Al genere Notocactus (famiglia Cactacee) appartiene una quindicina di specie originarie del Sud America. Si tratta di cactus “a palla” che tendono però ad allungarsi con l’età matura, diventando cilindrici.
Com’è fatto il notocactus
Il fusto è coperto da numerose spine, sia corte e sottili sia lunghe e più spesse, anche di colore diverso sulla stessa pianta; molte specie sono pollonifere e quindi producono numerosi fusti dalla stessa base.
Il più noto è Notocactus leninghausii, cactus con portamento cilindrico che raggiunge i 7-8 cm di diametro e, in piena terra, 1,5 m d’altezza, in vaso gli 80 cm. Ha un fusto costoluto con areole da cui nascono spine abbastanza morbide. Fiorisce dopo almeno 10 anni d’età, riempiendosi all’apice di corolle gialle, imbutiformi, con petali stretti, solitarie o in gruppi, della durata di circa una settimana.
Dove e come si coltiva
Nelle aree geografiche più miti si può allevare in piena terra, in posizione riparata e soleggiata, a condizione di piantare esemplari già grandicelli (la crescita è piuttosto lenta), quindi ben visibili per non calpestarli. Nel resto d’Italia si coltiva in vaso.
Il notocactus desidera una posizione molto luminosa, anche esposta ai raggi del sole anche in piena estate, dato che il fusto è protetto dalla rete di spine. Il substrato deve essere poroso e molto drenante, a base di terra ben concimata unita a sabbia grossolana e lapillo vulcanico. Richiede annaffiature regolari, ben distanziate fra loro e non troppo abbondanti durante la bella stagione, da sospendere del tutto durante l’inverno. La cattiva stagione viene superata ricoverando l’esemplare in una stanza fresca, a 8-12 °C. Una volta al mese in primavera-estate si concimano con un prodotto per piante grasse, ma la fioritura avviene solo dopo i 10 anni d’età della pianta.
I suoi nemici sono le cocciniglie cotonose, frequenti alla base del fusto di esemplari troppo asciutti, si combattono solo con un prodotto anticocciniglia, perché è impossibile operare tra le spine con una pinzetta.