.
Da giugno ad agosto produce grandi e curiosi fiori stellati, molto architettonici, bianchi con vistosi stami viola, da cui scaturiscono frutti arancione a maturazione, grandi quanto una piccola albicocca, commestibili. Ne esistono alcune decine di specie e un centinaio di varietà, ma sono più adatte alla coltivazione in piena terra.
Dove e come si coltiva
La passiflora è originaria del Centro e Sud America, si può coltivare in vaso in tutta Italia, ma nel Nord in novembre va avvolta (chioma e vaso) con un telo di plastica a bolle o di non-tessuto; e sull’arco alpino va assolutamente ricoverata in cantina o in un’altra stanza fresca.
Tenetela in pieno o mezzo sole, a mezz’ombra fiorisce molto meno. Il piede deve sempre essere ombreggiato, come nelle clematidi. Sopporta fino a –10 e + 40 °C.
Il vaso deve essere in plastica, di diametro minimo 40 cm per pianta alta 50 cm, con traliccio di almeno 1 m; si rinvasa ogni primavera in una misura in più fino al massimo ammissibile, poi si rinnova il terriccio superficiale. La terra deve essere fertile e fresca, per es. metà terra da giardino e metà humus, ben drenata sul fondo del vaso.
La fornitura d’acqua deve risultare abbondante e regolare, appena il substrato si asciuga, tra maggio e settembre; scarsa o nulla nei restanti mesi. Si concima in marzo, giugno e settembre con un prodotto granulare a lenta cessione per arbusti da fiore.
Se si trova bene, la passiflora si allarga molto, lanciando tralci mobili da indirizzare. Se diventa troppo esuberante, potete potarla a fine febbraio e sfoltirla in aprile se si nota che si espande troppo. Se l’esemplare possiede già una struttura legnosa, vanno salvaguardati tronco e branche principali, operando una potatura verde, cioè in primavera. Se si taglia un tralcio dell’anno precedente, lo si può riutilizzare come talea, ponendolo in un vasetto con metà torba e metà sabbia sempre inumidita, da tenere all’esterno in un punto riparato.
La passiflora ha pochi nemici: sulle piante in vaso possono capitare afidi e ragnetto rosso, entrambi favoriti dagli stress idrici. Gli afidi, piccoli insetti alati e non di colore verde, colpiscono i germogli formando fitte colonie e impedendo la fioritura e l’accrescimento. Si prevengono bagnando con regolarità la pianta e irrorandola con prodotti corroboranti. Si combattono con piretro (senza MAI irrorare i fiori) oppure con propoli o macerato d’aglio.
Il ragnetto rosso provoca scoloriture nelle foglie e sottili ragnatele. Viene causato da scarsa umidità nell’aria. Si previene e si combatte con vaporizzazioni quotidiane del fogliame, oppure con un acaricida.
La passiflora soffre molto se il colletto, cioè la zona di emergenza dei fusti, è in pieno sole. Il classico sistema di ombreggiamento è l’appoggio di una tegola in verticale, ma in vaso è meglio inserire annuali da fiore di scarso sviluppo, come portulache, salvia splendens, tagete ecc.