In giardino e nell’orto, ma perfino in terrazza, le lumache sono animaletti devastanti, per il potere distruttivo esercitato dalla loro bocca sui vegetali. Sono in grado di divorare in una sola notte tutte le piantine d’insalata appena trapiantate, se questi molluschi sono presenti in gran numero sul terreno, così come di distruggere un intero cespo di hosta in meno di una settimana.
La lotta del giardiniere incomincia verso la metà di aprile e si conclude alla metà di ottobre, e diventa veramente impari nelle stagioni particolarmente piovose, quando i molluschi si moltiplicano a dismisura e prosperano nell’umidità.
Oltre ai mezzi di lotta, sia chimici sia biologici, c’è la prevenzione, che consente di ridurre da un anno all’altro la carica colonizzatrice di questi animaletti.
Il ciclo biologico di lumache e chiocciole
Lumache, limacce e chiocciole sono Molluschi Gasteropodi e, in quanto tali, sono ermafrodite, cioè ogni individuo accoppiandosi con qualunque altro soggetto produce uova (quindi da un singolo accoppiamento entrambi i soggetti produrranno una prole…), che si schiuderanno 15-30 giorni dopo, dando il via a una crescita esponenziale ogni anno. Per fortuna sono “insufficienti”, ossia la singola lumaca non è in grado di riprodursi da sola!
Gli adulti svernano ben nascosti in profondità nel terreno e, ai primi tepori ben stabili, incominciano a svegliarsi per accoppiarsi. Dopo una tiepida pioggia di fine primavera questi molluschi letteralmente esplodono, proprio perché amano temperature e umidità elevate: man mano che l’estate avanza si accorciano anche i tempi di schiusa delle uova (fino a 400 per ogni deposizione) e di sviluppo dei giovani, tanto che in annate favorevoli si può arrivare a tre generazioni nella buona stagione.
Con il termine “lumache” s’intendono tutti i molluschi, con o senza guscio, che divorano le piante. Le limacce sono quelle senza guscio: la più dannosa è la limaccia rossa (Arion lusitanicus), seguono le altre limacce sui toni del marrone (A. hortensis, A. subfuscus, A. ater). Le chiocciole (Helixe altre) sono invece quelle con il guscio, che le limita nei movimenti e le rende più “parche” nella ricerca del cibo e nei danni.
Fra le limacce, le più temibili sono quelle rosse, arrivate in Italia dagli usa negli anni 80, perché mostrano uno spettro alimentare più ampio rispetto alle limacce e chiocciole nostrane (esclusivamente vegetariane), potendo – all’occorrenza – anche nutrirsi di carne (altri invertebrati, come insetti e ragni) e perfino di individui della stessa specie o di specie affini (cannibalismo).
Che piante mangiano
Colpiscono diversi tipi di piante erbacee, sia annuali sia perenni, da fiore e da orto, con preferenza per queste ultime e per quelle a foglia morbida e non pelosa o scabra o coriacea. Oltre al fogliame, attaccano in particolare i frutti: gli zucchini appoggiati sul terreno, ma anche i pomodori strisciando sui sostegni delle piante.
Fra i vegetali prediligono piante dal fogliame tenero e dal portamento contenuto (entro i 40 cm d’altezza), possibilmente prive di odori forti: potenzialmente tutte le piante che non rispondono a queste caratteristiche (borragine, malvoni, dalie, rosai, girasoli, phlox, tageti, nasturzi, artemisie, salvie, ecc.) potrebbero essere adatte a sopravvivere alle lumache, a patto di poterle isolare nelle prime fasi di sviluppo, cioè fintanto che non hanno raggiunto dimensioni che le rendono inappetibili.
Che danni provocano
In una notte, poche lumache azzerano una dalia, rosicchiano un giglio, bucherellano le foglie di un’intera hosta. A volte il danno è così grave da ridurre la pianta senza più foglie, con ovvie conseguenze estreme.
