Nella vita di qualunque giardino si verificano prima o poi situazioni in cui è necessario… “darci un taglio”. La più normale è quando un albero è cresciuto eccessivamente (per il luogo dov’è stato messo, quindi a monte c’è un pensiero errato…); la più eccezionale è un grosso ramo spezzato dal maltempo o dalle malattie; la più tragica è la caduta di un albero con sradicamento; la più “stupida” è l’abbattimento di un albero che “non piace più, o fa troppa ombra, o cresce troppo (e qui torniamo al pensiero errato di cui sopra)”. Fatto sta che a volte la motosega serve proprio. Ma non è un attrezzo per tutti, perché il suo impiego può rivelarsi assai rischioso se non si è esperti di taglio boschivo.
Professionale o hobbistica
Che sia elettrica, a batteria o con motore a scoppio, la motosega è un attrezzo molto utile a patto che lo si usi correttamente. Altrimenti può essere molto pericoloso: una resistenza da parte del ramo che intendiamo tagliare potrebbe provocare un contraccolpo che ci sbilancia o comunque ci prende di sorpresa.
Se prevediamo solo un uso saltuario e su rami o ciocchi, è più conveniente acquistare un buon segaccio a mano o, tutt’al più, un’accetta.
Esistono motoseghe professionali, adatte a un utilizzo frequente e continuato nella giornata, impiegate da boscaioli, taglialegna, operai forestali, agricoltori, manutentori del verde, giardinieri ecc.: possono avere motore a scoppio o a batteria, tutte molto potenti ed efficienti, pesanti e rumorose quelle a scoppio, molto meno se a batteria.
Ed esistono motoseghe “leggere”, più indicate per gli hobbisti che abbiano un bosco oppure un ampio giardino con molti alberi e non demandino la manutenzione al giardiniere: possono essere a motore a scoppio o anche a batteria o elettriche, hanno una potenza e un peso minori e una maggiore semplicità d’utilizzo; sono quindi indicate anche per i meno esperti.
Dell’uso della motosega
Impugniamo saldamente l’attrezzo con entrambe le mani (mano destra sull’impugnatura posteriore, anche per i mancini), lavoriamo solo a tutto gas, usiamo per il taglio la parte centrale della lama (e non la punta, che potrebbe causare rimbalzi), non tagliamo mai più di un ramo alla volta.
Se lavoriamo su un pendio, teniamoci sempre a monte; siamo sempre calmi e concentrati, in condizioni di buona visibilità. Se ci dobbiamo spostare, spegniamo la motosega (attenzione alle parti bollenti!) e inseriamo il coprilama.
A lavoro ultimato: lasciamo raffreddare l’attrezzo, ripuliamolo da segatura e altro sporco con particolare attenzione alle feritoie di aspirazione dell’aria per il raffreddamento. Dopo ogni rifornimento di carburante, verifichiamo anche la tensione della catena e l’efficienza del freno catena (la catena si deve immediatamente arrestare se, con l’attrezzo in funzione, si lascia la presa sull’impugnatura dotata di dispositivo di bloccaggio).
Sempre con indumenti protettivi
I pantaloni antitaglio (nei quali sono inserite fibre metalliche che impediscono alla lama di arrivare a contatto con la pelle) sono caldamente raccomandati per proteggere le gambe. Indossiamo sempre scarpe o scarponi con protezione antitaglio (con lama metallica nella suola e nella punta della tomaia) e suola antiscivolo. Proteggiamo sempre le mani con un paio di robusti guanti da lavoro – meglio ancora con i modelli antitaglio – e gli occhi con un casco dotato di visiera protettiva e cuffie antirumore.