L'oxalis crea in giardino veri e propri cuscini di graziose foglie trifogliate dai quali emergono piccoli ma numerosissimi fiorellini bianchi o rosa, ogni anno con regolarità tra fine aprile e i primi freddi, senza che nessuno si curi di lei. L’oxalis è fra i campioni di bassa manutenzione, e al tempo stesso sfida anche la siccità, visto che le sue necessità idriche sono quasi inesistenti. Un’ottima scelta per gli spazi verdi del nostro Millennio.
Fra specie e varietà
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I vivaisti infatti l’hanno riscoperta da alcuni anni: l’oxalis si vede sempre più frequentemente nei garden center e nelle mostre mercato di giardinaggio, nelle specie e varietà meno comuni, al punto da coltivare anche l’Oxalis corniculata (di solito combattuta con diserbanti perché ritenuta infestante) nella varietà Atropurpurea, con foglie marroni superiormente e rosso-bruno inferiormente, decorativa anche solo per il fogliame, ma ancora più graziosa quando si riempie di fiorellini (0,5 cm) gialli che realizzano un contrasto cromatico fantastico.
Se quest’ultima oxalis è ancora una rarità, all’opposto è notissima O. acetosella, la pianta delle nonne nella prima metà del Novecento: in giardino forma un tappeto color rosa fucsia e fa tutto da sola, come tutte le oxalis.
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In mezzo c’è O. triangularis, proposta nelle due versioni, a foglia verde smeraldo o color porpora: ha foglie più grandi (fino a 3 cm di diametro) sostenute da un peduncolo più lungo (fino a 20 cm), e le foglioline sono molto ben delineate, spigolose, triangolari, molto di design.
E poi una quantità di varietà da giardino, reperibili sotto forma di rizomi in settembre-ottobre presso vivai specializzati in bulbi, presenti anche alle mostre-mercato di giardinaggio autunnali. In genere sono a foglia verde e fiore bianco, ma ce ne sono anche con fiore rosa pallido, se non sono proprio acetosella a fiore rosa carico.
Tutte le oxalis sono graziose piantine, perenni grazie al rizoma ramoso, dal quale si dipartono lunghi piccioli (10-15 cm) che portano foglie trilobate in foglioline simili a quelle del trifoglio, di colore verde tenero o striato di viola o completamente viola-porpora a seconda delle varietà. È anche spontanea in boschi e prati dell’Italia centro-settentrionale.
Scompare d’inverno
Piantiamo i rizomi in autunno (ottobre-novembre) o le piantine in primavera (marzo), in qualsiasi tipo di terreno, sebbene preferisca quelli leggeri e poveri di calcio. Sul fondo della buca, grande il doppio del rizoma, poniamo un discreto drenaggio. La posizione ideale è in mezz’ombra, ma non temono il pieno sole, soprattutto in piena terra. Si annaffiano con regolarità e moderazione solo se non piove a sufficienza. La concimazione non è indispensabile, ma non disdegnano un po’ di concime a lenta cessione per giardino in autunno.
Risultano indifferenti alle temperature, perché con valori estremi perdono la parte aerea e sopravvivono sotto forma di rizoma. All’arrivo del freddo infatti la fioritura, ininterrotta da maggio sino a ottobre, si arresta e le foglie si ammalorano: delle oxalis rimarrà in vista solo l’apice del rizoma, che sulle Alpi va pacciamato con foglie, fino alla primavera successiva, quando già in marzo spunterà il nuovo fogliame.
Un unico grande nemico: le lumache che ne sono ghiotte e possono divorare un cespo in un paio di notti.
In giardino una decina di rizomi per metro quadro produce in 4-5 anni una grande macchia di foglie e fiori, che deborda per una trentina di centimetri dallo spazio assegnato. Per questo è perfetta per riempire aiuole, ma anche come bordura di vialetti, scale, sentieri e passaggi vari, e anche su muretti purché non completamente assolati durante l’estate. Laddove abbiamo l’esigenza di mascherare un profilo, un cordolo, un bordo, l’oxalis c’è.
Fiorisce anche in vaso
Oltre che in giardino, si può tenere anche in vaso, di plastica di almeno 18 cm per una pianta, o in cassetta (due piante in 40 cm), rinvasando in una misura in più ogni 2 anni. Serve il solito buon drenaggio sul fondo e un terriccio universale o per piante fiorite di buona marca. Chiede più acqua che in piena terra: va annaffiata leggermente anche durante un inverno secco, e più assiduamente in primavera-estate, appena il terriccio si è asciugato. Gradisce essere concimata con un prodotto liquido per piante da fiore tra aprile e ottobre.
Il contenitore è obbligatorio sulle Alpi e l’Alto Appennino, ricoverandolo in cantina (anche buia) o in serra fredda da novembre a marzo, con l’accortezza di annaffiare leggermente una volta al mese.
In vaso fiorisce quasi come in piena terra e, in Val Padana con inverni poco freddi, anche in dicembre e da marzo.
INSOLITA IN CUCINA
L’oxalis (preferibilmente l’acetosella) entra anche in cucina: le foglie fresche si possono aggiungere all’insalata a cui forniscono una delicata nota acidula, come pure a insalate di pasta o di riso. Masticate crude calmano la sete in mancanza di acqua. Un’acqua aromatizzata simile alla limonata si ricava bollendo una manciata di foglie in mezzo litro d’acqua per 5 minuti, filtrando dopo il raffreddamento e addolcendola con zucchero o miele. È anche facilmente riducibile in purea con il frimmer, un cucchiaio di acqua di cottura, un filo di olio evo e un pizzico di sale: ecco una nuova salsa per accompagnare i crostini, le uova in camicia e il pesce bollito.
Contiene acido ascorbico e biossalato di potassio: in passato, era una valida prevenzione dello scorbuto. La ricchezza in ossalato la rende però controindicata a chi soffre di calcolosi, gotta e artriti, e comunque è bene non eccedere mai nel consumo.