Una domanda facilissima: qual è il primo fiore che i bambini disegnano? Semplice, la margherita! Con i “petali” bianchi e il centro giallo oro, colpisce la loro attenzione fin da piccolissimi, anche perché è comunissimo incontrarla, nei prati di campagna ma anche nei giardini pubblici in città e perfino nelle aiuole spartitraffico. E quante volte, da piccoli o da grandi, si gioca a “m’ama-non m’ama”, sfogliando uno a uno, con pazienza i candidi “petali”, a volte barando e strappandone due alla volta per far uscire la risposta desiderata…
Perfino chi non ama il verde e addirittura ignora la vegetazione conosce questo piccolo fiore… Che poi si replica in decine di dimensioni e di colori nelle diverse specie di Asteracee, la sottofamiglia a cui la margherita (Bellis perennis, Argyranthemum, Leucanthemum ecc.) appartiene: dall’azzurra felicia agli astri rosa, bianchi o blu, passando per la gerbera dalle tinte solari, le vistosissime echinacea e rudbeckia, l’appariscente girasole e il cugino topinambur, le appuntite gazanie, le elaborate dalie, le scompigliate cosmee, le semplici zinnie, i muniti tageti, i barocchi crisantemi e tanti altri ancora.
Tutte queste specie presentano lo stesso tipo di “fiori”, in genere conosciuti e descritti come: “un disco al centro e i petali tutt’intorno”. Ebbene, i petali non sono petali, bensì anch’essi fiori, così come il disco a sua volta è fatto da tantissimi, piccolissimi fiori. Questa architettura fa sì che il fiore non sia un fiore, bensì un’infiorescenza, perché è composto da due tipi diversi di fiori minutissimi.
Quelli più importanti sono i fiori del disco, fiori tubulosi perché i cinque minuscoli petali che li formano si saldano fra loro per il lungo a formare un tubicino, al cui interno sono contenuti gli organi riproduttivi (stami e ovario) e i nettarii per richiamare gli insetti per l’impollinazione.
Nei fiori della corona (i cosiddetti “petali”), invece, le strutture riproduttive mancano: i cinque petali si saldano fra loro su un unico piano, assumendo l’aspetto di un petalo. Si chiamano perciò fiori ligulati, perché somigliano a piccole lingue, e sono assolutamente sterili, perlomeno nelle Asteracee (rimangono fertili nelle Cicoriacee, perché questa sottofamiglia non possiede i fiori tubulosi). La loro funzione è quindi solo vessillifera, cioè hanno il compito di… farsi notare!
Cui prodest, cioè a chi giova questo inganno? Ancora una volta, agli insetti impollinatori, che non sarebbero in grado di vedere un singolo fiore tubuloso, ma notano subito un simile insieme di corolle che simulano un grande fiore. Ma non chiamatelo fiore!