I Nematodi parassiti delle piante (Meloidogyne, Ditylenchus, Globodera, Heterodera ecc.) sono vermi di lunghezza compresa fra 2 e 5 mm, incolori, anguilliformi o otriformi, che pungono i tessuti della pianta ospite. Alcuni di essi provocano così la formazione di galle (generi Meloidogyne, Ditylenchus), altri invece no (generi Heterodera, Globodera).
Attaccano numerosissime orticole appartenenti alle famiglie delle Cucurbitacee, Solanacee, Crucifere, Composite, Ombrellifere, Chenopodiacee, oltre a fragola, mais, tabacco e barbabietola da zucchero; alberi da frutto come vite, Pomacee e Drupacee; piante da fiore; piante spontanee.
Come sono fatti i Nematodi
Nel genere Meloidogyne la femmina adulta presenta un corpo a sacco di colore bianco-perla e depone fino a 1000 uova. Le uova, a forma di ellisse, sono circondate da una sostanza mucillaginosa, e spesso si trovano attaccate all'estremità posteriore della femmina in un sacco gelatinoso.
I maschi hanno forma cilindrica e sottile e sono forniti di un robusto stiletto. La riproduzione avviene per partenogenesi.
Che danno provocano i Nematodi
Sono parassiti obbligati, pungono e succhiano i tessuti della pianta che si modificano dando luogo alla formazione di galle (il sintomo caratteristico dell’infestazione); mentre pungono possono iniettare pericolosi virus nella pianta parassitata.
Le piante attaccate manifestano un ritardo nello sviluppo vegetativo perché si riduce l’assorbimento di sostanza nutritive a opera delle radici, scarsa produzione quali-quantitativa, maggiore suscettibilità all'azione di altri patogeni, apparato radicale poco sviluppato, ingiallimento e appassimento fogliare, fino alla morte anticipata.
Sulle radici colpite può essere favorito l'instaurarsi di funghi e batteri che causano marciumi radicali.
Inoltre i nematodi sono causa di danni indiretti in quanto possibili trasmettitori di virus.
Quando colpiscono i Nematodi
In assenza di piante ospiti, durante l’inverno, dei nematodi si trovano solo larve e uova nel terreno o in radici indecomposte.
In presenza di condizioni ambientali favorevoli, temperatura del suolo di 18-20 °C, umidità ottimale e piante ospiti le uova schiudono e danno luogo a larve di secondo stadio che penetrano negli apici radicali, compiono 3 mute e raggiungono la maturità. Dopo la deposizione delle uova, nell’arco di 15 giorni si hanno nuove larve e così via fino a 6 generazioni l’anno. Nelle zone miti l’infestazione può incominciare in aprile e terminare in novembre.
Come si prevengono
- Attenzione soprattutto nelle zone con clima mite e terreno sabbioso, leggero, irrigato.
- Delle varietà da orto e da frutto coltivate quelle certificate resistenti ai nematodi galligeni.
- Effettuate successioni con piante non sensibili o con piante nematocide (piante esca come rafano oleifero o senape bianca, che attirano le larve dei nematodi parassiti ma ne bloccano la riproduzione).
- Rinforzate le radici delle piante perenni distribuendo un prodotto biologico ad attività fitofortificante dell'apparato radicale delle piante rendendole così più resistenti agli attacchi di nematodi e funghi del suolo.
Come si combattono i Nematodi
I mezzi chimici di somministrazione al terreno di sostanze nematocide richiedono tutti il possesso di patentino.
Utilizzate mezzi biologici interrando nel suolo infestato il sovescio di Eruca sativa, Raphanus sativus, Brassica juncea ecc., tutte piante che, interrate nel terreno, rilasciano sostanze tossiche per i nematodi (biofumigazione); l’efficacia è ancora maggiore coprendo il terreno con teli di plastica trasparente che trattengono le sostanze nocive volatili nel suolo.
Combatteteli con mezzi fisici, attraverso la solarizzazione, che consiste nel surriscaldamento del terreno utilizzando il calore solare in estate, per assicurare 4-8 settimane di efficace trattamento termico (il terreno deve essere umido e poi coperto con teli di plastica trasparente).