Il maggior nemico del melo è la ticchiolatura o macchia nera. Non provoca gravi danni alla pianta né compromette il raccolto, perché attacca le foglie e i frutti: le mele sono molto brutte a vedersi, perché la buccia è cosparsa di macchie nere (così come le foglie) che evolvono in spaccature aperte fra croste nerastre. In un frutteto amatoriale non si tratta di un grande problema, mentre diventa molto grave nei meleti da reddito (mele non commerciabili, da avviare unicamente a usi industriali per succhi, puree e confetture).
È causata da un fungo che trascorre la stagione invernale sulle foglie colpite l’anno precedente. In primavera inizia la formazione delle spore che, a ogni pioggia, si diffondono nell’ambiente e quindi sulle foglie. Ogni volta che si verificano condizioni di bagnatura fogliare anche di poche ore (sei-otto), l’infezione si espande, continuando a svilupparsi per tutta l’estate. Il periodo più pericoloso va dalla fioritura fino al termine della cascola dei frutticini.
La difesa si imposta con fungicidi a base di rame (poltiglia bordolese) distribuiti ogni 8-15 giorni secondo le caratteristiche del prodotto, la frequenza delle piogge e la suscettibilità della pianta all’infezione.
Poiché la ticchiolatura si conserva sul fogliame colpito, per diminuire il rischio di infezioni vanno raccolte con cura le foglie in autunno ed eliminate. Conviene poi potare i rami troppo colpiti, eliminandoli, e trattare con poltiglia bordolese l’albero durante l’inverno.
Per ridurre o azzerare il rischio, per i prossimi impianti autunnali scegliete varietà resistenti o almeno tolleranti (meli TR o TT): Astrakan Rosso, Decio, Delorina, Durello, Florina, Gold Rush, Golden Orange, Gravenstein, Lavina Bianca, Mantovana, Pinova, Prima, Primiera, Renetta grigia di Torriana (Ruggine), Rosa, Stayman Red, Summer Free, Topaz, Verdona, Zeuka.