Il genere Hypericum (iperico) è molto vasto ma, delle numerose specie che racchiude, alcune sfoggiano fiori gialli molto belli e si prestano bene come tappezzanti, sia in condizioni di luce che di ombra.
Iperico medicinale
Gli inglesi usano una parola strana per indicare l’Hypericum androsaemum: Tutsan. Si tratta della deformazione del francese “toute-saine”, espressione che allude all’azione miracolosa della pianta che sanerebbe, appunto, tutto. In Italia invece si usa un’altra espressione, altrettanto significativa, per parlare dell’H. perforatum: scacciadiavoli. Ma questi sono solo due dei tanti nomi che nella tradizione popolare di più parti del mondo erano usati per indicare le tante specie di Hypericum ritenute medicinali. Si pensava infatti che fossero un rimedio più o meno contro tutti i mali, dai disturbi nervosi alle intossicazioni, dagli esaurimenti alle malattie addominali. Inoltre la resina contenuta nella pianta ha proprietà balsamiche ed era quindi usata nella cura dei catarri bronchiali e polmonari. Mentre dalla macerazione ed ebollizione delle sommità fiorite insieme a olio e vino bianco si otteneva un liquido rossastro che veniva poi usato per curare lesioni cutanee, piaghe o scottature.
Com'è fatto l'iperico
L’habitat dell’iperico spazia dall’Himalaya alle regioni mediterranee e, ancora, dallo Yunnan all’America settentrionale. Un territorio vastissimo che ne spiega la grandissima facilità di coltivazione. Rispetto al terreno l’Hypericum non ha esigenze particolari, si adatta anzi a tutti i tipi di terreno.
Hypericum calycinum (iperico nano) è un arbusto sempreverde, alto fino a 60 cm e largo fino a 1 m, con crescita rapida e portamento prostrato-tappezzante; foglie lanceolate, di medie dimensioni, di colore verde intenso; fiori grandi, singoli, semplici, color giallo intenso, da maggio a ottobre.
Hypericum ‘Hidcote’, l'iperico ornamentale classico, è un arbusto sempreverde nel Sud, caducifoglio nel Nord, alto fino a 1 m e largo fino a 1,20 m, con crescita rapida e portamento prostrato-tappezzante; foglie lanceolate, di medie dimensioni, di colore verde intenso; fiori grandi, singoli, semplici, color giallo intenso, da maggio a ottobre.
Entrambe le specie si utilizzano in giardino come macchia nelle aiuole, come bordura per aiuole e vialetti, per rivestire scarpate, pendii, sommità di muretti. Coltivabili anche in vaso purché grande (diametro min 30 cm).
Come si coltivano
Vivono all’aperto in tutta Italia, senza bisogno di protezione (pacciamare la base sulle Alpi). Al sole forniscono la massima fioritura, ma possono resistere a mezz’ombra. Tollerano il gelo fino a –5 °C, il caldo intenso e il vento, anche salmastro.
Vivono bene su qualsiasi tipo di terreno, purché ben drenato.
L'irrigazione in giardino deve essere abbondante in primavera-estate, media in autunno e scarsa in inverno. In contenitore annaffiare sempre prima che il terriccio si asciughi.
Concimate in autunno e in primavera, con un prodotto del tipo universale a lenta cessione, sotto forma di granuli da spargere sul terreno. Da maggio a settembre, del tipo liquido per piante da fiore, da somministrare ogni 15 giorni nell’acqua d’irrigazione.
Si potano in gennaio-febbraio, solo per contenere lo sviluppo dell’arbusto. La semina deve essere effettuata in primavera, mentre la moltiplicazione (per talea di legno semimaturo) va eseguita in luglio-agosto.
Si abbinano a sempreverdi da siepe, arbusti da fiore primaverile, annuali o perenni da fiore di taglia media.