Quando colpiscono
I giardini anche in estate conservano sempre una certa umidità, a causa delle continue annaffiature, ed è per questo che le lumache riescono a sopravvivere anche nelle estati più calde. Basta una tiepida pioggia estiva per vedere “esplodere” lumache e chiocciole, ma se le temperature rimangono tiepide anche in autunno, la loro esistenza si può prolungare sino a ottobre.
Come si prevengono le lumache
Per limitare i danni in giardino e nell’orto s’incomincia in autunno. Poiché le uova svernanti vengono deposte nel primo strato di terra, alla prima gelata va lavorata superficialmente senza rivoltare le zolle, in modo che le uova siano esposte al freddo e agli uccelli. Se invece si rivolta la zolla, s’interrano venendo protette e superando l’inverno… In alternativa, si può preparare presto il letto di semina, per portare uova e adulti allo scoperto; poi, comprimendolo bene, sarà impossibile rientrare al riparo; in seguito bisogna seminare solo quando il pericolo di gelate è scongiurato: le piantine cresceranno in fretta, prima delle lumache.
Per salvare le piante in giardino e nell’orto, prima che emettano le foglie vanno circondate (per un diametro di 50 cm) con materiali sgradevoli come ghiaia, segatura (non di Conifere perché acidifica il terreno), cenere di legna (da rinnovare ogni 7 giorni e subito dopo una pioggia), fuliggine. Non bisogna invece utilizzare il sale, perché si accumula nel terreno rendendolo inidoneo a ospitare le piante.
Anche la presenza di tappeto erboso regolarmente sfalciato (con raccolta dei residui) funge da deterrente. No invece ai teli di plastica per pacciamatura, che offrono un rifugio ideale ai molluschi.
L’irrigazione a goccia o con l’annaffiatoio non inumidisce il terreno a sufficienza per fornire un buon habitat, al contrario di quella a pioggia (con gli irrigatori o con la canna). In questo caso è meglio operare la mattina presto, fornendo una quantità bastevole per alcuni giorni: le lumache non escono di giorno, per sfuggire al sole che le dissecca e agli uccelli.
Come si combattono con metodi naturali
Su superfici ridotte, si possono raccogliere manualmente. All’alba e al crepuscolo sono in movimento, mentre nelle ore più calde si devono cercare nei ripari come sottovasi, sacchetti appoggiati a terra, teli da pacciamatura, mucchi di foglie, pietre, rami striscianti di arbusti ed erbacee ecc.
Sempre con infestazioni non eccessive si possono utilizzare le trappole o i sottovasi da riempire con la birra, di cui sono ghiotte: si interrano in modo che il bordo sia a livello del suolo, perché possano annegarvi; vanno svuotate ogni 5-6 giorni e il liquido va reintegrato.
Fra i metodi naturali si annovera anche la presenza di un tacchino o un’anatra, animali ghiotti di lumache.
Come si combattono con le esche
Per combattere una forte infestazione bisogna ricorrere alle esche granulari chimiche o biologiche, leggendo con attenzione l’etichetta del prodotto. Entrambe garantiscono la scomparsa nell’arco di poche ore di questi molluschi, e per un lasso di tempo variabile da 30 giorni per le esche chimiche a 15-20 giorni per quelle naturali.
Quelle chimiche (a base di metaldeide) vanno sparse in pochi granuli alla volta, ripristinandoli ogni 7-10 giorni in posizione differente; i granuli vanno protetti con tegole o mattoni forati, o con l’apposito coperchio, per evitare che bambini o altri animali possano cibarsene; è necessario eliminare ogni giorno le lumache morte: anch’esse richiamano i propri simili e, se ingerite da uccelli e altri predatori, ne causano la morte.
Le esche naturali contengono fosfato di ferro, una sostanza non tossica per l’uomo e gli animali, che non richiede un tempo di carenza. A differenza di quelle chimiche, vanno sparse in piccole quantità su tutta la superficie da proteggere, ma non richiedono strumenti di copertura, né l’eliminazione dei molluschi morti perché non sono nocivi per altri animali.