Lo stephanotis (Stephanotis floribunda, ora Marsdenia floribunda) è un'Asclepiadacea che non passa inosservata, prima per le sue grandi e candide corolle, poi per la fragranza che emana tutt’intorno: viene infatti chiamato “gelsomino del Madagascar”, per il profumo intensissimo dei fiori, particolarmente acuto durante la notte.
È una pianta da terrazzo consigliabile a chi vive il balcone o terrazzo soprattutto la sera, anche per il biancore delle corolle, visibili anche nella penombra.
Non è una pianta economica: per ottimizzare la spesa, applicatevi per conservarla anche durante l’inverno.
Com’è fatto il gelsomino del Madagascar
È un rampicante sempreverde vigoroso (fino a 2,5 m di lunghezza), con fusti sarmentosi spessi, che diventano semilegnosi nel tempo, a crescita rapida.
Ha foglie ovali-lanceolate, cuoiose e lucide, verde scuro.
Da maggio a luglio si fa amare perché produce piccoli grappoli di fiori medio-grandi, bianchi a forma di stella, carnosi, intensamente profumati, simili a quelli del gelsomino ma più grandi.
Dove e come si coltiva
Lo stephanotis è originario del Madagascar e ama i climi caldi: la temperatura ideale è compresa fra 22 e 35 °C, tollera fino a 50 °C ma soffre sotto i 12 °C. Quindi, nelle zone non a clima mite va ricoverato in casa (18-22 °C) da fine settembre a metà aprile; anche nel Sud può rendersi necessario uno spostamento temporaneo al coperto in caso di minime in picchiata. Inoltre non ama il vento, men che meno quello salmastro.
Preferisce una posizione a mezz’ombra, al massimo a mezzo sole nel Nord Italia.
Dategli un vaso in plastica, di diametro di 28 cm per una pianta alta 30 cm, con un traliccio proprio o collocato vicino a grigliati, balaustre, gazebo. Rinvasatelo in marzo ogni anno in una misura in più fino alla massima dimensione sostenibile, poi rinnovate solo il terriccio superficiale.
Il substrato migliore è leggero e fertile, per es. terriccio universale alleggerito con una manciata di perlite e una di torba per acidificarlo leggermente. È indispensabile un ottimo drenaggio sul fondo del contenitore.
Va annaffiato con moderazione e regolarità da maggio a settembre, sempre regolarmente ma in quantità scarsa nei restanti mesi, in modo che il terriccio rimanga sempre appena umido. Non ama le vaporizzazioni della chioma, né l’acqua sui fiori.
Concimatelo da aprile a settembre ogni 15 giorni con un prodotto liquido per piante da fiore nell'acqua d'irrigazione.
La potatura si effettua solo se è necessaria per staccarlo dal supporto o ridurne l’ingombro, rispettivamente a fine settembre o in marzo. I tralci vanno comunque indirizzati sui tutori e legati a essi, perché non sono in grado di avvolgersi da soli.
Malattie e parassiti del gelsomino del Madagascar
Ha un solo principale nemico, la mosca bianca (aleurodidi), che attacca gli esemplari protetti in ambienti troppo umidi e poco ventilati.